Una corsa senza esclusioni di colpi, con battutine e frecciate che mettevano da una parte e dall’altra due candidati diversi: Edoardo Garrone, patron dell’ERG, ed Emanuele Orsini, vicepresidente di Confindustria. Oggi 4 aprile quest’ultimo diventerà il presidente dell’associazione che riunisce gli industriali italiani, succedendo a Carlo Bonomi.

Nel suo ultimo discorso Bonomi ha ricevuto molti applausi dai suoi vecchi colleghi, che Garrone però indica pieni di pregiudizi nei suoi confronti. Orsini ringrazia per la vittoria e annuncia nuovi progetti per Confindustria.

Confindustria, Garrone lascia ed Orsini diventa nuovo presidente

A voler essere precisi, l’ufficialità dell’elezione di Emanuele Orsini a presidente di Confindustria avverrà nell’assemblea generale del 23 maggio. Il consiglio generale di oggi a via dell’Astronomia, però, è stato decisivo in tal senso, perché Edoardo Garrone ha ufficializzato il ritiro della sua candidatura.

Lo ha fatto con una lettera che in toni amari spiega di non aver sentito nei suoi confronti l’appoggio che invece sembrava forte a molti osservatori esterni:

Per una Confindustria forte, occorre mettere un candidato nelle condizioni di potersi scegliere squadra e struttura liberamente, senza alcun condizionamento e negoziazione che lo renderebbe debole e ne sancirebbe il fallimento sin dall’inizio. Non serve che un candidato possa vincere per qualche voto, magari frutto di ‘impegni o scambi’ eccessivi e per me intollerabili o inaccettabili.

Per Orsini il voto di maggio sarà una formalità, ma sarà interessante capire chi lo voterà e quanti voti a favore riceverà. Nel consiglio generale di oggi Orsini ha ricevuto 147 voti del consiglio generale su 173 presenti, con 17 schede nulle.

Garrone ha avuto modo di parlare in privato con Orsini, che gli ha garantito una linea politica rispettosa dell’indipendenza del Sole 24Ore e del valore della Luiss. Il nuovo presidente ha rilasciato poche parole su cosa farà nel prossimo futuro:

Dopo una campagna impegnativa, una campagna molto complicata, oggi siamo riusciti a ricompattare Confindustria come è giusto che sia perché deve guardare avanti, alla realtà dell’industria italiana, per poter dare al Governo e all’Europa soluzioni per la crescita delle nostre imprese.

L’ultimo discorso di Bonomi: “Quattro anni stimolanti. Ora serve unità”

Finisce quindi la presidenza di Carlo Bonomi, che ha dovuto affrontare anni difficili a causa della pandemia e di polemiche interne a causa di alcune sue decisioni giudicate poco rispettose della storia di Confindustria: ad esempio propose la sua persona come presidente della Lega calcio nel 2022 (anche se era presidente appunto degli industriali italiani) o, parlando dell’attualità, la pretesa di diventare presidente della Luiss con generosi benefit.

Il Consiglio generale di Confindustria ha scelto comunque di applaudire a lungo l’ultimo discorso di Bonomi, che non poté festeggiare la sua elezione nel 2020 a causa del Covid. Un passaggio delle sue parole auspica a Confindustria un radioso futuro:

Ho avuto quattro anni stimolanti. E’ stata una campagna elettorale intensa ma Confindustria si compatta sempre su un presidente. Saremo tutti al suo fianco.