PayPal ormai da tempo ha deciso di rivolgere la sua attenzione alle criptovalute. Ritenendole una realtà con cui occorre fare i conti ha creato le condizioni affinché i propri clienti possano acquistarle e venderle sulla propria piattaforma, inclusi Bitcoin ed Ethereum, per poi trasferirle su portafogli esterni.
L’ultima mossa in tal senso è quella annunciata nella giornata di ieri, relativa alla possibilità offerta agli utenti degli Stati Uniti di utilizzare la propria stablecoin PYUSD per finanziare i pagamenti internazionali. Una mossa che sembra consigliata dall’intento di farne crescere la rilevanza, in un settore che vede già l’ingombrante presenza di giganti come Tether e USDC.
PayPal abilita la funzione Stablecoin-to-Fiat per gli utenti USA
I clienti statunitensi di PayPal USD possono ora convertire i propri token PYUSD in dollari e inviare il denaro a destinatari in circa 160 paesi di ogni parte del globo, senza dover versare commissioni. A renderlo possibile l’utilizzo della sua piattaforma di pagamento Xoom, come è stato spiegato da un comunicato emesso nella giornata di ieri.
PYUSD di PayPal è un token lanciato sulla Ethereum Virtual Machine, facente parte a pieno titolo della famiglia delle stablecoin. Ovvero di quei coin che si propongono di bypassare l’eccessiva volatilità delle valute digitali “normali”. Ancorato paritariamente al dollaro statunitense e garantito da riserve in contanti e titoli del Tesoro a breve termine, PYUSD è stato emesso l’anno passato da Paxos Trust Co.
Nella criptosfera queste monete virtuali sono ampiamente utilizzate da molti utenti al fine di concludere transazioni quando non hanno immediatamente accesso alle valute fiat detenute in una banca tradizionale. Un ottimo strumento per dare una decisa accelerazione alla propria esperienza di trading che non è passato inosservato all’interno di PayPal.
I motivi dell’iniziativa
È stato il vicepresidente senior di PayPal per il gruppo blockchain, criptovalute e valute digitali, Jose Fernandez da Ponte, ad assumersi il compito di spiegare l’iniziativa. Lo ha fatto affermando che la mossa si basa sull’obiettivo di promuovere l’adozione mainstream delle criptovalute, condiviso dall’azienda.
Lo stesso Fernandez da Ponte ha poi aggiunto: “Quando abbiamo deciso di portare PayPal USD sul mercato, avevamo due obiettivi da raggiungere: creare qualcosa che avesse un valore stabile per massimizzare la fiducia degli utenti e garantire che avesse utilità per il commercio e i pagamenti”.
Se al momento non è riuscito a conseguire dimensioni tali da impensierire Tether e USDC, situandosi al 319° posto nella classifica di CoinMarketCap, PYUSD potrebbe però crescere in maniera esponenziale nel futuro. A porre le basi per questa crescita potrebbero essere gli oltre 400 milioni di utenti dell’azienda e proprio per andare loro incontro è stata attivata la funzione Stablecoin-to-Fiat, anche se per ora limitata a quelli degli Stati Uniti.
Considerato come al momento la capitalizzazione di mercato di PYUSD si attesti a poco meno di 200 milioni di dollari, contro gli oltre 106 miliardi di Tether, è facile capire come i margini di miglioramento siano enormi. Per cercare di sfruttarli occorre però invogliare i clienti e l’implementazione di questa funzionalità va proprio in questa direzione.
Stablecoin e pagamenti transfrontalieri
La mossa di PayPal ripropone l’associazione delle stablecoin ai pagamenti transfrontalieri. Un settore in forte crescita, come indicato di recente da un’analisi pubblicata da Juniper Research. Al suo interno si afferma che entro il 2028 il valore dei pagamenti transfrontalieri dovrebbe conseguire una quota del 73% rispetto al totale dei pagamenti effettuati in stablecoin. Diventerebbe quindi il caso d’uso largamente predominante, dato su cui probabilmente si è riflettuto all’interno di PayPal.
Ad accelerare i tempi in tal senso, potrebbe anche essere stata un’altra valutazione, quella relativa a Ripple. Anche l’azienda californiana, infatti, sta lavorando ad una sua stablecoin, che dovrebbe essere lanciata in breve su XRP Ledger e sulla blockchain di Ethereum. Da qui l’esigenza di fare presto, per non lasciare spazi troppo larghi ad una concorrenza sempre più agguerrita.