Il proprietario del Milan, Gerry Cardinale, ha parlato a cuore aperto dell’acquisto del Milan e delle difficoltà avute durante il primo periodo, poi ha rivelato nuove informazioni su quello che sarà il nuovo stadio rossonero.

Cardinale torna sull’acquisto del Milan e sul nuovo stadio

Il progetto altisonante per il nuovo stadio e le complicazioni durante i primi tempi dopo l’acquisto del Milan, sono tante le rivelazioni del proprietario rossonero Gerry Cardinale a margine dell’ultima intervista rilasciata.

Parole con cui Cardinale ammette le difficoltà che sono implicite in un’affare che sulla carta non era facile da completare e soprattutto da gestire nel primo periodo di acquisizione. Queste le sue parole al The Deal:

Acquistare il Milan è stata la cosa più dura che abbia mai affrontato, ma anche la migliore. Ma l’ironia è che è stato tutto imposto da me stesso. Avevo un bisogno imprenditoriale che dovevo soddisfare, ed era proprio il tipo di cose che facciamo sempre più spesso in RedBird. Il modo in cui la finanza istituzionalizzata a Wall Street si è evoluta, non viene compensata per quella quantità di attività, di rimboccarsi le maniche, di lavorare sodo e tutto il resto. E dico compensato non solo in termini di denaro, ma anche in termini di sforzo complessivo.

Ogni volta che sollevavo il tema di AC Milan internamente o qui negli Stati Uniti, tutti dicevano: ‘Sei pazzo’ o ‘Non pensare mai di investire in Italia’. Ma alla fine ci siamo trovati a fare il giro del cerchio. Elliott era il proprietario del Milan. Il Milan era indebitato, in origine c’era un proprietario cinese, che ha fatto un buco nell’acqua ed Elliott è entrato, ha escusso il pegno ed è diventato proprietario. Sono molto informato su come abbiano fatto un lavoro fenomenale nei quattro anni in cui hanno posseduto il Milan, dal 2018 a quando lo abbiamo acquistato nel 2022, per risanarlo”.

Una trafila complessa su cui, però, lo stesso Cardinale non ha mai smesso di credere a differenza dello scetticismo generale che c’era attorno a lui e alla situazione. A primeggiare soprattutto la capacità del proprietario rossonero di sapersi adattare velocemente a qualsiasi situazione, anche quella meno favorita:

“Quando sono subentrato, è stata una sfida perché avevano appena vinto lo scudetto. Quindi, in realtà, ho adottato un approccio diverso da quello che faccio di solito: per il primo anno non ho fatto nulla. Davvero, mi sono limitato a guardare. La cosa migliore che puoi fare è non entrare in campo con le armi spianate“.

Uno stadio in stile americano per i rossoneri

Nella lunga intervista che Cardinale ha concesso c’è anche spazio per parlare non soltanto di tutta la manovra dedicata all’acquisto del club rossonero, e quindi il passato, ma anche per guardare al prossimo futuro.

Il fondatore di RedBird è tornato a parlare del progetto che riguarda lo stadio: una costruzione in pieno stile americano, all’avanguardia e che permetterà al tifoso un’esperienza a 360 gradi. Poi, Cardinale, si sposta sul tema dei diritti tv – altro argomento caldo:

Sarà uno stadio sullo stile americano, con 70.000 posti a sedere. Porteremo la musica a Milano e costruiremo qualcosa. Un grande evento dal vivo, un campus di intrattenimento per Milano, davvero legato alla squadra, ma qualcosa di simile al Milan. È interessante, perché dovremo trovare un modo per cristallizzare il valore. Ma è qualcosa che probabilmente dovreste possedere per sempre, che è il massimo dell’iconicità e delle opportunità, come piattaforma. E costruiremo questo nuovo stadio. Quando avremo finito di costruire lo stadio, vi prometto che noi avremo una società che costruirà stadio.

Il Milan è davvero uno dei club più importanti. Credo che sia uno dei primi quattro marchi a livello globale nel calcio. E ora, con l’abbattimento delle barriere grazie allo streaming e la possibilità di trasmettere queste partite negli Stati Uniti in diretta, i ragazzi più giovani oggi conoscono tutti, non solo la Premier League: non posso che dirvi che ho ricevuto più commenti da persone, persone che conosco, persone che non conoscevo, quando abbiamo comprato il Milan da New York e dagli Stati Uniti che dall’Europa. Anche i diritti tv saranno un’evoluzione. Non c’è molta concorrenza per i diritti tv in Europa”.