La disciplina della prestazione occasionale, nel 2024, è rimasta pressoché invariata, se non con qualche piccola modifica.
Quando ci si riferisce a questa tipologia di attività professionali, sul web si leggono miriadi di articoli e, alla fin fine, danno solo una conoscenza sommaria di quali sono le regole e i limiti di applicazione di questa disciplina.
La prestazione occasionale è uno strumento che riguarda le attività effettuate in modo non abituale, quindi, in modo saltuario e sporadico.
Nel testo, spieghiamo la disciplina del 2024, chi può utilizzarla, i limiti dei compensi e la differenza con il lavoro autonomo occasionale.
Disciplina della prestazione occasionale 2024
La prestazione occasionale 2024 è una tipologia contrattuale collaborativa che può essere utilizzata da chi intende intraprendere attività professionali non continuative.
Le sue caratteristiche principali sono proprio la saltuarietà e la sporadicità delle attività. Si fa riferimento, in modo ancora più preciso, a tutte quelle attività che il soggetto intraprende per raggiungere modici guadagni, senza avviare un’attività lavorativa e, quindi, senza la sussistenza dell’obbligo di apertura della Partita Iva.
Tuttavia, non bisogna intenderla come l’alternativa alla Partita Iva, ovvero come la soluzione per intraprendere attività professionali senza adempiere ad alcuni obblighi. L’apertura della Partita Iva non è obbligatoria, ma solo nel rispetto di precisi limiti dei compensi.
La disciplina della prestazione occasionale 2024 prevede che questa formula possa essere utilizzata nel rispetto di alcuni limiti economici. I limiti devono essere intesi per anno civile e variano per prestatore, utilizzatore e per le prestazioni complessive.
Si devono rispettare le seguenti regole:
- Per i prestatori: limite massimo annuo di compensi complessivi fino a 5000 euro;
- Per ogni utilizzatore: limite massimo dei compensi per la totalità dei prestatori fino a 10.000 euro;
- Per il prestatore: limite di 2.500 euro per i compensi ricevuti dallo stesso utilizzatore.
Chi può utilizzarla
Questo strumento, comodo sia per il collaboratore che per il committente, è rivoto a diverse categorie di utilizzatori.
Possono utilizzarla:
- Lavoratori autonomi;
- Professionisti;
- Imprenditori;
- Associazioni;
- Fondazioni;
- Enti di natura privata;
- Imprese agricole;
- Pubbliche amministrazioni;
- Enti locali;
- Aziende alberghiere e ricettive del turismo;
- Onlus.
Nei suddetti casi, si può utilizzare questa formula contrattuale, ma nei limiti previsti dalla normativa.
Come utilizzarla? Si può optare per:
- Il libretto di famiglia: utilizzabile se il committente è una persona fisica e non opera nell’attività professionale e d’impresa;
- Il contratto di prestazione occasionale: se si tratta di soggetti diversi dalle persone fisiche.
Limiti di utilizzo
Sono previsti limiti di utilizzo di questa tipologia contrattuale. Non possono utilizzarla le categorie in elenco:
- Datori di lavoro con più di dieci dipendenti assunti con contratto di lavoro a tempo indeterminato;
- Imprese del settore edile e affini;
- Imprese che effettuano attività di escavazione in miniere, cave o torbiere;
- Datori di lavoro che eseguono appalti per servizi o opere;
- Imprese del settore agricolo;
- Datori di lavoro che hanno avuto un rapporto di lavoro di tipo subordinato o co.co.co. nei sei mesi precedenti con lo stesso prestatore.
Differenze prestazione occasionale e lavoro autonomo occasionale
È molto facile fare confusione tra la prestazione occasionale e il lavoro autonomo occasionale, per via delle diverse somiglianze.
Come abbiamo avuto modo di spiegare, la prestazione occasionale riguarda le attività professionali legate a tipologie di lavoro subordinato: si tratta dei lavori che vengono gestiti alle dipendenze di altri e i redditi prodotti ricadono in quelli da lavoro occasionale.
Diversamente, il lavoro autonomo occasionale o collaborazione occasionale riguarda le tipologie di lavori intellettuali. Si tratta, quindi, di prestazioni a carattere intellettuale come, per esempio, la scrittura.