Continua ad evolversi il mondo della tecnologia e arriva a toccare anche la sfera più intima, privata della nostra quotidianità. L’AI offre nuove strade pronte a ridefinire i confini personali, che riguardano la sessualità e, in tutto il mondo, migliaia di utenti si dedicano al “sexting” con i chatbot AI.

Si tratta di un tema ancora non conosciutissimo in Italia ma, a livello internazionale sono sempre di più le persone che si impegnano in conversazioni intime ed esplicite con i loro “compagni virtuali”. Ricevono risposte automatizzate e appaganti su piattaforme che li tengono incollati davanti allo schermo. Un nuovo modo, questo, di rapportarsi al sesso?

Tag24 Ha voluto presentare il fenomeno ad una specialista, la psicologa, psicoterapeuta sessuologa Maria Tinto che, in particolare, si è concentrata sulla psiche degli utenti uomini.

Sesso con le AI, perché alcuni uomini preferiscono farlo in chat con i bot?

Durante la discussione, l’esperta ha rilasciato dichiarazioni esplicative su alcuni elementi determinanti come: ansie frequenti riguardo la prestazione, il rapportarsi verso l’altra persona e le dinamiche di potere nelle relazioni, che potrebbero condizionare la scelta di rivolgersi a delle chat-bot, anziché a persone in carne ed ossa, quando si parla di sesso.

D: Perché c’è questa ondata di utenti che cercano intimità con i robot?

R: E’ una nuova dimensione della sessualità umana che si affaccia su una panoramica già abbastanza devastata dall’uso della pornografia online. Perché oggi la pornografia online è una presenza, uno degli “altri nei” della sessualità. L’uso che se ne fa è più frequente e anche per quanto riguarda l’età di chi accede a questi contenuti, si abbassa sempre di più. Questo va a discapito di quella che è la sana vita sessuale di ogni individuo.

Il motivo è legato sempre a una base di incertezza, di inadeguatezza nelle persone che si approcciano a queste forme tecnologiche.

Si tratta di alternative a quelli che sono i rapporti umani, perché è chiaro che confrontarsi con l’altro è faticoso, è difficile, ci si mette alla prova, bisogna superare tanti limiti che ognuno di noi ha, tante paure. E’ molto più comodo invece affidarsi ad uno schermo, oppure ad un robot, che soddisfa tutte le nostre fantasie, le fantasie dei maschi, in particolare, i quali asserviscono queste macchine alle loro idee, i loro poteri. Io penso che in tutte le relazioni ci sia una sorta di potere e l’esercizio di potere. Quindi la sessualità è forse, a mio avviso, il luogo dove l’espressione del potere può raggiungere anche delle vette abbastanza disfunzionali.

Soddisfare il piacere è un altro rischio che non si vuole correre

D: Ma non viene meno il piacere, approcciandosi semplicemente con uno schermo, senza una persona vicino?

R: Ma la persona vicina presuppone un mettersi in gioco, confrontarsi. C’è anche il fattore di soddisfare poi il desiderio dell’altro. Non dimentichiamoci che maschi, a differenza delle donne, hanno una capacità sessuale che tiene conto della prestazione. Questo li mette al rischio. Invece di fronte a uno schermo o con una bambola, o con il robot, è chiaro che questo rischio io non me lo gioco e mi proteggo da eventuali fallimenti.

Già che oggi viviamo in una società dove l’esercizio del potere sessuale da parte dei maschi è abbastanza risolto. (Mi esprimo con termini maschi e femmine riferendomi al genere). Le femmine oggi non sono quelle che passivamente accettano certe forme, anche di esercizio sessuale, solo per soddisfare il desiderio maschile. Oggi sanno cosa vuol dire un’erezione, un orgasmo, sono molto più informate, più preparate e quindi il piacere, come è giusto che sia, è anche loro e anche loro chiedono la loro parte nei rapporti sessuali. E molto spesso i maschi ci perdono.

Fare sesso con le AI potrebbe modificare i rapporti umani

D: Ma questo approccio potrebbe modificare i rapporti umani e sessuali con le persone?

