Si chiama Teima Sohaib, ha 21 anni ed è residente a Fermo, nelle Marche: ecco chi è il ragazzo che mercoledì sera è stato arrestato a Lione, in Francia, perché sospettato dell’omicidio della 22enne di origini francesi trovata morta nella cappella di una chiesetta sconsacrata di La Salle, ad Aosta, lo scorso 5 aprile. Gli inquirenti si erano messi sulle sue tracce dopo aver raccolto la testimonianza di una persona che aveva riferito di aver visto i due insieme prima che la ragazza morisse.

Chi è Teima Sohaib? È sospettato dell’omicidio della ragazza trovata morta ad Aosta

Teima Sohaib è di origini egiziane, ma è nato e cresciuto in Italia: stando a diverse fonti, sarebbe ancora residente a Fermo, nelle Marche, ma vivrebbe in Francia, dove mercoledì scorso è stato fermato perché sospettato di aver ucciso la ragazza trovata morta ad Aosta, la sua fidanzata.

Sia all’estero che in Italia, da marzo, secondo l’Ansa, era ricercato per “violazione di controllo giudiziario” dopo essere finito a processo per atti di violenza sulla vittima ed esserne stato allontanato. A parlarne agli inquirenti, che si erano subito messi sulle sue tracce, era stato un testimone, che anche a La Stampa aveva riferito di averli notati insieme la mattina del 2 aprile proprio nei pressi di La Salle.

“Lei era sofferente, emaciata”, aveva detto; entrambi, stando al suo racconto, erano “vestiti di nero“, “dark”. Il ragazzo, “con un buon italiano” gli aveva chiesto quale fosse il supermercato più vicino e dove prendere l’autobus, spiegandogli che avrebbero fatto un po’ di spesa e che poi avrebbero campeggiato in montagna. Sempre La Stampa ieri ha ipotizzato che stessero cercando, in realtà, una “casa di fantasmi” a Derby, una piccola frazione che si trova a poca distanza dal luogo in cui il corpo della ragazza è stato trovato senza vita.

Cos’è successo alla 22enne? Cosa sappiamo e gli elementi ancora da chiarire

L’ipotesi è che si sia trattato di un delitto d’impeto. Che la ragazza sia stata colpita all’addome e al collo frontalmente, fuori dalla chiesetta, per poi essere trascinata di peso al suo interno. Stando ai primi risultati dell’autopsia, effettuata dal medico-legale Roberto Testi, sarebbe morta per dissanguamento a causa delle ferite riportate, compatibili con un coltello.

A dare l’allarme, dopo averla trovata rannicchiata in posizione fetale, pensando che stesse dormendo, era stata una persona del posto che passeggiava. Accanto al suo corpo c’erano dei rifiuti e delle tracce di cibo, ma nessun documento o telefono cellulare.

Nella tarda giornata del 9 aprile i familiari, giunti apposta da Lione, l’avevano riconosciuta; a quel punto la polizia aveva mostrato una sua foto alle persone del posto, incluso il testimone, che aveva appunto riferito del ragazzo che aveva visto insieme a lei.

Un ragazzo che, almeno ad un occhio esterno, sembrava tranquillo: “Non sembrava un tipo violento, tutt’altro. Non sembrava nemmeno uno con problemi di droghe”, aveva detto il testimone, che aveva però pensato che i due giovani si “tagliassero”, che fossero degli “emo”.

Per capire cosa abbiano fatto dopo essere stati avvistati e se davvero il ragazzo si sia macchiato dell’omicidio della fidanzata bisognerà aspettare i prossimi sviluppi delle inchieste aperte sia ad Aosta che a Grenoble.

Proprio lì, tra qualche settimana, il 21enne dovrà comparire davanti ai giudici per le altre accuse che gli sono state rivolte. Il Corriere Adriatico ipotizza che possa anche aver premeditato il delitto per “far pagare” alla giovane il fatto che l’avesse denunciato e che abbia poi cercato di “sfuggire alla giustizia”.