Un argomento interessante che, spesso, può generare dubbi riguarda la donazione indiretta di denaro ai figli, soprattutto se affrontato da un punto di vista fiscale.

Si tratta di un contesto molto ampio, in cui possono rientrare i soldi regalati da un genitore ad un figlio oppure il denaro donato per altre motivazioni specifiche a terzi.

Le operazioni possono avvenire tramite bonifico o transazione bancaria, ma anche tramite il denaro contante.

Vediamo quali sono tutti gli aspetti legati alla donazione indiretta di denaro ai figli e come funziona.

Come funziona la donazione indiretta

La donazione viene disciplinata dall’articolo 769 del Codice Civile come il contratto con cui una parte arricchisce l’altra per puro spirito di liberalità.

Le donazioni possono essere dirette o indirette. Nel testo ci occuperemo delle seconde, ovvero gli atti che producono gli effetti economici propri delle donazioni, pur non essendo donazioni sotto l’aspetto tecnico giuridico.

Quella indiretta ricorre nei casi in cui si fornisce ad un terzo la possibilità economica necessaria per acquistare un bene.

Possiamo fare l’esempio di un genitore che compra una casa al figlio o che versa una modica somma di denaro sul conto corrente. Si parla di donazione indiretta quando si verifica un arricchimento del beneficiario in correlazione ad un impoverimento del disponente.

Per spiegarci ancora meglio, la donazione indiretta si verifica quando si giunge allo stesso risultato di quella diretta non direttamente, ma attraverso un procedimento che porta allo stesso risultato.

Quali sono le imposte sulla donazione

Le donazioni sono soggette al versamento di un’imposta. La percentuale dell’imposta di donazione viene determinata in base al valore della cosa donata e anche al grado di parentela tra il donante e il donatario.

Di seguito, ecco elencati i valori:

  • Coniuge e parenti in linea retta, genitori e i figli, anche naturali, i rispettivi ascendenti e discendenti in linea retta, gli adottanti e gli adottati, gli affiliati: aliquota del 4% e franchigia pari a 1.000.000 di euro;
  • Fratelli e sorelle: aliquota del 6% e franchigia pari a 100.000 euro;
  • Altri parenti fino al 4° grado, affini in linea retta e affini in linea collaterale fino al 3° grado: aliquota del 6%;
  • Altri soggetti: aliquota dell’8%;
  • Persona portatrice di handicap: aliquota del 4%, 6%, o 8% a seconda del legame di parentela e franchigia pari a 1.500.000 euro.

Tassazione donazione indiretta di denaro ai figli

Tra le forme più comuni di donazioni c’è proprio quella in denaro, ovvero avente come oggetto il trasferimento di somme da un soggetto ad un altro per spirito di liberalità.

Anche se indirette, sono comunque oggetto di controlli da parte dell’Agenzia delle entrate, in caso di registrazione volontaria delle parti. L’Amministrazione finanziaria, infatti, effettua spesso controlli, utilizzando strumenti come il redditometro.

È molto importante verificare che i guadagni siano equilibrati con le uscite economiche. Si tratta, anche in questo caso, di controlli volti ad evitare casi di evasione fiscale. Anche nel caso delle donazioni di denaro ai figli, quindi, è molto importante che l’operazione sia tracciabile, indicandone l’opportuna causale.

Le donazioni indirette ai figli, quando un genitore paga la casa del figlio o dona del denaro al figlio (donazione informale) sono tax free, in quanto non sussiste l’obbligo di registrazione. Quindi, se l’atto non viene registrato, allora non può esserci imposizione indiretta.

C’è comunque una soglia limite da rispettare: 1 milione di euro. Se la donazione dovesse superare il milione di euro, verrebbe applicata l’imposta di donazione e di registro. Il suddetto valore aumenta ad un milione e mezzo se si tratta di figli portatori di handicap.