Scarface 40 anni e non sentirli. Talmente tanto che la pellicola iconica di Brian De Palma torna oggi in tutte le sale cinematografiche e potrà essere vista fino al 10 aprile. Restaurata in 4k, sarà un’occasione unica di godersi il capolavoro che consacrò definitivamente il talento di Al Pacino in un genere che anche Francis Ford Coppola esplorò con grande talento in quegli anni. Se siete cultori di frasi storiche come “Il saluto per tutti, il rispetto per pochi, il cuore per uno, i piedi in testa da nessuno” e della gesta epiche ma poco raccomandabili di Tony Montana, questi sono i vostri giorni. Distribuito da Lucky Reds, il lungometraggio potrò essere gustato tra pop-corn e grande schermo in un’opera di recupero culturale che la casa di distribuzione aveva già applicato all’altro titolo cult “Il cacciatore”.
Scarface 40 anni, la trama
Così la trama di Scarface, dove recita anche un grande Mark Margolis, viene sintetizzata dal blog di settore Tanadelcobra.com:
“Nella primavera del 1980 il porto di Mariel Harbor fu aperto e in migliaia salparono per gli Stati Uniti. Erano in cerca del Sogno Americano. Uno di loro l’aveva trovato tra i viali soleggiati di Miami… ricchezza, potere e passione oltre i sogni più selvaggi. Era Tony Montana. Il mondo lo ricorderà con un altro nome: Scarface.”
L’ispirazione di De Palma venne dall’omonimo film del 1932 di Howard Hawks con Paul Muni nei panni di Tony Camonte, anch’esso cruento e folle gangster di origini italiane a Chicago. Gli storici della settima arta ricordano che, in quel caso, la sceneggiatura la firmava il leggendario scrittore, commediografo e sceneggiatore Ben Hecht e che, alla base del titolo, ci stava l’omonimo romanzo del 1929 di Armitrage Trail, per il quale l’autore si era ispirato alla leggendaria figura criminale di Al Capone.
Alcune chicche del film
In occasione dei 40 anni di “Scarface” vengono svelate alcune perle poco note legate alla lavorazione della pellicola. L’idea di spostare a Miami l’ambientazione del remake e di trasformare il protagonista in un immigrato cubano era stata di Sidney Lumet, che inizialmente aveva lavorato al progetto. Purtroppo i contrasti con il produttore Martin Bregman portarono il regista a mollare il tutto passando “la patata bollente” al collega Brian che nel 2018, in occasione degli allora 35 anni dall’uscita del film negli Stati Uniti, con l’allora Trump da poco Presidente, così s’espresse su quella staffetta artistica:
“Sono sempre stato interessato a fare film su persone che iniziano in modo piuttosto umile, acquisiscono molto potere e alla fine si isolano e vivono nel loro mondo. Potrebbe essere qualcosa di quello che stiamo vivendo?”
Il culto di Tony Montana
A 40 anni dall’uscita nelle sale di “Scarface”, quest’opera si riprende qualche rivincita. Il film, infatti, all’uscita negli Usa nel 1983 era stato un successo al botteghino ma diversi critici lo avevano accolto negativamente a causa dell’estrema violenza e per via dei toni narrativi esasperati. Non solo. Alcune comunità di immigrati cubani avevano attaccato De Palma perché temevano che la sua opera potesse avvalorare degli stereotipi su di loro. Eppure qualcosa accadde. Negli anni successivi, tuttavia, è diventato una sorta di cult, ipercitato in film, serie, video, videogame, canzoni (da Nas a Bob Dylan, passando, fra gli altri per Snoop Dogg e Drake) e sui social. Lo capì per primo Al Pacino, da poco tornato single, che l’anno scorso spiegò così il concetto al New York Times:
“Fai molti film e ti rendi conto che alcuni non ce l’hanno ma sapevo che c’era un battito che continuava a pulsare in questo. Ovunque stessi girando, in Europa, la gente veniva da me a dirmi ‘Ehi, Tony Montana’. In Israele gli israeliani venivano volevano parlare di Scarface e lo stesso succedeva con i palestinesi”.