L’ultimo atto sul processo per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, il 21enne brutalmente ucciso a Colleferro il 6 settembre del 2020 è iniziato oggi, 9 aprile 2024, di fronte alla prima sezione penale della Corte di Cassazione. I Supremi giudici, in serata, si sono pronunciati sui ricorsi presentati dagli imputati e dalla Procura generale contro la sentenza emessa dalla Corte d’assise d’appello di Roma.
Lo scorso 12 luglio i giudici di secondo grado avevano condannato a 24 anni i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, di fatto riducendo la condanna all’ergastolo emessa nei loro confronti dai giudici della corte d’Assise di Frosinone il 4 luglio del 2022.
La Procura generale di Cassazione ha chiesto oggi l’annullamento con rinvio, per ciò che riguarda la concessione delle attenuanti generiche, della precedente sentenza. Rivalutando in questo modo, per i due, il carcere a vita. Un ricorso poi accolto dalla Cassazione.
Processo Willy Monteiro, il pg in Cassazione: “Colpi violenti e ripetuti per 40 secondi su un soggetto inerme”
La Corte d’assise d’appello aveva confermato le condanne di primo grado a 23 anni di reclusione per Francesco Belleggia e a 21 anni per Mario Pincarelli. Mentre la concessione delle attenuanti generiche, equivalenti alla riconosciuta aggravante per i fratelli Bianchi, aveva portato a una riduzione della pena a 24 anni di reclusione per entrambi.
Il sostituto procuratore generale della Corte di Cassazione, Marco Dall’Olio, ha chiesto che vengano rigettati tutti i motivi di ricorso presentati nei confronti degli imputati e accolti i motivi di ricorso della Corte d’appello di Roma. I due fratelli di Artena, infatti, puntano a derubricare l’omicidio volontario in quello preterintenzionale, meno grave.
Nella sua requisitoria Dall’Olio ha parlato di “colpi estremamente violenti e ripetuti” anche “in punti vitali”, inferti su un ragazzo dalla corporatura esile.
Willy, vent’anni appena e nessuna responsabilità nella rissa in cui stava cercando di fare da paciere, è stato picchiato con colpi
a elevatissima intensità. 40-50 secondi sono tantissimi nei confronti di un soggetto inerme. Non vi chiedo di contare fino a quaranta, io l’ho fatto in silenzio. Di colpi bestiali in un lasso temporale così esiguo ce ne sono molti. Willy subisce almeno due colpi a effetto mortale, figuriamoci quelli potenzialmente mortali
ha spiegato il pg di Cassazione. Quindi, secondo l’accusa, i fratelli Bianchi meritano l’ergastolo così come richiesto anche dalla famiglia di Willy.
La Difesa: “Gabriele Bianchi non è sceso dall’auto per uccidere”
Gabriele Bianchi è arrivato sul posto convinto erroneamente di dover intervenire in difesa dei propri amici. Lui appena arriva sul posto dice ‘qua si stanno menando’. Gabriele Bianchi non è sceso dall’automobile per uccidere Willy.
Ad affermarlo è l’avvocato Ippolita Naso, difensore di Gabriele Bianchi, nel corso dell’arringa difensiva di fronte alla prima sezione penale della corte di Cassazione.
L’avvocato Valerio Spigarelli, anche lui difensore di Gabriele Bianchi, ha invece evidenziato come Bianchi sia stato trasformato “in un’icona di violenza”.
I difensori dei quattro imputati hanno chiesto la derubricazione del reato da omicidio volontario con dolo eventuale a omicidio preterintenzionale.
La Cassazione: “Sì al processo di Appello bis”
In serata è arrivata la decisione. La prima sezione penale della Corte di Cassazione ha nnullato con rinvio, ma limitatamente alla concessione delle attenuanti generiche su fratelli Marco e Gabriele Bianchi, la sentenza della corte d’assise d’Appello di Roma, che li aveva condannati a 24 anni.
Per ciò che riguarda, invece, l’accertamento della responsabilità penale dei quattro imputati, la sentenza di assise d’appello è stata confermata.
Francesco Belleggia e Mario Pincarelli, in appello, sono stati condannati rispettivamente a 23 e 21 anni di reclusione. Ora andranno in carcere.
La madre di Willy: “Nessun pentimento”
Non ho visto ancora il pentimento da parte degli imputati. Un pentimento che dimostri che hanno capito il male che hanno fatto a mio figlio.
Queste le parole della mamma di Willy Monteiro Duarte, Lucia Duarte, commentando la decisione dalla corte di Cassazione.
L’omicidio di Willy
Il caso di Willy suscitò un’ondata di commozione in tutta Italia. Il 21enne di origine capoverdiana, aspirante cuoco, fu massacrato di botte a Colleferro, in provincia di Roma, dai quattro imputati.
Il giovane era intervenuto, durante una rissa scoppiata all’esterno di un locale, per difendere un amico: nel giro di pochi attimi diventò il bersaglio della furia cieca del branco. Che lo lasciò esanime a terra, spezzando per sempre tutti i suoi sogni.