La piccola isola di Alicudi, in Sicilia, appartenente all’arcipelago delle Eolie, ha un grave problema di sovraffollamento delle capre. Sono circa 600 gli esemplari presenti nei pressi del paesino, composto da poco più di 100 abitanti.
I cittadini chiedono una soluzione concreta al problema e il sindaco di Lipari, Riccardo Gullo, sembra averla trovata insieme alla Regione Siciliana: donare tutte le capre ad allevatori disposti a crescerle e tenerle in salute fino alla fine del loro ciclo di vita.
Da sempre creature affascinanti e pacifiche, sono docili, facili da gestire e amichevoli con l’uomo. Le caprette tibetane nane ad esempio, sono considerati a tutti gli effetti degli animali domestici. Numerose associazioni animaliste si sono schierate contro il primo cittadino e la Regione, preoccupate per il futuro delle capre per un presunto rischio di macellazione.
Tag24 ha intervistato il sindaco Riccardo Gullo su questa delicata ed intricata situazione.
Intervista a Riccardo Gullo (Sindaco di Lipari): “Gli allevatori non sono interessati ad uccidere o macellare le capre”
D. Cos’è successo esattamente? Come mai questo sovraffollamento di capre?
R. “E’ un fenomeno più che normale nelle nostre isole e in tutto il mondo. Molte famiglie detengono capre e può capitare che qualcuna scappi via, si riproduca con altri esemplari e moltiplichi la razza a dismisura. Il sovraffollamento è una situazione comune anche per altre tipologie di animali, non ci vedo nulla di anomalo, anzi”
D. Come cederà le capre agli allevatori?
R. “Non sono io, ma è la Regione che è il gestore della riserva. Io ho convidiso una soluzione concreta: “donarle agli allevatori” perché un allevatore, a differenza di altri competitor, non è interessato ad uccidere o macellare l’animale poiché ne gode del prodotto, come formaggio e latte.
D. Si è confrontato con le associazioni animaliste?
R. “Io non credo che un allevatore macelli le capre donate, perché ha la fortuna di riceverle gratuitamente e aumentare la produzione della propria azienda. A queste associazioni vorrei chiedere: “Cosa sarebbe accaduto se avessimo preso in considerazione l’idea di abbattimento delle capre?” (come accaduto ai mufloni dell’Isola del Giglio). Quello che sento di dire a questi signori è che sono animalista altrettanto. Non ho mai cacciato, pescato o ucciso animali, ci siamo posti per primi quale fosse il migliore futuro per le capre”
Le capre potenzialmente malate saranno comunque adottate dagli allevatori
D. Come state gestendo la situazione? Lei o la Regione ha un accordo in essere con gli allevatori affinché non le macellino?
R. “La modalità di gestione della situazione spetta alla Regione. Naturalmente è un ente molto serio e ci sarà un veterinario preposto per visitare le capre“
D. Potenziali capre malate saranno comunque adottate, anche se non in grado di fornire latte o di favorire la produzione delle aziende?
R. “Certo, è un’idea promozionale serena, nessuno ce l’ha con le capre. Stiamo cercando semplicemente di alleggerire una pressione. Queste povere bestiole, rischiano di morire di fame e non trovare né da mangiare, né da bere“
D. “Si parla di un vero e proprio ‘boom’ di adesioni per l’adozione delle capre, come mai?”
R. “Siamo stati telefonati non solo dall’Italia, ma dall’Albania, dalla Nigeria e da tutte le parti del mondo. Tante persone intelligenti si sono interessate, tutte totalmente opposte all’idea di macellare queste povere bestiole, parliamo di allevatori o di amanti degli animali, che con passione, vogliono dare un futuro migliore alle capre. Se questo sistema si applicasse ad altre specie che invadono le città o ambienti particolari, penso sarebbe un ottimo modo di risolvere il problema”.