Ripple è l’ultimo grande attore ad entrare nel mercato delle stablecoin, almeno per ora. Ovvero, in un mercato che vale 150 miliardi di dollari e che sta attirando sguardi estremamente interessati. L’azienda ha infatti dichiarato la sua intenzione di lanciare una valuta digitale ancorata in rapporto paritario al dollaro statunitense.
Naturalmente, almeno nelle intenzioni, per ogni dollaro virtuale emesso ce ne sarà uno come riserva sotto forma di asset reali, ovvero dollari, titoli di Stato ed equivalenti in contanti. Altro particolare importante, le riserve saranno analizzate da una società di revisione contabile mese dopo mese, coi risultati costantemente disponibili per il pubblico. Non è stato però reso noto, almeno per ora, chi sarà incaricato di farlo.
Ripple si appresta a sfidare un lotto estremamente qualificato di concorrenti
La nuova stablecoin di Ripple sarà rivolta al mercato statunitense, ma l’azienda non esclude l’offerta di altri prodotti sui mercati europei e asiatici. Con questa decisione si aggiunge un ulteriore sfidante in un settore per ora dominato da Tether e Circle, l’emittente di USDC. La prima vanta una capitalizzazione di mercato superiore ai 106 miliardi di dollari, la seconda oltrepassa la soglia dei 32 miliardi.
Già PayPal, il gigante dei pagamenti elettronici, aveva deciso in precedenza di lanciare il suo guanto di sfida in un settore che prospetta molte opportunità. Il CEO di Ripple, Brad Garlinghouse, ha però dichiarato di essere fiducioso sulla riuscita dell’operazione. Secondo lui, infatti, il settore è destinato ad aumentare le proprie dimensioni nel futuro. Aprendo di conseguenza nuove opportunità, di cui anche l’azienda californiana intende usufruire.
I motivi dietro il lancio di una stablecoin da parte di Ripple
Quali sono i motivi alla base della decisione di Ripple? È stato proprio Garlinghouse ad affermare che la società ha deciso di introdurre una stablecoin sul mercato lo scorso anno in risposta al “depegging” del token USDT di Tether e dell’USDC di Circle.
USDT, infatti, ha temporaneamente perso il suo ancoraggio al dollaro nel 2022, in concomitanza con il crac di Terra (LUNA). Mentre USDC è sceso temporaneamente sotto la fatidica quota di un dollaro nel 2023, dopo la rivelazione della propria esposizione al collasso di Silicon Valley, l’istituto di credito focalizzato sulla tecnologia blockchain.
Proprio a proposito di Tether, non sono pochi i critici che contestano l’origine delle sue riserve, tanto da dubitare che la società sia capitalizzata a sufficienza per reggere a una corsa allo sportello. Una tesi contestata da Tether, affermando che il suo token è pienamente supportato da riserve di qualità e di essere sempre stata in grado di far fronte ai prelievi, anche in tempi di difficoltà.
Una tesi che è però stata contestata ripetutamente e sulla quale grava un fatto di non poco conto: il certificatore delle sue riserve è noto per aver indicato come sani, nel novembre del 2022, i bilanci di The Rock Trading, la più grande piattaforma italiana di criptovalute. Soltanto tre mesi dopo la stessa società è fallita, ingoiando oltre 20 milioni di euro nel suo crac.
La stablecoin potrebbe fungere da valuta ponte
Alcuni analisti, dal canto loro, hanno avanzato l’ipotesi che una stablecoin Ripple sarebbe del tutto funzionale al suo prodotto On-Demand Liquidity, teso a regolare rapidamente le transazioni tra banche e altre società finanziarie.
Sinora è stato utilizzato XRP come valuta “ponte”, incontrando però ostacoli di rilievo con banche e società di pagamento. Santander, ad esempio, ha scelto di non utilizzare il token dopo aver appurato che Ripple non era ancora attiva in un numero di mercati sufficiente per supportarne le esigenze.
La nuova stablecoin quindi, potrebbe ovviare a questo problema. Lo stesso Garlinghouse, però, ha affermato che l’azienda non intende rinunciare a XRP e che la stablecoin rappresenterebbe un prodotto complementare per l’ecosistema di Ripple.
Intanto, Tether ha già iniziato le schermaglie con Ripple. Alla domanda di un commento da parte della CNBC sulla mossa di Ripple e sui commenti di Garlinghouse, un suo portavoce ha detto testualmente: “Ci auguriamo che il team di Ripple abbia più successo con la sua nuova stablecoin di quanto non abbia avuto finora.”