Nella serata di ieri al Bernabeu, in un ambiente magico, Carlo Ancelotti ha raggiunto le 200 panchine in Champions League: un traguardo incredibile che lo innalza sempre più come uno degli allenatori più importanti non soltanto della storia della competizione, ma del calcio mondiale.
Ancelotti raggiunge quota 200 panchine in Champions
Sono 200 le panchine che Ancelotti ha collezionato in Champions League da quando è allenatore, la prima con il Parma arrivando poi al grande ritorno con il Real Madrid con cui ha intenzione di chiudere la sua carriera.
Un viaggio incredibile che passa dalle diverse squadre con cui ha allenato e che ha vissuto, in modo sempre diverso, la competizione più importante. È tutto iniziato nel 1997 quando giocò la sua prima partita della fase a gironi con il Parma contro lo Sparta Praga.
Ad oggi, dopo 27 anni, il tecnico italiano può dire di aver raggiunto non soltanto aver scalato una classifica che resterà scolpita negli annali ma soprattutto un traguardo storico che va ad arricchire ulteriormente la sua carriera.
Un discorso che Ancelotti aveva dovuto chiudere sul più bello la scorsa stagione, quando in semifinale di Champions aveva perso 4-0 proprio con il Manchester City ed era stato eliminato lasciando la finale ai Citizens.
Quel 17 maggio 2023 per Ancelotti fu la 191esima panchina nella competizione europea. Un numero non casuale, visto che lo portò a superare un certo Sir Alex Ferguson rimasto a quota 190 presenze durante la sua carriera al Manchester United.
Di queste 200 presenze il tecnico può vantare ben 115 vittorie, il 57% dei risultati, mentre sono 42 le sconfitte e 43 i pareggi collezionati fin qui per un bilancio nettamente positivo nella storia della sua carriera:
- Carlo Ancelotti, 200 presenze
- Alex Ferguson, 190 presenze
- Arsène Wenger, 184 presenze
- Pep Guardiola, 170 presenze
- José Mourinho, 151 presenze
A seguire, nella speciale top 5 degli allenatori con più presenze un’altra colonna portate del calcio inglese come Wenger che ha dato tutta la sua vita all’Arsenal. Per poi concludere con Pep Guardiola e José Mourinho, due allenatori ancora in azione.
Se per Mourinho potrebbe risultare difficile anche soltanto superare Wenger per Guardiola le probabilità di toccare quota 200 sono pressoché sicure, ed è soltanto una questione di tempo vista anche la giovane età.
L’allenatore spagnolo, infatti, ha 53 anni e diversi anni ancora davanti a sé per collezionare altre presenze, una condizione che lo porterà a rincorrere Ancelotti e probabilmente a superarlo quando quest’ultimo si ritirerà.
Tra Real e City finisce in parità, tutto rimandato all’Etihad
Nel post-partita di Real Madrid-Manchester City Ancelotti ha parlato ai microfoni di Sky Sport esprimendo la sua felicità per il traguardo raggiunto e per il successo di tutta un’intera carriera da allenatore e non solo:
“200 partite di nervi e sofferenza ma alla fine va bene, è una competizione che mi ha dato tanta felicità durante tutta la mia carriera, da calciatore e da allenatore”.
Un match davvero intenso e difficile, quello giocato tra il club spagnolo e quello inglese, che ha dimostrato quanto quella tra le due squadre possa essere stata una vera e propria finale anticipata del torneo.
In quest’ottica, visto il 3-3 bilanciato, sarà fondamentale il ritorno all’Etihad Stadium dove però Ancelotti non ha riscosso particolare successo nel suo passato. Basti pensare all’ultimo 4-0 subito proprio in Inghilterra ai danni dei Blancos che portarono all’eliminazione degli spagnoli dalla Champions dello scorso anno.
Per questa 201esima panchina, quindi, il tecnico italiano dovrà inventarsi qualcosa di importante per portare i suoi a proseguire il sogno di qualsiasi calciatore e provare a vincere la Champions League di quest’anno.