Zombies 3 è una serie cinematografica, composta da tre film, trasmessa su Disney+. La storia è ambientata a Seabrook, una città di fantasia divisa in due parti da un muro che deve separare gli umani dagli zombie.

Zombies 3: quali dinamiche si creano?

In Zombies 3 si assiste a esplosioni di fabbriche cittadine, e trasformazione di umani in zombie, creando uno scenario horror dove i mostri attaccano gli umani per mangiare i loro cervelli. Negli anni, il governo trova un modo per controllare gli istinti animaleschi degli zombie, attraverso un bracciale ad impulsi elettrici. Nonostante le leggi anti mostro, agli zombie è concesso di provare a frequentare la scuola insieme agli umani.

I temi principali

I rapporti tra le due fazioni sono tesi, tra il rancore generatosi e le provocazioni la situazione è critica. Le incomprensioni sono superate quando gli opposti riusciranno a conoscersi e convivere pacificamente. Dalla visione del primo film, sono due i temi fondamentali: gli stereotipi e il razzismo. Gli zombie da carnefici diventano le vittime. La pellicola è uno specchio della storia dell’umanità che ciclicamente e con caratteristiche differenti si ripete. Lo stereotipo accompagna tutta la fazione degli umani caratterizzati dall’assoluta perfezione: l’uso dei colori rosa, e azzurro, a seconda del sesso del personaggio.

Come vengono superati gli stereotipi?

Anche gli zombie sono stereotipati: il mostro che mangia cervello è considerato imperfetto, sporco e portatore di infezioni. Di conseguenza deve essere isolato. Lo stereotipo viene superato nel corso della narrazione grazie alla caratterizzazione dei personaggi. Si scopre che gli umani non sono così perfetti e pieni di pregiudizi dettati dall’ignoranza della realtà, o dall’avversione verso una realtà che è fuori dalla zona di comfort. Gli zombi, nel loro desiderio di rivalsa, dimostrano in più occasioni di non essere più i mostri di anni prima e di aver sviluppato delle capacità elevate in vari settori.

Oltre il politically correct

Zombie è un prodotto che tratta tematiche importanti senza i dictat del politically correct, e riesce a rappresentare l’idea che le differenze possono trasformarsi in punti di forza e che gli stereotipi e i pregiudizi sono frutto della non conoscenza. Il più grande merito di questa serie è di rappresentare come l’introduzione di gruppi, culturalmente differenti, può creare forti tensioni, ma che con il passare del tempo possono essere superate grazie alla consapevolezza e al rispetto delle reciproche diversità.