Il ministro per il Turismo, Daniela Santanchè, resterà al proprio posto: la mozione di sfiducia presentata dal Movimento 5Stelle è stata respinta. La votazione finale, dopo la discussione alla Camera, parla di 121 sì e 231 no (su 334 votanti).
Il tentativo da parte delle opposizioni, compresi anche PD, Azione ed Alleanza Verdi-Sinistra, non è quindi riuscito nel suo intento, per la forte soddisfazione da parte dei tre partiti di maggioranza. Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia avevano già ieri assicurato il proprio sostegno a Santanchè ed hanno mantenuto la parola in nome del garantismo giudiziario: senza una condanna non servono le dimissioni.
La discussione sulla mozione di sfiducia è avvenuta nella mattinata di oggi 4 aprile e riguardava il non corretto utilizzo della Cassa integrazione (Cig) e Trattamento di fine rapporto (Tfr) durante il periodo Covid, con molti dipendenti di Ki Group e Visibilia rimasti senza le necessarie tutele.
Francesco Silvestri (M5S): “La mozione segno di debolezza? Lei ne ha chieste 18!”
Il firmatario della mozione di sfiducia, Francesco Silvestri del M5S, inizia il suo intervento ponendo la luce su tutti i conflitti di interesse che coinvolgerebbero Daniela Santanchè, a partire dalla gestione della vecchia società Ki Group: molti dipendenti senza Trattamento di fine rapporto (Tfr) e un elevato debito coperto senza le necessarie garanzie.
La compattezza del governo è ancora più grave, per Silvestri, perché mentre tutela un politico di alto livello toglie risorse necessarie ai lavoratori subordinati:
La ministra Santanchè è piena di conflitti di interesse, ma ce ne sono due davvero pesanti. Vedere un governo che tace davanti ad un compagno di una ministra che insieme alla moglie della seconda carica dello Stato nel giro di un’ora fare una compravendita e guadagnare un milione fa accapponare la pelle. State difendendo Santanchè da una accusa intollerabile, utilizzare indebitamente fondi Covid durante una pandemia, togliendo risorse ai cittadini. Questa maggioranza che oggi salverà a breve la poltrona della ministra per accuse su fondi Covid è la stessa che ha fatto una commissione di inchiesta vergognosa sul Covid per rompere quella connessione sentimentale tra un presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e i cittadini.
Dopo questa forte dichiarazione di “apprezzamento” per Conte, Silvestri chiude il suo intervento con una nota ironica:
Dite no al reddito di cittadinanza e poi difendete il ministro che è accusato di aver truffato l’Inps che è proprio l’ente erogatore del reddito. Penalizzate migliaia di persone per salvarne una. Complimenti!
Davide Bellomo (Lega) gioca la carta del garantismo: “Le opposizioni trattano la Camera come un tribunale senza contraddittorio”
L’intervento da parte delle forze di maggioranza ha inizio con l’onorevole della Lega Davide Bellomo. Già Tommaso Foti, capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, si era detto fiducioso che non ci sarebbero stati distinguo e che Santanchè sarebbe stata difesa in modo compatto ed il ragionamento di Bellomo segue lo stesso filo.
Per il leghista è inconcepibile che le opposizioni utilizzino la Camera come un tribunale dove non esiste il diritto al contraddittorio e senza dare la possibilità di basarsi su una qualche sentenza accertata. Le opposizioni quindi non hanno basato il loro agire su valutazioni politiche ma giustizialiste, volendo colpire Santanchè non per il suo operato al governo (posizione simile a quella espressa ieri da Renzi).
Questo avrebbe dovuto fare l’opposizione: dire politicamente perché è inopportuno che continui a svolgere le sue funzioni. Invece si scambia la massima assise legislativa per un tribunale senza contraddittorio.
Quando Foti inizia il suo intervento, fra una citazione di Platone e l’altra, in aula, inizia criticando le forze dell’opposizione che sembrano chiedere le dimissioni soltanto di chi per loro è scomodo, tacendo dei casi (come quello di Emiliano in Puglia) che li coinvolgono direttamente. Il capogruppo di FdI cita Chiara Appendino, ex sindaco di Torino per il M5S, che non ha lasciato la sua carica quando era coinvolta nel 2017 per i fatti di Piazza San Carlo.
L’uso dell’articolo 54 della Costituzione è quindi pretestuoso: vale per la ministra Santanchè indagata e non per Appendino condannata o non per la procura di Bergamo che indagava sull’operato di Conte e Speranza durante la pandemia di Covid? La faziosità della mozione, conclude Foti, è “scandalosa”: giustizialismo a fasi alterne.
Chiara Braga (PD) chiama in causa Giorgia Meloni: “La Presidente del Consiglio in 8 mesi non ha detto nulla”
Il turno delle opposizioni è ben rappresentato da Chiara Braga del Partito Democratico, che ha votato a favore della mozione di sfiducia. Per l’onorevole è in gioco la dignità e l’alto valore delle istituzioni e della Camera, che altrimenti ne sarebbero profondamente colpite:
Dopo 8 mesi quelle accuse sono ancora tutte lì e dove la magistratura ha già indagato, le accuse si sono fatte più circostanziali e precise come sull’utilizzo della cassa Covid, il mancato pagamento del TFR ai lavoratori e alle lavoratrici, i contenziosi con il fisco. Ma noi oggi non siamo qui a giudicare una persona che potrebbe essere rinviata a giudizio per truffa aggravata ai danni dello Stato. Noi siamo qui per impedire che le istituzioni siano coinvolte in un processo che vede un ministro accusato di aver sottratto denaro pubblico in una fase difficile per il paese. Quando una ministra mente in maniera spudorata al Parlamento e al Paese, ed è motivatamente accusata di truffa aggravata ai danni dello Stato, non è più solo una questione di opportunità: è urgente e necessario che lasci il suo incarico.