Giornata di scontri in via Aldo Moro, a Bologna, dove si trova il Parco Don Bosco. Lo spazio verde è da tempo oggetto di un progetto di riqualificazione da parte del Comune che ha disposto l’abbattimento di alcuni alberi. La decisione della giunta del sindaco del Pd Matteo Lepore ha trovato la ferma opposizione degli attivisti che hanno allestito un presidio che va avanti da tre mesi.

Ha raccontato a Tag24 quello che è successo oggi al ‘Don Bosco‘ l’esponente del Comitato Besta Gianni De Giuli.

Parco don Bosco, Gianni De Giuli: “Il sindaco non ci ascolta”

Da parte del sindaco nessuna volontà di ascoltare i comitati civici e gli attivisti. Questo emerge dall’intervista a De Giuli che racconta di una giornata di proteste per l’abbattimento di sette alberi per un progetto definito ‘scriteriato‘. L’amministrazione, racconta De Giuli, vuole riedificare una scuola invece di ristrutturare l’edificio già presente all’interno del parco.

Il Comitato tuttavia non si arrende e cercherà un confronto con la giunta rimanendo però a presidiare lo spazio verde di via Aldo Moro nei prossimi giorni.

E’ stata una giornata di scontri e proteste soprattutto all’indirizzo del sindaco Lepore…

“Oggi si è presentata al parco la polizia per accompagnare le motoseghe che avrebbero dovuto tagliare gli alberi. Il ‘Don Bosco’ è molto amato dagli abitanti del quartiere che si sono organizzati in un comitato e stamattina la polizia è entrata ed usando i manganelli è riuscita ad avanzare fino a metà parco, sono stati tagliati sette alberi. Le forze dell’ordine vedendo quante persone erano presenti si sono ritirate”

“È stato fatto un gravissimo danno perché sono stati abbattuti alberi ad alto fusto, fortunatamente la protesta dei cittadini ha evitato che le motoseghe avanzassero. Abbiamo protestato contro Lepore per la sua gestione incomprensibile di questa situazione: si propugna green e progressista eppure non ha dialogato con il comitato e con i cittadini imponendo le sue scelte usando la polizia

“Chiediamo il confronto con l’amministrazione ma ci ritroviamo solo polizia e manganelli, il progetto è assolutamente folle: c’è già una scuola in mezzo al parco ed il sindaco vuole la sua ricostruzione invece di ristrutturarla. La ricostruzione comporta il taglio di decine e decine di piante, un progetto demenziale e i residenti sono furiosi. Il cantiere doveva partire ad inizio gennaio e non è ancora partito”

Il Tribunale Civile ieri ha respinto il ricorso contro il vostro progetto, cosa contestate di questa scelta?

“Noi avevamo fatto un ricorso per la tutela della salute che veniva danneggiata dal fatto di togliere un polmone verde. Il Tribunale ha riconosciuto le ragioni ma ha trovato un vizio di forma dicendo che avremmo dovuto fare ricorso al Tar. Cosa opinabile perché uno stesso ricorso al Tribunale civile di Torino per una vicenda analoga invece è stato accolto dal giudice”

“Noi faremo un reclamo – un ricorso al ricorso – anche contro questa ordinanza del Tribunale”

Da quanto vanno avanti queste proteste?

“Il tira e molla va avanti da ottobre quando c’è stato l’unico incontro pubblico con gli assessori. Il progetto è stato presentato al quartiere che lo ha bocciato e da lì il comitato ha iniziato a presidiare il parco dall’inizio di gennaio quando doveva iniziare il cantiere. Il presidio va avanti da più di tre mesi

Il Comitato sembra però aver creato aggregazione, ci sono diverse realtà a protestare assieme a voi

“C’erano molti giovani ed attivisti ambientalisti che animano i collettivi bolognesi. C’era una presenza composita di molte persone, anche Legambiente e Wwf: tante anime dell’ambientalismo e della politica bolognese”

Ci sono stati feriti a seguito delle cariche?

“Ci sono state diverse persone prese a colpi di manganello, in particolare un signore di 70 anni a cui hanno fratturato un braccio – ricoverato poi all’ospedale Rizzoli – altri invece sono stati colpiti in testa o sui polsi. Abbiamo letto un comunicato di un sindacato di polizia dove si parla di 10 agenti feriti: una bufala, chiunque era lì ha visto che non ci sono stati feriti tra le forze dell’ordine.”

Quali saranno i prossimi passi del comitato?

“Dobbiamo difendere il parco, resteremo sempre lì a presidiare. Chiediamo all’amministrazione di fermarsi, siamo contro una soluzione violenta e crediamo che si possa discutere e trovare un’alternativa al progetto attuale. Da un lato presidieremo il parco, dall’altro insisteremo per una relazione con il Comune più civile“.

E per un incontro con il sindaco?

“Non lo vogliono fare, continuiamo a chiedere ma ci snobbano”