Quando si può andare in pensione con 15 anni di contributi versati? In linea di massima si ritiene che alcuni soggetti, previa autorizzazione dall’Istituto di previdenza, possano ambire al trattamento previdenziale con un numero di anni di versamenti previdenziali inferiore ai 20 richiesti per varie formule di pensionamento, tra i quali la pensione di vecchiaia dei 67 anni e la pensione anticipata dei lavoratori del sistema contributivo (che abbiano iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995) dei 64 anni.
Tuttavia, l’uscita con 15 anni di contributi è vincolata a situazioni particolari che fanno capo a quanto spiega l’Istituto di previdenza con la circolare 16 del 2013, in particolare alla lettera b) del punto 2.
Pensione con 15 anni di contributi, ecco quando si può
Si può ancora andare in pensione con 15 anni di contributi versati? La risposta è affermativa e riguarda i soggetti autorizzati dall’Inps. In linea di massima, a poter sperare nel pensionamento con meno anni di versamenti all’Inps rispetto a quelli di media richiesti, sono i lavoratori alle dipendenze e gli autonomi, iscritti all’Ago (Assicurazione generale obbligatoria), che abbiano ottenuto l’autorizzazione da parte dell’Inps a versare contributi volontari. Tale autorizzazione deve risalire a un periodo antecedente alla fine del 1992.
Si ponga il caso, ad esempio, di un lavoratore autonomo o alle dipendenze, che abbia ricevuto l’autorizzazione da parte dell’Istituto di previdenza a versare contributi volontari a fine 1990. In questo caso, si ritiene che il numero di anni sufficiente per la pensione sia fissato a 15.
Pensione 15 anni contributi, le condizioni indicate dall’Inps
Tuttavia, le possibilità di poter agganciare il pensionamento con pochi anni di contributi è vincolata a requisiti e situazioni ben definite, dei quali parla l’Inps nella circolare sopra richiamata. Infatti, nella nota 16 del 2013 si fa un’eccezione a quanto prevede il decreto legislativo numero 503 del 1992 che, al comma 1 dell’articolo 2, eleva i parametri occorrenti per il pensionamento da 15 a 20 anni.
Proprio l’Istituto di previdenza specifica che tale aumento di contribuzione richiesta non si applica a chi, entro il 31 dicembre 1992, abbia ricevuto l’autorizzazione a effettuare la contribuzione volontaria. Deve trattarsi, inoltre, di lavoratori autonomi o alle dipendenze iscritti all’Ago (Assicurazione generale obbligatoria). Il decreto del Presidente della Repubblica numero 1432 del 1971 delinea le modalità di contribuzione volontaria.
Aumento degli anni di contributi richiesti per le pensioni, ultime novità
Si fa presente, ancora, che l’Istituto di previdenza, nella comunicazione sopra citata, specifica che per ottenere la deroga dei 15 anni di versamenti contributivi non sia necessario vantare contributi versati in date anteriori a quella di ottenimento dell’autorizzazione ai versamenti volontari.
Se i 15 anni di contributi previdenziali previsti per alcuni soggetti e alle condizioni che abbiamo descritto consentono di ottenere una pensione di vecchiaia, le attuali norme richiedono almeno 20 anni di contributi. Tale tetto minimo è richiesto per la pensione di vecchiaia sia dei lavoratori del sistema misto o retributivo, che del sistema contributivo puro, unitamente all’età di 67 anni.
Inoltre, i 20 anni di contributi sono richiesti anche per la nuova pensione anticipata contributiva, riservata ai soli lavoratori post 31 dicembre 1995, purché nelle condizioni di aver maturato un assegno di pensione di almeno il triplo rispetto a quello della pensione sociale.
Dal 2027 aumentano i versamenti richiesti per le pensioni
Proprio nelle ultime settimane, l’Inps ha ribadito che anche il requisito contributivo – come quello anagrafico – sarà soggetto a futuri adeguamenti in rapporto alla speranza di vita. Ciò significa che, nelle prossime rilevazioni dell’Istat, l’incremento della contribuzione richiesta potrebbe aumentare di qualche mese esattamente come avviene per l’età.
Si prevede che tale aumento non scatterà prima del 1° gennaio 2027, dal momento che i requisiti della pensione di vecchiaia rimarranno stabili fino a tutto il 2026 come quelli della pensione anticipata dei soli contributi.