In Francia, i deputati hanno discusso un disegno di legge per vietare la produzione e la vendita dei prodotti che contengono i Pfas, sostanze chimiche conosciute come inquinanti eterni a causa della loro resistenza nell’ambiente.

Francia, legge Pfas: il sì dell’Assemblea Nazionale, si aspetta il Senato

I deputati hanno votato all’unanimità in prima lettura la proposta di legge volta a ridurre in Francia la produzione e la vendita dei prodotti che contengono inquinanti eterni, ovvero i Pfas. Per essere adottata definitivamente, la bozza dovrebbe essere approvata anche dal Senato durante la sessione del 30 maggio.

La proposta è stata presentata dai Verdi ed è passata dalla commissione senza grandi dibattiti. Tuttavia, durante la discussione in aula, i legislatori della maggioranza e quelli del campo presidenziale erano divisi sulla proposta originale. Il primo ministro, Gabriel Attal, ha espresso delle riserve e ha affermato che l’uso dei Pfas è una questione che dovrebbe essere affrontata a livello europeo.

I Pfas sono presenti in una serie di oggetti che vengono utilizzati quotidianamente come padelle con rivestimento in Teflon, imballaggi per gli alimenti, smalto per le unghie, rossetti e alcuni abbigliamenti tessili. Le industrie, quindi, erano contrario ad un divieto delle sostanze chimiche Pfas sostenendo che potrebbe avere un peso sull’occupazione.

Dopo una serie di modifiche, la proposta di legge è stata adottata con 186 voti favorevoli e nessun voto contrario.

Il disegno di legge non verrà applicato agli utensili da cucina


Il testo originale presentato dalla maggioranza prevedeva di vietare, a partire dall’1 gennaio 2026, la produzione, l’importazione e la vendita di qualsiasi prodotto cosmetico, prodotto in cera per gli sci o prodotto tessile, abbigliamento e utensili da cucina contenenti i PFAS, ad eccezione degli indumenti protettivi per gli addetti alla sicurezza. Il governo ha rimosso gli utensili da cucina dal testo. I prodotti tessili sarebbero interessati dal divieto a partire dall’1 gennaio 2030.

Il settore degli imballaggi non è stato incluso nella discussione dato che l’Unione europea ha già raggiunto un accordo per i prodotti utilizzati da questo settore.