Si chiamava Auriane Nathalie Laisne e aveva 22 anni la ragazza trovata morta nella cappella di una chiesetta sconsacrata di La Salle, ad Aosta, lo scorso 5 aprile: chi l’ha incontrata negli ultimi giorni della sua vita l’ha descritta come “bella, ma sofferente, emaciata” e dall’aspetto “dark”. Insieme ai suoi familiari, giunti apposta in Italia per il riconoscimento, viveva a Lione, dove mercoledì sera è stato fermato il 21enne che è “gravemente indiziato” di averla uccisa, il suo fidanzato.
Chi è la ragazza trovata morta ad Aosta? Si chiamava Auriane Nathalie Laisne
Dalla piccola cittadina di Saint-Priest la ragazza era arrivata in Italia viaggiando su un autobus lowcost della compagnia “BlaBlaCar”. A riportarlo è il Corriere della Sera, secondo cui gli inquirenti sarebbero risaliti alla sua identità a partire da un oggetto rinvenuto all’interno del suo zaino, trovato accanto al suo corpo senza vita in una chiesetta sconsacrata di La Salle da una persona del posto.
Con lei, al momento del passaggio del traforo del Monte Bianco – quando la polizia di frontiera l’ha fermata per un controllo di routine -, c’era il fidanzato 21enne Teima Sohaib, di origini egiziane ma nato e cresciuto a Fermo e poi trasferitosi a Lione: stando a quanto ricostruito finora, alla ragazza non avrebbe neanche potuto avvicinarsi. Dal 13 gennaio scorso era infatti sotto “controllo giudiziario” perché lei l’aveva denunciato per violenza domestica e minacce. Nessuno se ne è accorto.
Mercoledì sera è stato fermato all’estero perché “gravemente indiziato” di averla uccisa. Secondo il procuratore capo di Aosta, Luca Ceccanti, che ieri, 11 aprile, ha tenuto una conferenza stampa sul caso, quello della ragazza sarebbe “un classico femminicidio determinato da un movente di possesso e di annullamento della volontà della vittima”.
E potrebbe anche essere stato premeditato. L’ipotesi, infatti, è che il 21enne – che il 3 maggio prossimo dovrà presentarsi davanti ai giudici francesi per le accuse che la giovane gli aveva rivolto – possa aver programmato il delitto per “vendicarsi”, attirandola in una trappola per poi accoltellarla.
Dopo, secondo il pm, avrebbe “ricomposto il corpo della vittima, mettendola in una posizione fetale, con una pietra dietro la schiena per non farla rotolare sul lato”: il suo obiettivo, probabilmente, era quello di far credere che stesse semplicemente dormendo, come in effetti, in un primo momento, chi l’ha trovata aveva pensato.
La ricostruzione del presunto femminicidio
Secondo i primi risultati dell’autopsia, effettuata dal medico-legale torinese Roberto Testi, la ragazza sarebbe stata colpita principalmente all’addome e al collo, morendo dissanguata “verosimilmente” all’interno della chiesetta e non, come emerso all’inizio, all’esterno.
Qualche giorno prima un testimone aveva avvistato lei e il fidanzato nei pressi di La Salle: agli inquirenti e ai giornalisti ha raccontato di aver pensato che lei fosse “bella, ma sofferente, emaciata” e che lui fosse, invece, un tipo tranquillo, “tutt’altro che violento”.
Anche grazie alla sua deposizione è stato possibile rimettere insieme i pezzi del puzzle e arrestarlo. Al momento l’accusa mossa nei suoi confronti è, sempre secondo il Corriere, di omicidio aggravato dalla premeditazione e dal rapporto affettivo che lo legava alla vittima. È l’Ansa invece a riportare che sarebbe già stata avviata la procedura per la sua estradizione in Italia.
Stessa cosa era avvenuta nel caso di Filippo Turetta, fermato in Germania a una settimana dall’omicidio della sua ex fidanzata lo scorso novembre. Come Sohaib è accusato di omicidio volontario aggravato. Come Sohaib è accusato di aver ucciso la ragazza con cui era stato per “annullarla”, visto che lei l’aveva lasciato.