È iniziata intorno alle 10 di oggi, 11 aprile, la sesta udienza del processo che vede imputato il 30enne Alessandro Impagnatiello per l’omicidio pluriaggravato della fidanzata Giulia Tramontano, consumatosi lo scorso maggio a Senago, in provincia di Milano. L’obiettivo dell’accusa è ricostruire, attraverso cinque testimoni, le prime fasi della vicenda, iniziata con la presentazione di una denuncia di scomparsa da parte dell’imputato.
Il 4 aprile la parola era spettata ai medici-legali che si occuparono degli accertamenti sul corpo della 29enne, incinta di sette mesi. Quando era arrivato il momento di mostrarne le immagini sullo schermo la Corte d’Assise aveva deciso, su richiesta dell’avvocato di parte Giovanni Cacciapuoti, di far uscire temporaneamente il pubblico.
Oggi a Milano la sesta udienza del processo che vede imputato Alessandro Impagnatiello
Prima dell’inizio dell’udienza i familiari della vittima hanno affidato ai social i loro pensieri.
Con il sorriso e la bontà di animo hai illuminato la vita di chi ti era vicino. Il tuo ricordo vivrà sempre nei nostri cuori, la tua luce continuerà a brillare nel cielo e il vento ci porterà il tuo profumo. Giulia, chiederemo giustizia per voi senza mai arrenderci. Il vostro assassino deve marcire in galera,
ha scritto il papà, Franco Tramontano. “Lo grideremo ogni giorno… giustizia!”, ha aggiunto la mamma, Loredana Femiano. Entrambi sono in aula per l’audizione dei cinque testimoni dell’accusa, tra cui i carabinieri che analizzarono i dispositivi elettronici di Alessandro Impagnatiello, estrapolandone i contenuti.
Stando al loro racconto, l’ex barman, nei giorni immediatamente successivi all’omicidio della fidanzata – dopo averne denunciato la scomparsa sostenendo che si fosse allontanata volontariamente dalla casa che condividevano a Senago -, avrebbe cercato online “come evitare i giornalisti”, “come rimuovere macchie di sudore, di sangue e di ruggine”, ma anche informazioni sulla “vita di Alberto Stasi“, l’uomo che sta scontando una condanna a 16 anni di reclusione per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi a Bollate.
Per tutto il tempo si sarebbe mostrato “freddo, non agitato, collaborante”, crollando solo dopo aver capito che gli inquirenti avevano “già un quadro chiaro” contro di lui. Lo ha ricostruito il comandante della sesta sezione nucleo investigativo Gianluca Bellotti ripensando alle prime fasi della vicenda. A riportarlo è Il Giorno, che cita anche alcuni dei messaggi che l’imputato e la vittima si sarebbero scambiati prima dell’omicidio:
Non voglio più pensare che sei il mio compagno così da non aspettarmi più niente da te. Voglio tornare ad essere felice,
scriveva Giulia ad Impagnatiello. Lui le rispondeva:
Vuoi dividerti da me con un bambino in pancia? Fai questi ragionamenti? Ma che madre sei?
Al che lei, visibilmente stanca, aggiungeva:
Non voglio più combattere e vivere al fianco della persona sbagliata. Io sarò una buona madre per Thiago, tu concentrati nel pensare a che padre sarai. Io non posso più vivere così, sono sfinita.
A quel punto la 29enne aveva già scoperto che il fidanzato la tradiva con un’altra ragazza, la stessa che il giorno dell’omicidio aveva incontrato a Milano per un “confronto”. Stando a quanto ha riferito agli inquirenti, Giulia le aveva confessato di voler lasciare Impagnatiello per costruirsi una nuova vita altrove. Quando era rincasata, l’ex barman – che per mesi aveva provato ad avvelenarla – l’aveva colta di sorpresa alle spalle e colpita con 37 coltellate, facendola morire dissanguata insieme al bimbo che portava in grembo, Thiago.
La ricostruzione dei momenti successivi all’omicidio di Giulia Tramontano
Poi aveva provato a bruciarne il corpo, spostandolo prima nel suo box auto e poi in cantina con l’aiuto di un carrello acquistato presso una ferramenta locale. Qualche giorno dopo, a ricerche già iniziate, lo aveva abbandonato dietro all’intercapedine di alcuni garage, disfacendosi degli effetti personali della giovane mentre continuava ad inviarle dei messaggi, fingendosi preoccupato.
Non sono stato una fidanzato ideale, lo so, ma ti amo, sei l’unica ragazza che ha accettato mio figlio (quello avuto da una precedente relazione, ndr). Non posso accettare di vedere che non ti brillano più gli occhi quando mi vedi. Ti prego, dimmi che sei fuggita in un Paese lontano. Batti un colpo,
le avrebbe scritto. Lo riporta sempre Il Giorno, secondo cui i giudici avrebbero poi ascoltato in aula un’amica e collega della vittima.
Sapevo tutto dei tradimenti. Mi disse che era stata contattata da una ragazza che le aveva confessato di essere la fidanzata di Impagnatiello e che lei l’avrebbe incontrata per poi chiudere definitivamente la relazione,
le sue parole, seguite dall’ascolto di un audio che Giulia le avrebbe inviato dopo l’incontro chiarificatore con “l’altra”, dicendole di essere “sotto choc” per ciò che aveva appena scoperto: il fatto che Impagnatiello avesse una vera e propria “vita parallela” e che avesse messo incinta, poco prima, anche la collega, che aveva abortito.
L’ultima testimone, una vicina di casa della coppia, ha riferito che quel giorno sentì Giulia e Alessandro litigare e che, il giorno dopo, notò della cenere sulle scale: pensava che in condominio si fosse tenuta una grigliata. In realtà si era consumato un omicidio. Pochi giorni dopo, messo alle strette, il 30enne lo aveva confessato. La prossima udienza del processo a suo carico si terrà il 23 maggio.