Un voto importante quello da parte dei ministri europei all’Ecofin che si è svolto oggi 12 aprile al Consiglio Ue. La direttiva “Case green” è stata approvata dopo due anni di lavori e di discussioni che hanno coinvolto anche l’Eurocamera.

L’obiettivo è di rendere entro il 2050 il parco immobiliare comunitario ad emissioni zero. I due unici voti contrari sono arrivati dall’Ungheria e dall’Italia: il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti accusa che non si è tenuto conto delle ricadute che questa nuova misura avrà sui cittadini italiani.

La direttiva “Case green” viene approvata dall’Ecofin, ma l’Italia ha votato contro

L’idea di rendere la maggioranza degli immobili europei ad impatto zero era uno dei perni attorno al quale ruota il progetto di “Green deal” e di minor impatto ambientale che entro il 2050 l’UE si è ripromessa di raggiungere. La direttiva “Case green” non riguarda solo l’installazione di pannelli solari o l’utilizzo di materiali meno inquinanti, ma anche la ristrutturazione di tutti quegli immobili costruiti negli anni passati secondo logiche moderne.

Degli effetti della direttiva si discute ormai da tempo, specialmente in Italia, ma il voto di oggi porta i governi europei ad avere una data entro la quale raggiungere le emissioni zero: il 2050. Riunitosi nella giornata odierna a Lussemburgo, l’Ecofin ha approvato in modo definitivo e formalmente l’accordo che il Parlamento europeo aveva ratificato a sua volta lo scorso 12 marzo.

I voti contrari di Lega e Fratelli d’Italia all’epoca sono serviti, quindi, a rinviare l’approvazione: nonostante Italia ed Ungheria abbiano ancora una volta posto il proprio veto alla direttiva, gli altri paesi europei si sono trovati d’accordo sui suoi contenuti. In passato c’erano state critiche espressi da paesi come la Croazia, la Svezia e la Slovacchia, ma oggi sono state messe da parte a favore della loro astensione.

Ci saranno due anni di tempo, una volta che la direttiva verrà pubblicata in Gazzetta ufficiale. I 27 paesi dell’UE dovranno presentare dei piani nazionali di ristrutturazione a favore di edifici residenziali, pubblici o di interesse storico. Ogni stato potrà, a propria discrezione, applicare esenzioni.

Cosa prevede la direttiva “Case green”

Se l’obiettivo generale è noto, l’Ecofin ha lasciato margine ad ogni singolo stato di poter lavorare alle ristrutturazioni come meglio crede. L’Italia sperava in maggiori sussidi da parte dell’UE, ma questo sarà un discorso che probabilmente tornerà dopo le Europee di giugno.

Ci sono naturalmente dei paletti da rispettare: per gli immobili residenziali, i Paesi membri dovranno ottenere una riduzione del consumo energetico di almeno il 16% entro il 2030 e di almeno il 20-22% entro il 2035. Il 16% degli edifici pubblici con le peggiori prestazioni andrà, poi, rifatto entro il 2030 ed il 26% entro il 2033

L’obbligo di pannelli solari come fonte di energia, poi, è stato legato alla costruzione di immobili pubblici e privati fra il 2026 ed il 2030, ma solo laddove tecnicamente ed economicamente fattibile.