La tragica scoperta risale al tardo pomeriggio di ieri, 3 aprile: i corpi di Cristian Catalano, 49 anni, e della compagna di origini cinesi, 45 anni, giacevano senza vita all’interno dell’abitazione di campagna del primo alla Madonna della Scoperta di Lonato nel Garda, in provincia di Brescia. Secondo gli inquirenti potrebbe trattarsi dell’ennesimo caso di omicidio-suicidio: l’uomo potrebbe aver ucciso la donna per poi togliersi a sua volta la vita.

Omicidio-suicidio a Lonato del Garda, in provincia di Brescia: vittima una donna di origini cinesi

Le indagini, coordinate dal Pm Alessio Bernardi, si starebbero concentrando, in particolare, sulle abitudini e sulla vita della coppia. Stando a quanto ricostruito finora, Cristian Catalano potrebbe aver ucciso la compagna di origini cinesi, residente sul Garda, tagliandole le vene per poi fare altrettanto.

A riportarlo è il quotidiano locale Brescia Today, secondo cui la donna sarebbe rimasta a Lonato per trascorrere le festività pasquali insieme a Catalano. Sembra che i due si conoscessero già da qualche mese e che domenica sera siano stati visti cenare a Peschiera; nella giornata di lunedì la donna avrebbe poi sentito telefonicamente amici e parenti.

Martedì notte, l’epilogo. A dare l’allarme, dopo aver notato delle macchie di sangue sul balconcino dell’abitazione, sarebbe stato un vicino di casa dell’uomo: quando i militari sono arrivati sul posto, nel tardo pomeriggio di ieri, 3 aprile, i corpi di entrambi giacevano senza vita in bagno. L’ipotesi più accredita è quella di un omicidio-suicidio, appunto.

Per il momento, però, non si esclude alcuna pista, neanche quella di un doppio suicidio. A chiarire le dinamiche dell’accaduto e le cause dei decessi sarà l’esame autoptico che il medico-legale incaricato dalla Procura effettuerà sui corpi questa mattina all’ospedale Civile di Brescia. La casa in cui Catalano viveva in affitto è stata intanto sottoposta a sequestro.

L’ennesimo caso di femminicidio?

Se l’ipotesi degli inquirenti dovesse essere confermata, saremmo davanti all’ennesimo caso di femminicidio terminato con il suicidio del killer. Ogni anno se ne registrano diversi. Si pensi a quello di Ester Palmieri, la 37enne trentina che lo scorso gennaio è stata uccisa dal marito Igor Moser, di 45 anni, nella loro abitazione di Valfloriana.

Sembra che fossero in fase di separazione: approfittando dell’assenza dei tre figli, che al momento dei fatti erano a scuola, l’uomo l’aveva aggredita con un coltello, di spalle, al culmine di una lite scoppiata, secondo alcuni, perché non accettava la fine del loro matrimonio. Poi si era recato in un fienile nei pressi di Castello di Fiemme e si era impiccato.

A dare l’allarme, dopo aver trovato il suo corpo, erano stati alcuni familiari. Poco dopo anche quello della moglie era stato rinvenuto senza vita. “Ho avuto un tuffo al cuore, un nodo alla gola, pensando a quella mamma, a quei bambini ormai soli”, aveva fatto sapere il vicepresidente della Provincia di Trento Francesca Gerosa.

Più recente il caso di Sara Buratin, la 41enne uccisa dall’ex compagno Alberto Pittarello, a sua volta morto suicida nelle acque del fiume Bacchiglione, davanti all’abitazione della madre a Bovolenta, nel Padovano: stando ai risultati dell’autopsia, la donna sarebbe stata colpita con almeno 50 coltellate, la maggior parte quando era già morta, dopo essere stata attirata sul luogo del ritrovamento con una scusa.

Resta da chiarire il movente. Nessuno, sembra, li aveva mai visti litigare. Le loro famiglie, dopo la tragedia, si sono unite nel dolore per il bene della figlia 15enne che hanno lasciato.