La segretaria del Partito democratico, Elly Schlein prova a correre ai ripari, prima la tegola di Bari e lo strappo di Giuseppe Conte, che all’ultimo si è sfilato dall’accordo sulle primarie, poi le inchieste di Torino che hanno portato alle dimissioni del Capogruppo Pd alla giunta regionale, Raffaele Gallo. Schlein si gioca la carta del codice etico. Sembra rimarcare ancora una volta la strada già battuta dal M5S che ne prevede uno per Statuto già da gennaio del 2023, eppure la segretaria dimentica che il suo Partito ha già, come ricordano molti militanti, un suo codice di comportamento.

Cos’è il Codice etico di Schlein e come funziona

Definito ‘Codice di autoregolamentazione’ e messo a punto dal Commissario del Pd per la Campania, Antonio Misiani, valida per la sua Regione, ma praticabile anche per il resto del Partito, il codice etico consiste in un’autodichiarazione, con cui chi si candida si impegna a denunciare alle sedi competenti e agli organi di Partito, eventuali voti di scambio e altre difformità sulla tenuta legale degli altri componenti del Partito democratico.

Non solo, ma oltre a questo, è necessario come già avveniva in passato fornire il proprio Curriculum e casellario giudiziario.

Picierno: “Esiste già, è il controllo del casellario giudiziario”

La deputata dem, Pina Picierno, polemizza con l’iniziativa di Elly Schlein, e dice su X che non solo un codice etico esiste già, ma i problemi del suo partito sono altri: di tipo politico ed organizzativo.

“Tutto serve tranne che usare questo casino per rinchiudersi nella torre d’avorio della propria superiorità morale per poi decidere in solitudine. Nel corso degli anni sono stati evocati lanciafiamme e rivoluzioni ma poi sul territorio siamo sempre rimasti in pochi armati di coraggio, sì, e di una fionda speciale che é stata la solidarietà che abbiamo costruito nella buona battaglia, tra persone e tra correnti diverse, che no, non sono sempre una bestemmia”.

Rossomando (Pd): “È tempo di riformare il Partito”

La senatrice del Pd,  Anna Rossomando, intervenendo sull’inchiesta di Torino sulle infiltrazioni mafiose negli appalti autostradali e che ha portato alle dimissioni del capogruppo Pd della Giunta torinese, Raffaele gallo, chiede una riforma nel Partito per rendere tutto più chiaro e trasparente:

“Non si può sottovalutare questa condizione ed è necessario proseguire con ancora più determinazione e tempismo nel processo di riforma del partito e delle modalità di selezione della classe dirigente, valorizzando le tante energie presenti, allargando la partecipazione e restituendo valore alle battaglie politiche che si fanno per il bene comune. C’è un partito fatto dai nostri militanti che tengono aperti i circoli, si spendono nel confronto quotidiano con le persone e le loro difficoltà e che vogliono una discussione e un impegno sulla politica”