Checco Zalone e Francesco De Gregori fanno un disco vintage, ma quando arrivano alle Santerie Toscane di Milano per uno showcase sembra di trovarsi davanti a delle vere rockstar. Tripudio di applausi per la stampa selezionata che ha avuto il piacere di ascoltare in anteprima la loro collaborazione “Pastiche”, un album in cui il cantautore canta e il comico sfoggia per la prima volta le sue doti di musicista diplomato al conservatorio e che sarà disponibile da domani 12 aprile. Una passione quella del pianoforte dove ha voluto sfoggiare un lato classico e insospettabile, realizzando degli arrangiamenti dal gusto vintage con la voce di De Gregori. TAG24 ha avuto modo d’incontrarli subito dopo lo showcase.
Checco Zalone e Francesco De Gregori presentano “Pastiche”, lo showcase a Milano è uno spettacolo
I concerti evento alle Terme di Caracalla arriveranno soltanto il 5 e il 9 giugno, ma lo show esclusivo per la stampa selezionata avvenuto quest’oggi a Milano è decisamente un gustoso antipasto. Non tanto il disco, dove Checco Zalone si dimostra comunque un pianista tecnicamente validissimo e De Gregori il solito poeta con la capacità di reinterpretare e fare suoi brani iconici, quanto per l’alchimia tangibile tra i due sul palcoscenico. Ci sono le gag, ci sono gli sguardi, c’è l’amicizia e tutto lascia ben sperare per una bella collaborazione live.
Il disco in sé è un regalo che si sono fatti a vicenda e che arriva di rimbalzo ai loro fan, ma non aggiunge probabilmente molto alle carriere di entrambi. Anzi, la decisione di Checco Zalone di non voler intaccare con la sua voce quella dell’amico sembra quasi un boomerang. Sarebbe stato sicuramente più audace da parte sua fondere le voci, realizzare dei duetti come accaduto per lo stesso De Gregori insieme a Venditti. Ma quando noi di TAG24 chiediamo il perché di questa scelta la risposta è piuttosto stringata: “Non mi aspettavo che Checco cantasse sinceramente perché lo stimo come pianista, è già così abbastanza bello quello che abbiamo fatto ma a voi non basta mai”, sorride il cantautore mentre Checco Zalone spiega “Non ho voluto cantare volevo fare musica”. Il risultato è gradevole, un album che si lascia ascoltare ma serpeggia il mormorio dell’operazione di marketing destinata a far volare entrambi come ogni cosa dove compare il brand Zalone. Altrimenti perché non firmarlo Luca Medici?
La scaletta dello showcase ha permesso di ascoltare live “Buonanotte fiorellino”, con Checco Zalone subito divertito: “È la mia prima volta da pianista e sono sinceramente emozionato”, dichiara Checco Zalone sorridendo. Il secondo brano è “Pezzi di vetro”, mentre poi c’è l’omaggio a Paolo Conte con “Pittori della Domenica” che De Gregori spiega così: “Questo è un disco che è fatto di canzoni, mie, di Checco ma anche di artisti che amiamo”, anche se si scorda le parole e deve ricominciare da capo. L’unico duetto è su una canzone di Checco Zalone, ovvero “Alejandro” e sembra più il clima della serata karaoke e che serve ad alleggerire un poi il tono dell’album. C’è spazio nello showcase anche per “Rimmel”, uno dei brani giù belli della musica italiana che in questa loro versione è probabilmente il più performante ascoltato live. La chiusura è con l’inedito “Giusto o sbagliato”, firmato da entrambi.
L’incontro e il racconto della loro amicizia
“Si chiama Pastiche perché è un pasticcio” confessa Checco Zalone mentre la parte più seria del dialogo spetta ovviamente a Francesco De Gregori che sottolinea: “Pastiche è una parola antica e qui ci sono tante parole antiche, oltre che una contaminazione con generi e stili di altri tempi”. Il comico pugliese racconta i retroscena della sua amicizia improbabile con Francesco De Gregori, con sui si augura presto di lavorare anche sul set cinematografico:
“Noi siamo amici, francesco è una delle poche persone amiche che ho nel mondo dello spettacolo e ci siamo visti spesso a casa sua. Tra una cacio e pepe e una carbonara mi ha riempito di complimenti finché è nata questa idea che ho colto di buon grado. Vi giuro, non c’è alcun sottotesto. Ci siamo conosciuti a Bari, ero con un mio amico sul gommone e stavamo facendo il polpi. Mi è arrivato un messaggio francesco dg e pensavo fosse francesco dj. Poi l’ho incontrato. Quando è tornato alla Feltrinelli per presentare un libro gli ho fatto un marchettone, anche se mi sono vendicato facendogli cantare “Gli uomini sessuali”, forse la mia canzone più bella”, scherzando su un fantomatico premio letterario “Eugenio Montale” per la poesia del testo.
Questo aspetto è fondamentale e lo stesso De Gregori lo sottolinea con forza:
“Non volevamo fare uno scoop, ci siamo solo voluti incontrare per fare musica. Questa marachella che è voglia di fare una cosa insieme è giusto che poi sia finita su un disco”.
Tra canzoni di Checco e addirittura una cover improvvisata di “Generale” – con frecciatina del comico a Vannacci – anche De Gregori ci tiene a tratteggiare le qualità più insospettabili riscontrare in Zalone:
“Ho conosciuto Checco attraverso i suoi film e credo abbia uno sguardo dolce verso la società e la natura umana anche quando dovrebbe essere corrosivo. Lui non mette mai la cattiveria, c’è sempre disincanto e rispetto. Questo paradossalmente lo ritrovo anche nella musica. Non è mai aggressivo, non mette mai avanti manierismo musicale e cura la musica come una creatura”.
I concerti eventi a Roma
I due poi annunciano di essere ancora al lavoro per la struttura del live delle Terme di Caracalla, dove anche Checco Zalone sicuramente utilizzerà la voce in alcuni duetti. Entrambi hanno già anticipato un omaggio ad Adriano Celentano, rimasto fuori solo per questioni di spazio dall’album ma che entrambi tengono molto a fare insieme.