Euribor cosa succederà al tasso di riferimento dei mutui variabili? A partire dal corrente mese è probabile che si registrerà una certa volatilità.  

Le previsioni sui possibili allentamenti monetari e le politiche monetarie che saranno implementate dalle banche centrali saranno rilevanti per comprendere l’andamento dei mercati e l’evoluzione dell’Euribor. I mercati hanno revisionato le proiezioni relative al taglio dei tassi di interesse dall’inizio del corrente anno.

L’attesissimo taglio del costo del denaro ha portato ad un netto incremento dell’Euribor. Di conseguenza, le rate dei mutui a tasso variabile sono “schizzate” nel corso degli ultimi due anni. Dopo tre mesi consecutivi di continui ribassi del tasso di riferimento dei mutui variabili, a marzo l’Euribor è leggermente aumentato e ha raggiunto i 3,7 punti percentuali. Si tratta del livello più elevato raggiunto dal mese di novembre e le proiezioni sostengono che anche a marzo l’indice Euribor registrerà un secondo incremento mensile consecutivo.

Scopriamo in questa guida cosa succederà all’Euribor nei prossimi mesi e quali saranno le conseguenze sulle rate del mutuo a tasso variabile.

Euribor, cosa succederà al tasso di riferimento dei mutui variabili?

Dopo un trimestre di continui ribassi, l’Euribor ha raggiunto i 3,7 punti percentuali alla fine del primo trimestre e, secondo le previsioni degli esperti, questo trend rialzista continuerà. Si registrerà il secondo incremento mensile consecutivo: l’aumento del tasso di riferimento dei mutui variabili avrà conseguenze dirette per chi ha sottoscritto un contratto di mutuo a tasso variabile. Per capire esattamente cosa accadrà all’Euribor nei prossimi mesi sarà necessario analizzare il trend dei tassi di interesse della Banca Centrale Europea, che a breve valuterà se ufficializzare o meno l’allentamento monetario.

I mutuatari dovranno pazientare ancora almeno fino a giugno prima di vedere scendere i tassi di interesse in modo significativo. Un primo taglio dei tassi di interesse ci potrebbe già essere a giugno e seguiranno altri tre o quattro tagli. Si prevede che entro la fine del corrente anno il costo del denaro si aggirerà sui 3,5/3,75 punti percentuali. Le buone notizie per i mutuatari titolari del mutuo a tasso variabile arriveranno in ritardo rispetto a quanto previsto.

Occorrerà pazientare almeno fino ad inizio estate 2024 perchè il tasso di riferimento dei mutui variabili scenderà significativamente. Affinchè le banche centrali possano implementare l’allentamento monetario bisognerà valutare attentamente i dati aggiornati relativi all’inflazione. Se nei prossimi mesi si riacutizzerà l’inflazione, le banche centrali tarderanno a tagliare i tassi di interesse e ciò potrebbe portare ad un ulteriore incremento dell’Euribor.

Quali sono le previsioni dell’Euribor?

Il tasso di riferimento dei mutui variabili Euribor continuerà a registrare il secondo aumento mensile consecutivo. Con l’inizio del secondo trimestre 2024 si registrerà una certa variabilità del tasso in attesa della riunione della Bce attesa per l’11 aprile. I prossimi dati sul trend inflazionistico saranno decisivi a far prendere una decisione alla Banca Centrale Europea di implementare il taglio dei tassi di interesse.

Non è probabile che le attese del mercato sulla politica monetaria mutino in modo determinante. Nel lungo periodo, se le attuali proiezioni del mercato saranno appagate, il tasso di riferimento dei mutui variabili potrebbe iniziare a diminuire a partire dall’inizio della stagione estiva 2024. L’Euribor potrebbe raggiungere i 3,5 punti percentuali entro la fine del corrente anno 2024.

Euribor e mutui a tasso variabile

Con l’innalzamento dell’Euribor si è assistito ad un incremento della rata dei mutui a tasso variabile, che in media ha subito un aumento di quasi 40 punti percentuali rispetto al minimo raggiunto nell’estate 2022.

È quanto è stato messo in evidenza dall’analisi condotta da CRIF: l’aumento della rata del mutuo a tasso variabile ha comportato l’incremento dell’esposizione finanziaria dei mutuatari. Chi ha stipulato un contratto di mutuo a tasso variabile negli ultimi cinque anni ha subito un aumento pari a 25 punti percentuali sul livello globale di indebitamento.