Il 5 per mille rappresenta una quota dell’imposta sul reddito delle persone fisiche che i contribuenti possono assegnare, seguendo i principi di solidarietà fiscale, a enti senza scopo di lucro registrati presso l’Agenzia delle Entrate e a iniziative sociali dei comuni. Questa disposizione è stata introdotta nel 2006 con la legge finanziaria (articoli 337-340 della legge 266/05) e confermata nelle successive leggi finanziarie. Nel 2014 è stata definitivamente stabilizzata con la legge 190/14. Il meccanismo del 5 per mille è stato rinnovato nel 2017 con il decreto legislativo 111/2017 nell’ambito della Riforma del Terzo Settore, e le regolamentazioni sono state poi definite con il DPCM del 23 luglio 2020.
Come indicare il 5×1000?
Per indicare l’assegnazione della quota del cinque per mille dell’IRPEF, il contribuente deve compilare il “Modello 730-1“, apponendo la firma esclusivamente nel campo relativo alla finalità desiderata. Inoltre, il contribuente può scegliere di specificare anche il codice fiscale dell’ente a cui desidera destinare direttamente la suddetta quota del cinque per mille dell’IRPEF.
Le finalità del 5 per mille sono specificamente stabilite dalla legge. Possono beneficiarne gli enti senza scopo di lucro (oltre ad alcune amministrazioni pubbliche) le cui attività rientrano nei criteri definiti dalla legge e che possono quindi ottenere l’accreditamento presso un’apposita amministrazione. Anche i Comuni possono essere beneficiari, ma sono vincolati a destinare le risorse alle loro attività sociali. È responsabilità delle organizzazioni senza scopo di lucro informarsi per individuare la finalità più appropriata e avviare il processo di accreditamento.
Gli elenchi dei soggetti ai quali può essere destinata la quota del cinque per mille dell’Irpef sono disponibili sul sito www.agenziaentrate.gov.it
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