L’halving è ormai visto alla stregua di un catalizzatore rialzista per il prezzo di Bitcoin. In effetti quanto avvenuto nel corso dei tre precedenti dimezzamenti conferma tale impressione. Stavolta, però, questa narrazione potrebbe rivelarsi fallace. A renderla tale l’approvazione da parte della SEC degli ETF spot su BTC, avvenuta il passato 10 gennaio. Andiamo a vedere perché.
Il boom del prezzo di Bitcoin stavolta potrebbe non esserci?
Ormai è una sorta di mantra: dopo l’halving BTC esploderà letteralmente, a livello di prezzo. Con logico corollario di previsioni rutilanti, a volte nell’ordine delle centinaia di migliaia di dollari. Solo che, stavolta, il vero boom potrebbe essere già avvenuto, incentivato dall’esordio degli ETF spot.
In molti, prima che la SEC decidesse di dare il suo benestare a tale esordio, pensavano che gli effetti di questa decisione si sarebbero sommati al dimezzamento delle ricompense spettanti ai minatori, provocando una crescita esponenziale del prezzo di Bitcoin.
Ora, però, più di qualche osservatore inizia ad esternare i propri dubbi in tal senso. Per capire meglio, occorre partire da Brian Dixon, CEO della società di investimento Off the Chain Capital: “Se guardiamo alla domanda in generale da quando sono stati lanciati gli ETF, si è già creato un tremendo shock dell’offerta.” Lo stesso Dixon ha poi aggiunto: “Una volta che si verifica l’halving e l’offerta viene ulteriormente ridotta, è logico pensare che il prezzo aumenterà.”
Logico, ma non certo scontato. In effetti, la domanda da parte dei fondi è stata significativamente superiore ai 900 nuovi BTC estratti quotidianamente. Un dimezzamento che, solitamente, si traduce in una spinta ancora più incisiva sui prezzi.
Il prezzo dell’icona crypto, però, è già aumentato del 46% dall’11 gennaio, giorno di inizio della negoziazione degli ETF spot negli Stati Uniti. La loro domanda è stata così forte che il prezzo dell’asset digitale è salito a un nuovo massimo storico per riuscire a tenerne il passo. E proprio da qui, hanno iniziato a serpeggiare i primi dubbi.
Inizia a serpeggiare una certa preoccupazione
Il primo parere in cui appare una certa preoccupazione è quello espresso da David Lavant, responsabile della ricerca presso FalconX. Proprio lui ha infatti affermato: “Questa è la prima volta in cui Bitcoin supera i suoi massimi storici prima dell’halving, quindi c’è un po’ di preoccupazione che gli ETF abbiano spinto in avanti la domanda e che forse rimarremo dove siamo per un po’ di tempo”.
Un parere cui ha fatto eco Anthony Anderson, fondatore e CEO di Param Labs e Kiraverse: “Gli ETF su Bitcoin hanno evitato l’impatto del dimezzamento dell’offerta acquisendo massicciamente BTC dall’inizio dell’anno.”
Mentre James Siffart, analista ETF di Bloomberg Intelligence rilancia affermando che il dimezzamento potrebbe non influenzare i flussi degli ETF in considerazione della già elevata domanda da parte degli investitori, almeno nel breve termine. Ecco quanto da lui affermato: “Sappiamo che molti miner utilizzano scambi OTC per scaricare i loro BTC e anche gli emittenti di ETF li utilizzano per ottenere i loro Bitcoin man mano che i flussi entrano nel fondo. Quindi teoricamente il potenziale dimezzamento delle vendite di bitcoin dei minatori potrebbe significare che gli afflussi di ETF avranno un impatto maggiore sul mercato sottostante. Ma negli ultimi mesi gli afflussi di ETF hanno ampiamente superato qualsiasi importo fornito dai minatori”. Tanto da spingerlo a prevedere che un eventuale impatto dell’halving non sarà di grande rilievo.
Il discorso potrebbe mutare nel lungo termine
Il discorso in questione, però, dovrebbe essere preso come spunto dagli investitori riferendolo al breve termine. Mentre in quello lungo le cose potrebbero differire notevolmente. L’halving, infatti, potrebbe accentuare l’attrattiva del Bitcoin come asset class per gli investitori istituzionali. Almeno questa è la tesi di Bob Iacchino, co-fondatore della società di analisi Path Trading Partners: “Penso che il dimezzamento sarà una delle cose migliori per Bitcoin dal lancio degli ETF. Al centro c’è un meccanismo di protezione dall’inflazione, che sta tornando a crescere”.
Quello della fiammata dei prezzi, con l’instabilità che può conseguirne, è in effetti un tema su cui si inizia a riflettere non poco. Molti investitori, infatti, hanno iniziato a interrogarsi sul modo migliore di proteggere il proprio portafogli in una situazione come l’attuale. E, in un momento simile, proprio un asset come Bitcoin, che è in fondo un bene finito, sembra in grado di catalizzarne l’attenzione.