Il tatuaggio all’hennè è una pratica che ha radici culturali antiche ed è molto diffuso tra alcune popolazioni dell’Asia e dell’Africa settentrionale come decorazione, su mani e piedi soprattutto in occasione di celebrazioni e riti e per i matrimoni.

In occidente è una moda estetica, diffusa recentemente, e che permette di ottenere un abbellimento che indolore e temporaneo. Ci sono alcuni accorgimenti da tenere presente prima di fare questo tipo di applicazioni, perchè, pur trattandosi di una sostanza naturale, la tecnica non è esente da rischi e controindicazioni. Vediamo a cosa fare attenzione.

Tatuaggi all’hennè: come funzionano

I tatuaggi all’hennè, che in India vengono chiamati mehndi, e sono diffusi anche in Africa ed in Medio Oriente come decorazioni in occasione dei riti di nozze, sono disegni temporanei fatti sulla pelle di mani e piedi che hanno la funzione simbolica e sacra di buon augurio e protezione.

Praticati ormai da tempo anche nei paesi occidentali, dove vengono però utilizzati soprattutto come abbellimento estetico. Considerato da alcuni come un vero e proprio must da sfoggiare in vacanza. Tanto che sono ormai molti gli operatori che offrono questo tipo di servizio direttamente sulle spiagge.

Si tratta di una tecnica molto antica che prevede l’uso di una pianta, nota per le sue proprietà tintorie, sia sulla pelle che per i capelli, la Lawsonia Inermis.  La pasta ottenuta viene poi applicata sulla zona scelta con l’aiuto di una siringa o di un bastoncino di legno. Sebbene sia una decorazione temporanea, indolore, e fatta con una sostanza naturale, non è però esente da rischi e controindicazioni.

Cosa è l’hennè e come si usa

L’hennè è il prodotto delle foglie essiccate e polverizzate della Lawsonia Inermis. Una pianta conosciuta per molte proprietà benefiche oltre che per il colore tipicamente rossastro e che pigmenta e tinge sia la pelle che i capelli perchè si lega alla cheratina e quindi l’effetto risulta duraturo anche se comunque temporaneo.

L’impasto si ottiene mescolando la polvere con zucchero e acqua bollente, aggiungendo eventualmente anche oli essenziali, e poi facendo riposare il tutto per qualche ora. Successivamente il preparato sarà pronto per l’uso artistico, e per creare disegni grazie all’utilizzo di appositi strumenti.

La pasta applicata sulla pelle poi va fatta seccare fino a quando non sarà possibile eliminare l’eccesso e vedere il risultato di pigmentazione finale.

Quanto dura un tatuaggio temporaneo

Un tatuaggio temporaneo all’hennè ha una durata variabile ma non è mai definitivo. I tempi possono cambiare in base alle abitudini e alla frequenza dei lavaggi, oltre che a seconda dei prodotti utilizzati per l’igiene. Il disegno può quindi durare da qualche giorni fono anche a quattro settimane, e per migliorarne il mantenimento più a lungo è consigliabile non applicare creme lozioni o detergenti aggressivi.

Con il tempo andrà progressivamente a sbiadire fino a scomparire del tutto. Pur essendo una pratica antica e considerata sicura perchè prevede l’uso di prodotti naturali però, può nascondere alcune complicazioni. Anche se in percentuale molto minore rispetto a quelle di un tatuaggio permanente.

Rischi e controindicazioni

I tatuaggi all’hennè sono solitamente considerati sicuri e naturali, poco aggressivi perchè l’applicazione è fatta con sostanze vegetali innocue per la pelle. Purtroppo però non è sempre così, e pur essendo una pratica temporanea bisogna fare attenzione ai possibili rischi. Il più importante è quello di una possibile reazione allergica o dermatite. Che si manifesta con prurito e rossore, specialmente in soggetti sensibili.

Questo si verifica con più frequenza quando la pasta usata è addizionata con sostanze chimiche che servono per aumentare la durata e la pigmentazione, la para-fenilendiammina. Per questo è importante scegliere sempre un centro estetico serio e con certificati sanitari in regola piuttosto che affidarsi a improvvisati tatuatori di strada. Inoltre la pratica è sconsigliata su bambini e adolescenti.