È stato condannato a 24 anni di reclusione Giuseppe Buono, l’ex badante di 43 anni che nel luglio del 2022 uccise la 91enne Maria Grazia Martino, ferendo gravemente la sorella Adele, di 88, nella loro abitazione di via San Leonardo a Salerno. Secondo i giudici agì “crudelmente” nel tentativo di sottrarre alle due donne anziane e al fratello che viveva con loro, allettato, l’ingente somma di denaro che custodivano in casa e risanare un debito di droga.
Condannato a 24 anni di reclusione l’ex badante Giuseppe Buono: era accusato di omicidio, tentato omicidio e rapina
Nella villetta a due piani di via San Leonardo, a Salerno, Giuseppe Buono aveva lavorato come badante. Nel luglio del 2022, “conoscendo le abitudini delle due donne e l‘ingente disponibilità di denaro custodita in casa” vi si intrufolò, entrando dalla porta d’ingresso, “lasciata sempre socchiusa”, dopo aver scavalcato un muretto laterale, munito di una mazza di ferro di circa 30 centimetri.
L’obiettivo? Entrare in possesso dei soldi di Maria Grazia Martino e della sorella Adele per ripagare un debito di droga che da tempo lo tormentava. Il piano era semplice: dopo essersi introdotto nell’abitazione mentre le due donne riposavano, avrebbe cercato il denaro, lo avrebbe preso e se ne sarebbe andato, facendo perdere le sue tracce.
Qualcosa, però, andò storto: una volta entrato e aver chiuso la porta della camera da letto del fratello delle Martino, allettato, il 43enne si imbattè nelle due signore, “che per lo spavento – dopo che lui aveva afferrato la borsa di una di loro in soggiorno – iniziarono a urlare e a chiedere aiuto”. Adele cadde; Maria Grazia fu colpita alla nuca; poi Buono cercò di trascinarle per le scale e di rinchiuderle in uno stanzino, finendo per farle rotolare giù.
La mattina successiva erano ancora lì quando uno dei loro nipoti, preoccupato di non sentirle, andò a controllare se stessero bene e fece la macabra scoperta: Adele era gravemente ferita, ma viva, e fu immediatamente ricoverata; per Maria Grazia invece non c’era già più niente da fare. Il fratello, Isidoro, era rinchiuso nella sua stanza: lì – ma il badante non lo sapeva – erano nascosti 380 mila euro in contanti.
L’arresto, la confessione e il processo
I sospetti degli inquirenti si concentrarono subito su Buono per una serie di motivi: non solo l’uomo era stato ripreso da alcune telecamere di videosorveglianza nei pressi della villetta, ma aveva anche lasciato un’impronta al suo interno.
Quando fu arrestato ammise immediatamente le proprie responsabilità e si disse “pentito, oltre che scioccato, per quanto commesso”. In carcere ha cercato di cambiare vita, intraprendendo anche un percorso di disintossicazione dalla droga.
Per questo motivo i giudici della Corte d’Assise di Salerno, pur avendogli riconosciuto delle aggravanti – come la crudeltà e l’aver agito ai danni di persone anziane – gli hanno concesso le attenuanti generiche, condannandolo, come richiesto dal Pm Lucia Vivaldi, a 24 anni di reclusione.
La sua storia, riportata da Il Mattino, ricorderà a molti quella della badante 25enne di origine ucraina accusata di aver ucciso la 77enne Rosanna Aber a Bergamo: stando a quanto ricostruito finora, l’avrebbe spinta da una delle finestre della sua abitazione dopo che lei l’aveva sorpresa a rubarle dei soldi da giocarsi alle slot.
In un primo momento aveva cercato di depistare le indagini, sostenendo che l’anziana si fosse suicidata; poi le indagini, insieme alle testimonianze dei parenti e conoscenti della vittima, l’avevano incastrata. Il suo nome è Krystyna Mykhalchuk.