Ogni anno, dipendenti e pensionati devono compilare e inviare telematicamente la loro dichiarazione dei redditi entro il 2 ottobre. Come di consueto, l’Agenzia delle Entrate renderà disponibile il modulo precompilato online a partire dal 2 maggio e dal 11 maggio i contribuenti possono accettarlo o modificarlo prima di trasmetterlo tramite il web.

Consultando il modello 730, si potrebbe scoprire di avere un debito significativo con l’erario, principalmente a causa dell’IRPEF e del suo sistema di tassazione.

Questo può accadere se si hanno più certificazioni uniche (CU), poiché potrebbero esserci trattenute non effettuate dai datori di lavoro o l’ottenimento di bonus non spettanti.

Per saldare il debito, è possibile effettuare il pagamento in sei rate, secondo un calendario specifico che verrà fornito. Tuttavia, è importante notare che il massimo di sei rate è consentito solo se la dichiarazione dei redditi viene presentata nel primo mese disponibile.

Cosa succede se il 730 è debito?

Consultando il modello 730, potresti trovarti di fronte a un’imprevista bolletta fiscale, potenzialmente di considerevoli dimensioni, dovuta principalmente all’IRPEF e al suo intricato sistema di tassazione. L’IRPEF dovuta nel modello 730 è solitamente trattenuta direttamente dalla busta paga o dall’assegno di pensione, con tempi simili a quelli previsti per i rimborsi.

Il sistema di tassazione dell’IRPEF, che si basa su percentuali variabili, opera attraverso fasce di reddito, con un delicato passaggio da un’area esente da tasse a una soglia tassabile. Questa transizione è particolarmente significativa per alcune categorie di lavoratori, come i part-time e coloro che hanno più datori di lavoro.

Infatti, in queste situazioni, dove si accumulano redditi da più fonti, anche se ciascun reddito è basso individualmente, al momento del conguaglio fiscale, la somma di tutti i redditi può spingere automaticamente il contribuente dalla fascia esente a quella tassabile.

Può quindi capitare che ciascun datore di lavoro non applichi le ritenute d’acconto, ma al momento della compilazione del modello 730, i redditi cumulati indicati dalle diverse certificazioni uniche richiedano il pagamento della differenza tassabile.

Questo importo potrebbe essere mitigato se il lavoratore ha spese deducibili o detrazioni che riducono il reddito imponibile. Tuttavia, il calcolo finale avviene sempre nel momento del conguaglio fiscale del modello 730.

La possibilità di rateizzare il pagamento consente di evitare di versare l’intero importo del debito IRPEF in una volta sola, anche se nelle rate successive alla prima verranno applicati interessi mensili dello 0,33%.

Come rateizzare il debito?

Come già menzionato, è possibile rateizzare il pagamento delle somme dovute. È consigliabile presentare la dichiarazione il prima possibile per ottenere vantaggi aggiuntivi.

Potrebbe accadere, come abbiamo discusso, di trovarsi in debito a causa di errori nelle trattenute o perché è necessario restituire il bonus Renzi o pagare la cedolare secca sugli affitti indicati nella dichiarazione 730/2023.

Inizialmente, l’IRPEF viene scalata direttamente dalla busta paga. Se il reddito mensile non è sufficiente a coprire l’intero importo, la parte residua, più gli interessi previsti per i casi di mancata copertura, verrà trattenuta nei mesi successivi fino alla fine dell’anno.

Se il lavoratore non ha sostituti d’imposta, il debito IRPEF indicato nella dichiarazione 730/2023 viene pagato direttamente tramite modello F24.

In entrambi i casi, gestire la rateizzazione del debito è più agevole per coloro che presentano la dichiarazione 730 in anticipo, grazie alle regole sul pagamento del saldo e del primo acconto delle imposte sui redditi.

Di seguito il calendario della rateizzazione dell’IRPEF:

RATAVERSAMENTOINTERESSIVERSAMENTO (*)INTERESSI
30 giugno0,0022 agosto0,00
22 agosto0,3331 agosto0,00
31 agosto0,6630 settembre0,33
30 settembre0,9931 ottobre0,66
31 ottobre1,3230 novembre0,99
30 novembre1,6530 novembre1,32

Per quanto riguarda la rateizzazione, è importante tener conto delle scadenze. La prima scadenza per il pagamento del debito IRPEF è il 30 giugno, mentre l’ultima data è il 30 novembre. Entro questo termine, è necessario pagare a rate il saldo e il primo acconto delle imposte sui redditi, così come il secondo acconto, da versare in un’unica soluzione.

Se la dichiarazione dei redditi 730/2023 presenta un debito, il contribuente deve ovviamente versare le imposte, ma ha la possibilità di rateizzare l’importo. Tuttavia, ci sono diversi fattori da considerare attentamente prima di optare per la rateizzazione.

Come puoi vedere dal calendario, più tempo impieghi ad inviare la dichiarazione dei redditi, più sarai penalizzato, poiché perderai l’opportunità di rateizzare il pagamento su un maggior numero di rate. Solo coloro che inviano il modello 730 entro maggio possono diluire il debito IRPEF in sei rate. Se invece lo invii a settembre, avrai meno tempo per dilazionare i versamenti, in quanto la scadenza per saldare il debito è entro novembre.

Come si paga il debito?

Ora possiamo riassumere brevemente il processo di pagamento. Quindi, un contribuente non pensionato senza sostituto d’imposta può beneficiare di sei rate e deve versare gli importi dovuti tramite il modello di pagamento F24.

Il primo passo è inviare il modello, e ti consigliamo di utilizzare il modello 730 precompilato senza sostituto d’imposta. Questo viene presentato direttamente all’Agenzia delle Entrate, tramite la sezione dedicata al 730 precompilato sul sito web dell’agenzia. Qui il contribuente può anche effettuare il pagamento online o stampare il modello F24 per effettuare il pagamento in modalità tradizionale.

Se preferisci, puoi anche rivolgerti a un Caf o a un professionista che ha preparato la dichiarazione. Questi soggetti si occuperanno di:

  • Trasmettere il modello F24 in via telematica all’Agenzia delle Entrate;
  • Oppure, entro il decimo giorno precedente la scadenza del termine di pagamento, consegnare il modello F24 compilato al contribuente, che potrà effettuare il pagamento presso qualsiasi sportello di banche convenzionate, uffici postali o agenti della riscossione, oppure in modalità telematica tramite i servizi online dell’Agenzia delle Entrate o del sistema bancario e postale.