R: Questo è molto molto probabile perché certamente alimenta queste forme di sessualità fatte in maniera solitaria oppure in maniera da esercitare le proprie fantasie su una persona, una macchina, un’entità per l’altro. Quindi c’è questa macchina che non ha nessuna capacità di empatia, di esprimere emozioni, e quindi avviene un deterioramento di quella parte così complessa, di quella parte bellissima, che noi chiamiamo emozioni, scambio emotivo.

Si potrebbero “contaminare” le relazioni e soprattutto le emozioni personali. E poi c’è anche un altro rischio, sia la pornografia online, sia questa modalità di esprimere la sessualità, rischiano di far considerare sempre più il corpo della donna come un oggetto. E questo potrebbe alimentare la misoginia, potrebbe alimentare anche il disprezzo verso le donne.

Dal punto di vista del sesso online, del sesso con una macchina, c’ è sempre al centro l’esercizio del potere del maschio, dal punto di vista antropologico, che ha sempre esercitato sulla donna e che quindi ha trovato delle forme che per molti aspetti riescono ad esprimere questo esercizio di potere in maniera soddisfacente. Tuttavia, queste forme rappresentano una trappola, perché è chiaro che, chiudersi nel mondo della solitudine e della non condivisione con l’altro può determinare anche l’acquisizione di disturbi della sessualità, che non dimentichiamo, oggi sono di notevole aumento tra i maschi.

Sesso e consenso, la scelta di chattare con i bot

D: Questa scelta secondo lei ha a che fare con il consenso?

R: Certo, perché il consenso non c’è in questi casi, non viene espresso. E’ eliminato, dato per scontato, perché comunque questi robot hanno la peculiarità di servire le persone. Vanno ad assecondare i bisogni, i desideri, le fantasie degli utenti.

D: C’è chi potrebbe pensare addirittura che questa pratica ‘sia un bene’. Alcuni online scrivono “meglio così, che rivolgersi alla prostituzione, o commettendo dei crimini” , lei cosa ne pensa?

R: Io non sono contro la prostituzione perché è una scelta di libertà, quando è fatta in maniera libera, assolutamente. Però metterla in questi termini significa quasi che siamo equiparati a esseri dagli istinti che si avvicinano alla bestialità. Non siamo bestie, siamo umani con una capacità pensante e si presuppone che abbiamo anche una certa etica, una certa morale, che riguarda non l’etica religiosa, me ne guardo bene, ma l’etica che del rispetto verso l’altro, che per me è fondamentale.

Per cui non è che abbiamo l’esigenza di fare sesso a tutti i costi, come i maschi hanno per secoli dichiarato, dichiarato il nome di questa necessità biologica. In nome di questo concetto hanno perpetrato violenze sessuali all’interno della famiglia, all’interno delle pareti domestiche, con le loro mogli, con i loro compagne, per sé che gli stanno così. Ecco, io voglio sfatare un po’ questa idea e questo mito, cioè non esiste nessuna urgenza, nessuna esigenza fisiologica di esprimere la sessualità, l’aggressività sessuale.

Sì, è vero, c’è una pulsione sessuale, però noi abbiamo una un cervello, siamo delle persone che hanno la capacità di auto-regolamentare, quelle sono le pulsioni, altrimenti saremmo delle bestie.

Come mantenere un sano equilibrio tra sesso e tecnologia?

D: Se dovesse riassumere un equilibrio perfetto sano tra l’uso delle tecnologie, magari associate alla sessualità e il mantenimento delle relazioni autentiche appaganti della vita reale?

R: La tecnologia online può a volte essere utile nelle situazioni dove c’è bisogno magari di uno stimolo maggiore, a volte anche nelle relazioni di coppia. Viene dato come suggerimento di utilizzarla perché può aiutare la fantasia. A volte c’è bisogno di un aiuto per la coppia, quando una relazione è già costituita, così viene consigliato un atteggiamento del genere, un piccolo slancio.

E’ disfunzionale quando diventa l’unica modalità di rapportarsi alla sessualità. La sessualità va condivisa, perché è per natura un elemento di condivisione con l’altro, è un modo per metterci in relazione con l’altro.

Stabilisce legami,stabilisce relazioni. Ecco perché è importante ed ecco perché sarebbe utile una sana educazione alla sessualità. Dovrebbe essere insegnata già nelle scuole primarie.

Scopri tutti i rischi dell’uso smodato dei cellulari per i bambini.