Superbonus, con il decreto 39 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 marzo 2024, arriva lo stop alla cessione dei crediti d’imposta in varie fattispecie. Di certo, chi ha presentato la Certificazione asseverata di avvio dei lavori (Cilas) e non abbia fatto partire i cantieri ha perso queste opzioni, ma si configurano anche blocchi allo sconto per chi avesse versato un acconto non avendo provveduto a far partire i lavori.

Se si perde la cessione del credito e lo sconto in fattura, si può solo detrarre fiscalmente l’importo del bonus in quattro dichiarazioni dei redditi. Ma non tutti hanno la capienza fiscale utile per utilizzare tutto l’importo del superbonus.

Intanto, sarebbero almeno 15.000 i condomini che sarebbero stati esclusi dalla cessione dei crediti nonostante fino alla fine di marzo potessero vantare ancora la possibilità di utilizzare una delle due opzioni di sconto.

Superbonus, stop alla cessione anche per chi aveva pagato l’acconto: niente sconto, ma solo detrazione

Si arricchisce la platea dei soggetti che hanno perso la possibilità di utilizzare l’importo agevolato dal superbonus per lavori di efficientamento energetico o di ristrutturazione mediante cessione dei crediti d’imposta o sconto in fattura. Il decreto 39 del 30 marzo 2024, infatti, ha fermato varie fattispecie di situazioni che solo fino a pochi giorni fa consentivano l’utilizzo di una delle due opzioni.

Tra gli ultimi a dover utilizzare il superbonus solo come detrazione fiscale nella dichiarazione dei redditi rientrano coloro che avevano pagato un acconto sugli interventi da effettuare senza aver eseguito i lavori. Il semplice acconto, dunque, non è sufficiente per poter dimostrare di aver diritto alla cessione dei crediti d’imposta o allo sconto in fattura.

Infatti, se i lavori non sono partiti alla data di pubblicazione del decreto, ovvero al 30 marzo 2024, si perde definitivamente il diritto di scontare le spese sostenute. Si tratta di una fattispecie che si presenta con una certa frequenza, soprattutto per i lavori condominiali.

Superbonus stop cessione e sconto anche con acconto: chi può usare le opzioni?

Da alcune stime, si calcola che almeno 15.000 condomini siano rimasti tagliati fuori dal nuovo decreto che blocca sconti e cessioni. Infatti, per utilizzare le due opzioni è necessario:

  • aver presentato la Certificazione asseverata di inizio dei lavori (Cilas) entro il 16 febbraio 2023, giorno precedente alla pubblicazione del decreto 11 del 2023;
  • aver fatto partire i lavori con fatturazione delle spese e versamento di un bonifico parlante quale mezzo di pagamento tracciato entro il 29 marzo 2024.

Eventuali bonifici predisposti a cavallo tra l’adozione del decreto in Consiglio dei ministri del 26 marzo 2024 e pubblicazione dello stesso in G. U. il 30 marzo 2024 non sortirebbero l’effetto di prorogare la possibilità di utilizzo di sconti e cessione dei crediti.

Condomini danneggiati dallo stop ai bonus edilizi del 30 marzo 2024

I condomini escono danneggiati dal nuovo decreto del governo che blocca anche le poche soglie di utilizzo della cessione dei crediti e dello sconto in fattura del superbonus. Pur avendo fatto i conti con un’opzione da poter esercitare fino a pochi anni fa, adesso i condomini devono rivedere le proprie previsione.

Peraltro, quello dello sconto in fattura o della cessione era da considerarsi come un diritto acquisito semplicemente per il fatto che la delibera condominiale e la presentazione della Cilas fossero avvenuti nelle scadenze consentite dal decreto 11 del 2023 di blocco della cessione dei crediti.

I condomini devono anticipare le spese di tasca propria

Proprio in virtù di questa certezza, molti condomini avevano nel cassetto lavori in attesa di avvio. Ma senza l’inizio dei cantieri, secondo quanto prevede il nuovo provvedimento del governo, non si possono più utilizzare le due opzioni, pur in presenza di un acconto versato a copertura delle spese.

Ai condomini, pertanto, non rimane che scontare con la detrazione fiscale nelle dichiarazioni dei redditi, fermo restante che bisogna anticipare, di tasca propria, le spese necessarie per aprire e sostenere i cantieri.