La 32° giornata sarà quella del derby della Mole. Come al solito la Juventus partirà con i favori del pronostico, ma mai come questa volta il Toro si prepara per fare lo sgambetto ai bianconeri. L’ultima vittoria dei granata, in una stracittadina, risale al lontano 26 aprile 2015. Da allora, tre pareggi e dodici vittorie juventine. In questo momento però, i bianconeri, per quanto siano riusciti ad uscire dalla crisi, continuano a vivere un momento complicato e la squadra di Juric è pronta ad approfittarne, anche per continuare a sognare di poter raggiungere un posto in Europa. Per commentare Torino-Juventus, Di Michele, che ha vestito la maglia del Toro per 2 stagioni e conosce bene il valore del derby della Mole, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Torino-Juventus, Di Michele a Tag24
Le squadre italiane sono ancora impegnate in Europa, ma è già tempo di pensare anche alla prossima giornata di campionato. Domani il 32° turno aprirà i battenti, con il match dell’Olimpico tra Lazio e Salernitana, ma la sfida più suggestiva sarà quella di sabato pomeriggio, con fischio di inzio alle 18.00, quando si darà il via al derby della Mole. In casa del Torino arriverà la Juventus e in città aumenta la tensione. I bianconeri sono reduci da due vittorie consecutive, in Coppa Italia e in Serie A, e sembrano aver archiviato la crisi nera degli ultimi due mesi, anche se non brillano ancora dal punto di vista del gioco. I granata invece cullano ancora il sogno europeo, anche se la stagione altalenante li ha allontanati dal traguardo. Per commentare Torino-Juventus, Di Michele, che ha vestito la maglia del Toro per 2 stagioni, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Il derby della Mole è sempre una partita particolare, come ti aspetti che l’affronteranno Juventus e Torino?
“Sicuramente mi aspetto una partita molto tattica, nel senso che entrambe non vorranno perdere. In questo momento del campionato ogni punto può essere vitale, sia per la Juventus che sta lottando per la zona Champions, che per il Torino, per continuare a sognare un posto in Europa. Allegri farà una partita attendista, rispetto a Juric che potrebbe invece osare un po’ di più. Mi aspetto una gara tosta, ad alta intensità, perché i granata pressano molto e fanno giocare male l’avversario. I bianconeri invece cercheranno di aspettare per poi ripartire, come hanno fatto nelle ultime partite”.
La Juventus, nonostante tutto, parte sempre con i favori del pronostico?
“Questa volta non credo, penso che partano alla pari o addirittura metterei leggermente avanti il Toro, visti i risultati che sta facendo. La partita con l’Empoli non fa testo, è stata strana e rocambolesca, ma per il resto mi sembra un’ottima squadra. È un gruppo che non molla mai, che ha personalità ma anche tanta qualità. Zapata, Vlasic, Bellanova e lo stesso Buongiorno stanno facendo una grande stagione. Per questo penso che sarà un derby molto diverso dagli altri”.
Hai parlato dell’obiettivo europeo del Torino, che negli ultimi anni sembra sempre arrivare ad un passo, ma non fa mai il salto di qualità. Ti sei dato una spiegazione?
“Questa è una dinamica che negli ultimi anni si è ripetuta spesso. Capire cosa manca non è facile e secondo me non lo hanno compreso neanche loro. Purtroppo è un’altalena continua e il Torino arriva sempre lì, senza mai riuscire a centrare l’obiettivo. Forse non c’è del tutto serenità, anche perché parliamo di una piazza molto esigente, vista la sua grande storia. Sembra quasi un obbligo che debba arrivare a certi livelli, ma non è mai facile, perché ci sono altre situazioni da tenere in considerazione. Si parla spesso anche dei rinnovi, e della posizione di Juric, e penso che tutto questo non consenta a nessuno di lavorare con tranquillità. Serve equilibrio, a partire dalla dirigenza. La piazza è esigente e il Toro sa di dover tornare a scrivere un’importante pagina di storia, come ha già fatto in passato. Indossare quella maglia deve essere per tutti motivo d’orgoglio”.
Visto anche il tuo ruolo, che mi dici dell’attacco del Torino?
“Juric ci ha meravigliato tutti, mettendo insieme sia Zapata, che Sanabria, che Vlasic. Mi aspettavo molto di più da Sanabria in questa stagione, e invece è quello che è mancato di più. Duvan ha fatto quello per cui è stato preso. Evidentemente il paraguaiano, quando ha qualcuno che fa più o meno i suoi stessi movimenti, si sente pestare i piedi e trova meno spazio. Nonostante tutto però stanno facendo bene”.
Dall’altra parte invece ci sono Chiesa e Vlahovic, come li vedi?
“Chiesa si sta adattando a un ruolo che non è suo, ovvero quello di seconda punta ed evidentemente è molto sacrificato. Non sta riuscendo a trovare gli spazi che ha quando parte largo. Lo dico col sorriso, dovrebbe chiedere consiglio al padre, che ha cominciato esterno e che poi si è trasformato in seconda punta, facendo grandissime cose. Lui quelle qualità ce l’ha, ma è fossilizzato sul ruolo di terzo d’attacco. È uno di talento, che può variare in lungo e in largo, cercando la posizione a lui più congeniale, soprattutto per la squadra. Ha forza fisica ed esplosività, può farlo”.