Quasi a sorpresa, sono in arrivo nel 2024 lo spalma crediti e lo spalma detrazioni del superbonus, due modalità che consentiranno di valorizzare le spese sostenute dai contribuenti negli anni scorsi. I due strumenti potrebbero essere introdotti dalla legge di conversione del decreto legge numero 39 del 2024 – attualmente approdato in Senato – ma non prima del 6 maggio prossimo. Si tratterebbe di un ritorno al passato su queste due opzioni già adottate dallo stesso governo lo scorso anno per le spese del superbonus del 2022, con due differenti provvedimenti.
Ecco, dunque, quali saranno le possibilità di spalmare crediti e detrazioni fiscali che verranno accordate alle imprese e ai soggetti privati nell’utilizzo dei bonus edilizi per spese relative allo scorso anno.
Superbonus spalma crediti 2024, ecco le novità in arrivo
Sono in arrivo, anche nel 2024 per le spese pregresse, lo spalma crediti e lo spalma detrazioni sul superbonus, due strumenti che consentiranno di rendere più appetibili i vantaggi maturati sui lavori di efficientamento energetico e di ristrutturazione dopo le ultime chiusure dei provvedimenti adottati dall’esecutivo.
Per il governo, diluire la massa dei crediti d’imposta che andrebbe a finire tutta sul deficit con il nuovo metodo di classificazione definito da Eurostat (si stimano 219 miliardi di euro di bonus) consentirebbe di incamerarla negli ambiti del 3 per cento della soglia deficit/Pil entro l’anno 2026, come prevede il Documento di economia e finanza (Def).
Con un’azione del genere, quindi, si andrebbe a incidere – fin da subito – sull’abbattimento della soglia del rapporto tra deficit e Pil, con conseguente miglior andamento dei conti pubblici.
Superbonus spalma crediti 2024, come funzionava la detrazione diluita in 10 anni nel 2023?
La riproposizione dello spalma crediti e dello spalma detrazioni sulle spese del superbonus inciderebbe direttamente sulle possibilità di utilizzare i bonus edilizi, offrendo un’opzione in più o, meglio, migliorando quella della detrazione fiscale. Si tratterebbe di allungare il periodo di fruizione della detrazione stessa, come già sperimentato negli scorsi anni.
Nel 2023 si consentiva di diluire le spese del 2022 sul superbonus per un periodo più lungo, pari a 10 anni, partendo dalla prossima dichiarazione dei redditi o dal 730, dopo un anno di stop. Secondo quanto prevedeva dunque il decreto legge 11 del 17 febbraio 2023, i contribuenti che lo scorso anno hanno deciso di utilizzare l’opzione decennale di dichiarazione dei redditi, dovranno adottare la prima delle dieci rate nel modello Redditi o 730 del 2024, anche se le spese riguardano il periodo d’imposta 2022.
Il piano di detrazione andrà, dunque, dal 2024 al 2033. Diversamente, chi lo scorso anno ha optato per la normale detrazione fiscale prevista dalla misura di superbonus, ovvero per i quattro anni, ha già iniziato la detrazione stessa nella dichiarazione dei redditi 2023 per lo stesso periodo d’imposta delle spese, ovvero per il 2022.
Cessione dei crediti d’imposta in 10 anni nel 2024: quali possibilità?
Per quanto riguarda, invece, l’altro strumento, quello dei crediti d’imposta – introdotto già dal decreto “Aiuti quater” di fine 2022, si prevedeva la possibilità per le cessioni dei bonus comunicate entro il 31 marzo 2023 (data posticipata rispetto al 16 marzo precedente), di poterne spalmare l’utilizzo per un periodo più lungo, in dieci rate anziché sui quattro previsti dalla norma.
Le spese oggetto di questo intervento normativo erano le stesse dell’allungamento della detrazione fiscale, ovvero quelle del 2022. Ma si potevano spalmare anche le quote dei crediti, ovvero le frazioni non utilizzate delle rate annuali.
Come cambia la possibilità di diluire i bonus edilizi nel 2024?
Un meccanismo del genere potrebbe essere riproposto dal governo anche per l’anno 2024 e per le spese del superbonus del 2023. Nella conversione del decreto legge 39 del 2024 il ministero dell’Economia e delle Finanze ha aperto alla possibilità di presentare degli emendamenti in vista delle votazioni che riprenderanno non prima del 6 maggio prossimo.
Oltre alla possibilità di spalmare bonus e crediti, la conversione in legge potrebbe consentire anche un utilizzo per un periodo più lungo dei crediti, ovvero fino a 15 anni. Ciò consentirebbe ai contribuenti di poter ridurre la quota annuale di detrazione fiscale e di poter rientrare nell’utilizzo del superbonus non perdendo quote per incapienza fiscale.