Corruzione elettorale: questa l’accusa nei confronti di Antonio Donatelli, sindaco di Triggiano, in provincia di Bari, che è stato arrestato oggi 4 aprile 2024 dai Carabinieri. Ai domiciliari anche Sandro Cataldo, marito dell’assessore regionale ai Trasporti, Anita Maurodinoia, che ha dato le dimissioni, in quanto indagata nell’ambito della stessa inchiesta.

In tutto sono dieci le ordinanze di custodia cautelare eseguite. Secondo gli inquirenti le persone arrestate avrebbero messo in atto un meccanismo illecito in occasione delle elezioni amministrative del 20 e 21 settembre 2020 nel comune di Grumo Appula, e successivamente del 3 e 4 ottobre 2021 nel comune di Triggiano.

Arrestato Antonio Donatelli, sindaco di Triggiano, in provincia di Bari: l’accusa è di corruzione elettorale

Delle persone arrestate, una è finita in carcere: si tratta dell’assessore alla Polizia Municipale del comune di Grumo Appula, il 30enne Nicola Lella. Altre sette sono ai domiciliari e due con divieto di dimora nel comune di Triggiano.

Stando a quanto emerso, tutti sarebbero coinvolti, a vario titolo, in un’associazione finalizzata alla corruzione elettorale.

Le indagini, condotte dai carabinieri, hanno consentito di svelare un accordo illecito attraverso il quale, in entrambe le consultazioni elettorali, sono state pilotate le preferenze di voto di numerosi elettori offrendo in cambio soldi e altre utilità.

In particolare Sandro Cataldo, responsabile del movimento politico “Sud al centro”, attraverso un’associazione che riusciva a orientare le preferenze, avrebbe acquisito voti in maniera illecita nello svolgimento delle consultazioni nel comune di Triggiano nel 2021.

L’obiettivo era far rieleggere l’allora sindaco e altri due consiglieri comunali, che invece non sono destinatari di misura. Donatelli, il primo cittadino poi effettivamente rieletto, è quindi finito ai domiciliari.

Cinquanta euro per ogni voto

Secondo gli investigatori ogni voto è stato “acquistato” versando 50 euro. Chi accettava l’accordo avrebbe dovuto consegnare una copia dei propri documenti d’identità e della scheda elettorale, in modo che potesse avvenire un preciso conteggio, sezione per sezione.

La verifica veniva effettuata direttamente durante lo spoglio, dove alcuni “gregari” verificavano che le persone si fossero recate a votare e avessero mantenuto la parola data.

I carabinieri, la sera del 6 ottobre 2021, avevano scoperto, in un cassonetto nel quartiere San Giorgio di Bari, parti di fotocopie di documenti d’identità, codici fiscali di cittadini, nonché un certo numero di fac- simile di schede e volantini di propaganda elettorale.

Stesso sistema illecito anche a Grumo Appula

L’indagine ha permesso di accertare, inoltre, che un sistema analogo era già stato già collaudato l’anno precedente, in occasione delle consultazioni a Grumo Appula, sempre in provincia di Bari.

In quel caso, il risultato da raggiungere sarebbe stato la rielezione dell’allora assessore alla Sicurezza e alla Polizia Municipale Nicola Lella, ora finito in carcere.

Diversi gli indizi di colpevolezza individuati. Tra questi, due fogli sui quali era riportato un elenco di elettori, già “catalogati” per nome, cognome, data di nascita, cellulare e sezione elettorale. Nominativi a cui dovevano essere versati i cinquanta euro pattuiti.

In corrispondenza di più nominativi era stato già trascritto anche un chiarissimo “ok”, in modo da certificare l’avvenuto ritiro della somma.

Si è dimessa l’assessore regionale ai Trasporti Maurodinoia

L’assessore regionale ai Trasporti, Anita Maurodinoia, risulta indagata e questa mattina è stata perquisita.

Ha quindi deciso di rassegnare le sue dimissioni dall’incarico, accettate dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, nei giorni scorsi coinvolto in una querelle con il sindaco di Bari Antonio Decaro.