La domanda di esonero contributivo sulla parità di genere potrà essere presentata fino al 30 aprile 2024 per i bonus spettanti sulle certificazioni del 2023. L’incentivo spetta alle imprese che hanno conseguito la certificazione nello scorso anno, invitate a inoltrare l’istanza per ottenere lo sconto sui contributi previdenziali pari all’1 per cento, fino a un tetto di 50.000 euro all’anno in base al personale presente in azienda.

Potranno fruire dell’esonero contributivo anche le imprese che la certificazione l’hanno conseguita nell’anno 2022. Per queste ultime, tuttavia, non è necessario presentare una nuova domanda in quanto, nella maggior parte dei casi, la validità della documentazione è di tre anni.

Il bonus contributivo sulla certificazione di parità di genere è stato previsto dai commi 1 e 2, della legge 162 del 2021, poi attuato dal decreto ministeriale del 20 ottobre 2022. Secondo quanto prevede la legge 162, “per l’anno 2022, alle aziende private che siano in possesso della certificazione della parità di genere tra uomo e donna, è concesso – nel limite di 50 milioni di euro – un esonero dal versamento dei complessivi contributi previdenziali a carico del datore di lavoro”.

Il successivo comma specifica che, l’esonero contributivo di cui al comma 1, “è determinato nella misura non superiore all’1% e nel limite di 50mila euro annui per ciascuna azienda, riparametrato e applicato su base mensile”.

Domanda esonero contributivo 2024 sulla parità di genere, che cos’è?

Anche nel 2024 si può presentare la domanda dell’esonero dei contributi Inps nella misura dell’1% per le imprese che abbiano ottenuto la certificazione di parità di genere nel 2023. Il bonus va riparametrato, considerando:

  • che il tetto dell’esonero bisogna considerarlo al netto dei contributi di piccolo importo non esonerabili per natura;
  • che il limite massimo della misura è fissato in 50.000 euro all’anno per datore di lavoro e in 150.000 euro totali per le certificazioni di durata triennale. Le imprese che hanno conseguito la certificazione nell’anno 2022 e che avessero già presentato istanza nello scorso anno, non dovranno presentare una nuova domanda all’Inps quest’anno;
  • su base mensile, il bonus taglia i contributi previdenziali di un importo massimo pari a 4.166,66 euro al mese.

Domanda esonero contributivo 2024, chi e come presentare l’istanza?

Per presentare la domanda all’Inps entro il 30 aprile 2024 dell’esonero contributivo delle aziende che si sono certificate per la parità di genere nel 2023 è necessario far riferimento al messaggio dello stesso Istituto di previdenza numero 4614 del 21 dicembre 2023. Più nel dettaglio, la piattaforma Inps da utilizzare è il Portale delle agevolazioni (ex DiResCo), disponibile a questo indirizzo.

Le imprese interessate dovranno utilizzare il nuovo modello telematico “SGRAVIO PAR_GEN_2023” all’interno del quale sono da immettere i seguenti dati:

  • la retribuzione media complessiva mensile dell’azienda;
  • la media della forza aziendale;
  • l’aliquota media contributiva totale a carico del datore di lavoro.

I dati da inseriti devono essere inerenti all’intero periodo di validità della certificazione. Per le durate triennali, quelle più frequenti, si tratta di effettuare anche delle stime informative che all’Istituto di previdenza servono per il calcolo delle risorse da stanziare. I fondi stabiliti dal comma 1, della legge 162 del 2021 sono pari a 50 milioni di euro all’anno.

Bonus certificato parità di genere 2024, dove si trova il modello di domanda Inps?

Qualche avvertenza da parte dell’Inps sussiste nell’indicazione dei dati previsti dal modello per la richiesta dell’esonero contributivo quale bonus per la certificazione di parità di genere. In merito all’informazione sulla retribuzione media al mese, le imprese devono far riferimento a tutto il personale derivante dalla stima per tutto il periodo di validità della certificazione. Il modello richiede anche il nome dell’ente certificatore che ha rilasciato il documento e il codice alfanumerico identificativo della certificazione.

La risposta alle domande presentate dalle imprese avverrà a cura dell’Inps che farà una ricognizione delle istanze pervenute. Il passaggio serve a verificare la capienza delle risorse o l’eventuale riproporzionamento dei bonus tra i richiedenti.