La questione relativa all’indagine cui la Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti ha sottoposto la Ethereum Foundation preoccupa non poco i criptofans. Proprio a questo proposito, però, una recente analisi condotta dagli analisti del Global Markets Strategy di JP Morgan ha condiviso una serie di preziosi approfondimenti. Dai quali sembrano fuoriuscire notizie confortanti per la comunità raccolta intorno a Vitalik Buterin.
Il rapporto di JP Morgan su Ethereum
L’analisi degli analisti della banca d’affari statunitense, si è andata a soffermare in particolare sui progressi fatti registrare dalla Ethereum Virtual Machine, nel corso degli ultimi anni. Una serie di modifiche che potrebbero influire in maniera rilevante sulla classificazione di ETH ai sensi della normativa sui titoli.
Il punto messo in grande rilievo dal rapporto, è rappresentato dalla quota decrescente dello staking di Lido in Ethereum, un punto il quale, a detta degli estensori dello studio, potrebbe giovare non poco alla Ethereum Foundation, l’organismo svizzero cui è giunta la comunicazione della SEC sull’indagine in corso.
Proprio la decentralizzazione dello staking su Ethereum, infatti, è indicato come un fattore chiave per mitigare le preoccupazioni normative sul tema. Il rapporto di JP Morgan è abbastanza chiaro, in tal senso: “Ciò dovrebbe ridurre le preoccupazioni sulla concentrazione sulla rete Ethereum, aumentando così la possibilità che il token eviti di essere designato come sicurezza in futuro”.
Gli estensori della pubblicazione vanno poi a rilevare un altro aspetto che potrebbe contribuire a migliorare la posizione di Ethereum. Stiamo parlando dei cosiddetti “documenti Hinman”, all’interno dei quali si afferma a chiare note come proprio la decentralizzazione rappresenti un aspetto chiave. E, soprattutto, indica come i token espressi da blockchain decentralizzate a sufficienza siano da considerare “non titoli”. A renderli tali proprio la mancanza di un gruppo in grado di controllare le reti e indirizzarne le decisioni a proprio vantaggio.
Spira ottimismo, nella comunità di Ethereum
Il rapporto stilato dal Global Markets Strategy di JP Morgan ha notevolmente rinsaldato la fiducia all’interno della comunità di Ethereum. In particolare, è stato Joe Sassano, una delle figure di spicco al suo interno, a mettere in evidenza come lo staking rappresenti una realtà sempre più concorrenziale.
A tal proposito, occorre sottolineare come stando ai dati di DefiLlama il valore totale bloccato (TVL) nei token usati nel restaking (LRT) abbia ormai superato gli 8,3 miliardi di dollari. In prima fila, in tal senso, la piattaforma ether.fi, che vanta un TVL di 3,27 miliardi di dollari. Subito dietro Renzo, con un TVL di 2,3 miliardi di dollari, mentre anche protocolli come Kelp e Puffer fanno registrare una crescita notevole.
Ai miglioramenti in termini di decentralizzazione, lo studio di JP Morgan ha poi affiancato il costante lavoro di aggiornamento tecnologico portato avanti sulla EVM. Non solo Dencun, appena condotto in porto, ma anche Petra, atteso nel futuro. Tra le migliorie apportate, si cita in particolare l’introduzione di miglioramenti di rilievo come i blob e gli alberi Merkle. Grazie al loro apporto, infatti, la blockchain ha dato luogo ad una crescita in termini di efficienza e scalabilità.
Il momento particolare di Ethereum
L’indagine della Securities and Exchange Commission va a calarsi in un momento molto particolare per Ethereum. Nel corso del primo trimestre del 2024, infatti, l’azienda ha aumentato i propri ricavi dell’80%, anche grazie all’apprezzamento sul mercato del token.
A questo dato va aggiunto anche quello riguardante i validatori della EVM, che hanno superato la soglia del milione. Un dato che conferma la centralità della blockchain all’interno della finanza decentralizzata. Proprio per questo l’intera criptosfera guarda con interesse mista a preoccupazione l’indagine della SEC. Ove Ethereum fosse indicato come titolo, il passo successivo sarebbe con ogni probabilità l’allargamento delle richieste di risarcimento ad un gran numero di protocolli. Considerate le richieste elevate nei confronti di Ripple, due miliardi di dollari, non è una prospettiva esaltante, per il settore.