Bomarzo, conosciuto come il parco dei mostri, meglio noto come Sacro Bosco di Bomarzo, situato a località Giardino, in provincia di Viterbo, è considerato un luogo surreale, d’ispirazione, unico, con attrazioni particolari. Le statue, imponenti, e perfettamente integrate si estendono su una superficie di circa tre ettari.

Bomarzo è famoso perché considerato un luogo di ispirazione

Il Sacro Bosco nasce nel XVI secolo su commissione del principe Orsini, era un regalo che doveva a sua moglie Giulia Farnese. La progettazione fu affidata all’architetto napoletano Pirro Ligorio, mentre la realizzazione fu opera di Simone Moschino, che a villa Orsini di Bomarzo aveva iniziato la sua attività di scultore. Per secoli, dopo la morte del principe, questo luogo rimase abbandonato e dimenticato. I pastori della zona sfruttarono il terreno per i loro pascoli, finché nel 1948, grazie alle informazioni ricevute da alcuni amici italiani, Salvador Dalì, il massimo esponente del surrealismo, lasciò l’America per visitare il parco. Il pittore ne rimase talmente impressionato da trovare ispirazione per alcune sue opere. La visita venne anche documentata in un video d’epoca, ancora oggi disponibile presso l’archivio Luce di Cinecittà.

1954: anno dei lavori di ripristino e di riscoperta del luogo

La vera riscoperta del luogo avverrà solo nel 1954 grazie ai coniugi Bettini, che si impegnarono, anima e corpo, nei lavori di ripristino. A quasi 500 anni dalla sua creazione, il Parco dei Mostri è ancora avvolto da un fitto alone di mistero. La presenza di elementi simbolici trasporta il visitatore in una sorta di dimensione onirica, un viaggio della mente alla riscoperta di se stessi. Possiamo considerare ciò che vediamo arte?

Diversi stili in simbiosi

Non solo fredde statue, ma mostri, animali mitologici, e divinità che, sembrano animarsi grazie all’imponenza del loro aspetto, e rappresentano sogni e paure di chi questo giardino lo ha commissionato. Si percepisce, forte, una simbiosi di stili: grottesco, classico, rinascimentale ed etrusco. Vi è anche una profonda riflessione sul mondo reale, soprattutto in presenza della statua del Nettuno che con i suoi mostri invita al rispetto del suo territorio: “Notte e giorno… Noi siam pronte a guardar d’ogni ingiuria questa fonte…” Quel rispetto troppo spesso dimenticato.

La casa pendente come la Torre di Pisa

La stessa riflessione si può fare visitando l’interno della casa pendente paragonabile alla Torre di Pisa, in cui si affrontano la perdita di equilibrio, e di orientamento. Difficile non provare un senso di smarrimento e agitazione, simili ad alcune fasi della vita. Per questo motivo, visitare la casa è un invito a far riposare l’animo e provare ad acquisire nuova consapevolezza: “Animus quiescendo fit prudentior ergo/ l’animo che riposa diventa più saggio”. Una grande torre, la Rotonda, la cui cima viene raggiunta dopo una piccola fatica simbolica, rappresenta la fine di un ostacolo e l’elevazione dello spirito proprio come Ercole con le sue 12 fatiche.

Cosa rappresenta la visita al parco?

La visita al Parco dei mostri non è solo una banale visione di statue scolpite nella pietra, ma un vero salto nel surrealismo. Si tratta di arte alternativa che, attraverso i miti, il grottesco e l’imponenza delle opere, stimola la fantasia del viaggiatore ad profonda riflessione su tematiche reali diventando così fonte di ispirazione.