Il Pap test è un importante strumento di prevenzione per la diagnosi di tumore alla cervice uterina o per scoprire altre alterazioni citologiche. Si tratta di un esame poco invasivo, sicuro ed affidabile che permette una indagine precoce grazie all’analisi rapida del campione prelevato.

Disponibile per molte donne anche gratuitamente dal SSN, a seconda della fascia di età, va ripetuto però periodicamente per escludere patologie. Ecco ogni quando bisogna ricordarsi di effettuarlo, come funziona la preparazione come fare per interpretare il risultato successivo del test.

Come funziona il Pap test

Il Pap test è un esame non invasivo che consiste in un piccolo prelievo citologico, cioè di cellule, dal collo dell’utero e dalla cervice. Si tratta di un’importante arma di prevenzione e diagnostica che può contribuire alla cura tempestiva di un tumore del collo dell’utero quando in fase iniziale o con risultati sospetti. Utile anche per stabilire eventuali alterazioni cellulari dovute al virus Hpv, che successivamente può causare una neoplasia.

Deve essere fatto periodicamente da tutte le donne sane per uno screening efficace, ripetuto a intervalli regolari a seconda di vari fattori. La pratica è molto veloce e semplice, non presenta rischi e solitamente è anche indolore anche se può occasionalmente provocare qualche fastidio. Dopo l’introduzione dello speculum si preleva con una spatolina il materiale, che verrà poi messo su un vetrino per la valutazione. Successivamente verranno comunicati i risultati.

Può essere fatto sia in sede di visita ginecologica di routine, che da nell’ambito del progetto sanitario nazionale di prevenzione per i tumori. In quest’ultimo caso per molte categorie di donne è gratuito, e potrà essere effettuato in ospedale o consultorio locale su invito della Azienda Sanitaria o dietro prenotazione.

Ogni quanto fare lo screening

Lo screening per la prevenzione dei tumori al collo dell’utero va ripetuto periodicamente per aumentare l’efficacia e la tempestività dei trattamenti in caso di lesioni che possono trasformarsi in una neoplasia o alterazioni a rischio.

Il Pap test quindi è consigliato, nelle donne che hanno iniziato ad avere rapporti sessuali e che non hanno sintomi, ogni tre anni. Le pazienti che invece hanno fattori di rischio più elevati o alle quali sono state già diagnosticate lesioni da Hpv dovrebbero sottoporsi all’indagine ogni anno.

In alternativa, o tra un Pap test e l’altro è possibile fare il test Hpv, per la rilevazione del papillomavirus, che va fatto ogni 5 anni per chi non è vaccinato. E serve a stabilire la possibile infezione che può dare origine ad una lesione precancerosa prima ancora che questa si manifesti.

La preparazione per il prelievo

Quando è ora di fare il Pap test, le pazienti devono seguire alcune semplici regole nei giorni precedenti per fare in modo che tutto di svolga correttamente e senza errori.

  • Astenersi dai rapporti sessuali da tre giorni a 24 ore prima, per non rischiare di alterare il risultato.
  • Non inserire ovuli o fare lavande.
  • Segnalare l’andamento del ciclo in fase di prenotazione perchè il test va fatto in assenza di perdite, preferibilmente 5 giorni prima o dopo l’inizio o la fine delle mestruazioni.

Non sono invece previsti particolari accorgimenti in caso di assunzione di contraccettivi orali, o spirale. Può essere fatto anche durante la gravidanza in sicurezza, dopo il primo trimestre.

Come leggere i risultati del Pap test

I risultati di un Pap test possono variare da positivo a negativo con specifiche indicazioni. Quando è negativo significa che non ci sono alterazioni cellulari sospette. La paziente quindi verrà rimandata al controllo successivo.

Se invece è positivo, bisognerà individuare quale è esattamente l’anomalia sospetta. Saranno probabilmente necessari altri approfondimenti, come il test Hpv, per stabilire la presenza dell’infezione e quale ceppo è responsabile, o una colposcopia per studiare l’esatta natura delle lesioni.