Dopo aver battuto la Lazio in Coppa Italia e la Fiorentina in campionato, adesso la Juventus si prepara per un altro test complicato. Il derby della Mole è alle porte e i bianconeri devono dimostrare di essere realmente usciti dalla crisi che li ha condizionati negli ultimi mesi. La squadra di Juric però sarà un avversario scomodo, per il modo di giocare e per la rivalità che da sempre contraddistingue le due tifoserie. D’altronde quella di sabato pomeriggio alle 18:00, per il Torino, rischia di essere l’ultima chiamata per provare a sognare di centrare un posto in Europa. Per commentare la stracittadina, Torino-Juventus, Paolo Brosio, giornalista, conduttore tv e da sempre tifoso bianconero, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Torino-Juventus, Brosio a Tag24

Ci sono alcune partite che non saranno mai come le altre e il derby della Mole è una di queste. L’attesa spasmodica, la rivalità storica, la supremazia cittadina: mancano circa 48 ore e il countdown è già cominciato. Come al solito, la Juventus di Allegri partirà con i favori del pronostico, ma attenzione ai granata. La squadra di Juric è stanca di stare a guardare, ha qualità e una chiara identità di gioco, e sabato scenderà in campo con il coltello tra i denti per fare lo scherzetto ai cugini che però non possono permettersi di perdere altri punti per strada. Da qui alla fine della stagione dovranno difendere il posto che vale la Champions League e non possono subire gli attacchi né del Bologna, né tantomeno della Roma. Per commentare Torino-Juventus, Paolo Brosio, volto noto della tv e tofiso juventino, è intervenuto in esclusiva a Tag24. 

Da tifoso juventino, cosa rappresenta per te il derby?

“La Juventus è una squadra che va oltre il Piemonte e che ha tifosi in tutto il mondo, mentre il Torino è proprio la squadra del capoluogo ed è amata più che altro in città in città. Questo per dire che è un derby molto più sentito per chi tifa granata. Detto questo resta un match che ha emotività forti. Per quel che mi riguarda però, è un derby più emozionante quello con l’Inter o il match con la Fiorentina. Non è certo come Roma-Lazio e come Milan-Inter, questo è sicuro. Io la vivo più che altro come una partita in cui la squadra avversaria centuplica le forze. Per loro è la partita delle partite. Poi è ovvio che se la Juventus dovesse perdere mi dispiacerebbe”.

Il Torino non vince la stracittadina dal lontano 2015. Sei preoccupato per sabato oppure la Juventus è comunque favorita?

“Se facciamo il discorso delle statistiche sono preoccupato per forza, ma il calcio non guarda queste cose. Dobbiamo ragionare su come giocano le due squadre. La Juventus ha passato periodi di alti e di bassi in continuazione e adesso è in crescita. I bianconeri stanno vivendo un momento piuttosto positivo, ma anche il Toro sta bene ed è in forma. Gli è capitato di fare dei passi falsi, ma resta una bella squadra”.

Juric ha una chiara idea di gioco e pressa alto, facendo giocare male l’avversario. Cosa o chi ti preoccupa di più dei granata?

“Juric è uno di quelli che fa giocare sempre bene le sue squadre e per questo fa innamorare i tifosi. Se ci pensate bene è simile a Gasperini come gioco. Mi preoccupa di più questo che non il discorso legato alla pressione del derby. Penso che lui abbia dato un’impostazione più moderna alla squadra, come aveva fatto con il Verona. D’altronde Setti ci ha sempre visto lungo, anche sul mercato”.

Due vittorie consecutive per la Juventus: la crisi è passata e stanno tornando anche Chiesa e Vlahovic?

“Non saprei sinceramente. La Juventus da questo punto di vista mi preoccupa perchè non trova continuità nel gioco. Mi sembra che non abbia stimoli e sono preoccupato. Mi auguro che possa procedere sulla falsa riga di quanto fatto nell’ultima settimana, però prima di parlare di fine crisi aspetterei. Rischiamo di essere lì tutte le volte, a ripetere le stesse cose. Si pensava che la Juve senza le coppe avrebbe dominato il campionato, e invece lo ha dominato l’Inter. Va detto però che Allegri ha avuto Chiesa sempre fuori, e non ha mai avuto Pogba. Quando mancano due campioni così si sente”.

Infine ti domando cosa ne pensi di Allegri, il suo ciclo è finito?

“Allegri è un vincente, è un bravo allenatore e ha dato un contributo importante, ma il problema fondamentale è legato alle motivazioni. Credo sia più lui che ha finito il ciclo che altro. Lui dice di no, ma non ne sono sicuro. Ho molta fiducia nei confronti di Giuntoli, che secondo me è una persona speciale. Se dovesse decidere di puntare ancora su Allegri, vorrebbe dire che ha i suoi buoni motivi per fare questo. Sono rimasto molto deluso quando è andato via Marotta, che ha portato tutta la sua conoscenza all’inter e si è visto. Non sbaglia un colpo, e ha portato tutti giocatori di livello, facendo operazioni intelligenti. Sono rimasto sopreso a vederli uscire dalla Champions, ma questo la dice lunga sulla qualità del nostro campionato. Non è un bel segnale. Mi auguro che Juventus, Milan e Napoli, possano tornare a certi livelli”.

Con Allegri quindi?

“Non è solo una questione di schemi, ma anche di motivazioni. Come ho già detto questo è l’aspetto che mi preoccupa di più. La Juventus con Allegri e Allegri con la Juventus, hanno le stesse motivazioni? Hanno la capacità di aprire un ciclo forte e di voltare pagina? Questa è la chiave di tutto. Detto questo sono felice che la proprietà abbia scelto Giuntoli. Servono gli uomini migliori per fare acquisti oculati. Non servono per forza giocatori da 100 milioni, bastano i ventiduenni o i ventitreenni con qualità, che possono diventare campioni. Lo avete visto il Barcellona ieri sera? La Juve non deve diventare una banda di mercenari, ma puntare su giovani di valore. Il massimo sarebbe ritrovare anche un pò di spirito italiano. una volta eravano la colonna vincente della Nazionale. Si deve tornare a queste robe qui, altrimenti è dura. Detto questo, spero di vincere con il Torino”.