È stata identificata, nella tarda giornata di ieri, 9 aprile, la ragazza trovata morta nella cappella di una chiesetta sconsacrata sulle montagne di La Salle, in provincia di Aosta: stando a quanto riporta l’Ansa, si tratterebbe di una 22enne francese che risiedeva a Lione. A confermarlo, i parenti giunti apposta in Italia dall’estero, dove intanto, secondo il Corriere della Sera, sarebbe stato fermato il ragazzo di circa vent’anni che un testimone aveva riferito di aver visto insieme a lei prima che morisse.

Identificata la ragazza trovata morta ad Aosta: ecco chi è

Sull’identità della giovane gli inquirenti mantengono il massimo riserbo: stando a quanto riporta l’Ansa, si tratterebbe, però, di una 22enne di Lione arrivata in Italia dopo aver attraversato diversi Paesi europei, almeno Germania ed Austria.

Dai primi risultati dell’autopsia è emerso che sarebbe morta dissanguata a causa delle ferite da coltello che presentava all’addome e al collo: l’ipotesi è che qualcuno l’abbia uccisa e poi trascinata di peso all’interno della chiesetta sconsacrata.

Sul terreno, infatti, sarebbero stati trovati diversi segni di trascinamento e di sangue. A dare l’allarme, lo scorso 5 aprile, era stata una persona del posto che stava passeggiando: agli investigatori aveva riferito che “sembrava che la ragazza stesse dormendo”: era accovacciata in posizione fetale, con indosso dei leggins neri e una felpa beige. Attorno c’erano rifiuti e tracce di cibo, ma nessun documento che potesse essere utile alla sua identificazione.

La testimonianza chiave di una persona del posto

Fondamentale, per risalire alla sua identità, sarebbe stata la testimonianza di una persona che negli scorsi giorni aveva riferito di averla vista in compagnia di un ragazzo “molto più giovane di lei”. Intercettato da La Stampa, l’uomo, ripetendo quanto già detto agli inquirenti, ha spiegato ai giornalisti che entrambi erano vestiti di nero e che lei sembrava “emaciata e sofferente”.

Stando al suo racconto, i giovani gli avrebbero detto di essere arrivati dal confine svizzero e di voler campeggiare in montagna; lui, allora, gli avrebbe indicato il supermercato più vicino e poi li avrebbe accompagnati alla fermata del pullman, vedendoli salire a bordo. Cosa sia successo dopo non è chiaro: l’ipotesi è che la ragazza possa essere stata colpita al culmine di una lite scoppiata per futili motivi.

Il ragazzo, poi, si sarebbe dato alla fuga portando con sé il telefono cellulare della vittima e l’arma del delitto e raggiungendo l’estero, dove, secondo il Corriere della Sera, sarebbe stato fermato nelle scorse ore. Si tratterebbe di un giovane di circa vent’anni “con i ricci neri e la carnagione olivastra”. Secondo il testimone “si esprimeva con un buon italiano, anche se non sembrava italiano” e appariva, almeno ad un occhio esterno, “tutt’altro” che violento.

Non si sa se possa entrarci qualcosa con il famoso furgone bordeaux o rosso che per diversi giorni prima del ritrovamento sarebbe stato parcheggiato all’inizio del sentiero che porta alla chiesetta sconsacrata di La Salle.

La questione della casa dei fantasmi

Stando a quanto riporta oggi La Stampa, i due ragazzi potrebbero aver deciso di avventurarsi fino ad Aosta per cercare dei ruderi abbandonati e avrebbero chiesto informazioni, in particolare, sulla casa dei fantasmi di Derby, una frazione del comune di La Salle che, secondo una leggenda, sarebbe infestata.

Certezze al riguardo potranno emergere solo dalle indagini, coordinate dal sostituto procuratore Manlio D’Ambrosi. La pista del suicidio sembrerebbe essere stata esclusa; se si tratta di un omicidio bisognerà capire quando si sia consumato e perché.