“Nina” è il nome dell’IA ideata dal Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop per proteggere il celebre prodotto made in Italy. Una scelta dettata dalla volontà di avere cura dei prodotti simbolo del nostro Paese. La realizzazione dell’intelligenza artificiale è stata commissionata ad società che si occupa di sviluppo di tecnologie, la Farzati Spa.
L’iniziativa è stata di recente presentata alla stampa al ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste e l’augurio dei creatori è quello di offrire un progetto che tuteli il made in Italy, estendibile a tutti i prodotti che rendono unico e inimitabile in Paese. Un sistema innovativo che tuteli i marchi su larga scala.
La piattaforma “Nina” è già operativa ma ancora in fase di sviluppo e al momento è in grado di verificare, attraverso tecniche di screening, tutti i dati sulla Mozzarella di Bufala Campana Dop. Con un processo di analisi attento e preciso, segnala le possibili imitazioni e contraffazioni, proteggendo l’autenticità del prodotto. Un catalogo di circa 26 mila etichette diverse.
Tag24, per approfondire l’uso del sistema di verifica e scoprire ulteriori dettagli sulla “guardia del corpo” del made in Italy, ha intervistato il direttore del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop, Pier Maria Saccani.
Che cos’è l’IA “Nina”? Il direttore del Consorzio svela l’origine del nome
D: Che cos’è “Nina”? Da dove nasce l’idea di creare un’Intelligenza Artificiale per proteggere l’originalità della mozzarella di bufala?
R: In realtà l’idea è nata da un’esigenza concreta, cioè noi cerchiamo di stare al passo con le tecnologie nell’ambito delle nostre attività. Una delle funzioni fondamentali che spetta al Consorzio di Tutela è proprio tutelare la denominazione di un prodotto da un lato, e dall’altro, i consumatori. Dobbiamo sempre essere sicuri che il consumatore sia in grado di compiere una scelta consapevole e che non venga ingannato.
Per cui quello che noi abbiamo fatto consiste semplicemente nel portare avanti un ragionamento che andasse in questa direzione, trovando un risvolto pratico. Poi abbiamo individuato lo strumento che ci potesse aiutare al meglio nello scopo.
D: Una curiosità, da dove viene la scelta del nome Nina?
R: Perché Nina è famosa nel comparto della bufala è stata una degli esemplari più longevi di sempre. In tutti gli allevamenti, le bufale hanno un nome. E’ una sorta di prassi. Questa bufala ha vissuto quasi vent’anni.
Come funziona “Nina” e in che modo tutela le scelte dei consumatori?
D: Come funziona l’IA? In che modo “Nina” riesce a tutelare la trasparenza dei prodotti e le scelte dei consumatori?
R: Siamo partiti dall’esigenza di tutelare la trasparenza e le scelte dei consumatori per costruire questo progetto. I controlli sono possibili grazie ad una mappatura speciale di tutte le 26.000 referenze che abbiamo sul mercato.
Questo sistema di intelligenza artificiale sostanzialmente sta facendo uno screening di tutti i contenuti testuali e grafici delle nostre etichette e cerca in giro per il mondo qualcosa che ci possa assomigliare. Questo è il meccanismo del funzionamento.
D: Una scelta innovativa che sposa la tradizione…Un legame che funziona?
R: Diciamo che è un’innovazione che aiuta a preservare e proteggere la tradizione. Abbiamo scelto di collaborare con la società Farzati Spa: abbiamo affidato loro lo sviluppo tecnico della piattaforma. Li abbiamo scelti perché già dal 2014 ci affiancano con un sistema di tracciabilità nella filiera Bufalina. Anche questo in funzione tramite un portale.
E’ una società che sviluppa software con cui già collaboriamo e di cui già ci fidiamo. Allora ci siamo rivolti a loro facendo presente quella che era la nostra idea, avevamo il materiale, tutti i dati. Così è partito il progetto per sviluppare un sistema di intelligenza artificiale per agevolare e aiutare il nostro lavoro di vigilanza.
Il direttore del Consorzio: “Difendiamo l’orgoglio italiano e prestiamo attenzione ai prodotti”
D: Ci sono davvero così tanti tentativi di realizzare le mozzarelle fake?
R: E’ un orgoglio italiano. Sicuramente ci sono, ma non è una questione di debellare o andare contro questi tentativi, che possono essere più o meno numerosi; l’importante è prestare sempre molta attenzione.
Poi diciamo che questo sistema è abbastanza più ampio e strutturato. Un’etichetta è composta da vari contenuti. Questi contenuti riguardano da un lato la denominazione, cioè mozzarella di bufala campana, dall’altro lato abbiamo dei marchi dei nostri soci, delle aziende, che costituiscono un altro contenuto.
Da un altro lato abbiamo delle informazioni di natura legale, i riferimenti alle normative, le tabelle nutrizionali e tutto il resto. Quello che noi stiamo facendo è proprio di educare il sistema, perché il sistema è un’intelligenza artificiale, che va in autoapprendimento, cioè impara man mano che lavora. Deve ancora svilupparsi.
Già adesso è in funzione da quasi un mese e ci sta dando i primi riscontri. Per esempio, dato che arriverà la pubblicazione di un nuovo regolamento comunitario sulle indicazioni geografiche, l’IA dirà a noi e ai nostri soci, nella sezione dove hanno le loro etichette e avvertirà se alla prossima ristampa sarà necessario cambiare il riferimento al regolamento, in vista delle modifiche in programma.
D: Qual è stato il riscontro da parte delle istituzioni durante la presentazione al Ministero dell’Agricoltura sulla vostra iniziativa per mantenere maggior controllo sul prodotto Dop?
R: Noi abbiamo presentato l’IA al Ministero lo scorso 9 aprile, proprio perché la nostra attività è estremamente connessa a quella delle istituzioni, cioè noi dipendiamo dal Ministero dell’Agricoltura, per cui tutto quello che facciamo è sostanzialmente in coordinamento costante con loro.
E’ uno strumento che agevolerà l’attività di vigilanza del Consorzio. Noi l’abbiamo presentato al Ministero perché potrebbe essere utile e interessante anche per altre categorie e settori.