Andremo tutti a vivere sulla Luna, e sono allora saremo felici e contenti; vedremo la Terra in lontananza, albe e tramonti da altre angolazioni e finalmente tutto ci sembrerà lontano. La Luna, la Terra e lo Spazio sono state raccontate da uno che le ha viste e vissute, Umberto Guidoni, il primo dei cinque ospiti previsti dalla nuova edizione di Pane e Olio. E’ ripartito dalla scuola il famoso cenacolo culturale organizzato da Ai. Bi., in collaborazione con il Vicariato di Roma, dal liceo Russell, all’interno del progetto alternanza scuola – lavoro, e vuole uscire dalla solita autoreferenzialità per stupire, proporre maestri, esempi. L’idea di partire da un uomo sbarcato sulla Luna fa pensare che vogliano spronare i più giovani a guardare altrove, anzi oltre!

L’astronauta è intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus, a #genitorisidiventa esordendo simpaticamente sulla sua infanzia: “Ho avuto un’infanzia normale, sono nato a Roma, ho vissuto a Roma per molta parte della mia vita. Da ragazzo ero un appassionato di fantascienza, leggevo libri, andavo a vedere film. Sono cresciuto col mito dello Spazio, come molti altri ragazzi di quegli anni. E’ stato lo sbarco sulla Luna che mi ha convinto che quella che fino ad all’ora era fantasia potesse realizzarsi. Lo Spazio è stato un sogno realizzato da pochissime persone che hanno avuto l’opportunità di andarci. Per la generazione degli adolescenti di oggi è arrivato il momento in cui andare al vivere nello Spazio non è più un’idea di fantascienza, ma potrebbe diventare realtà quotidiana. I ragazzi vanno stimolati. Cerco di fornire idee, provocazioni, che possano far scaturire una curiosità, un interesse. Su ciascuna di quello ognuno di noi ha scelto in maniera inconsapevole il proprio progetto di vita. Dare opportunità ai ragazzi, dare stimoli, sia il modo migliore di far scegliere la loro strada. La mia prima esperienza è stata la più vivida, sono emozioni che si provano per la prima volta (l’assenza di peso, vedere la Terra dallo Spazio, girare intorno al pianeta in novanta minuti vedere colori e prospettive diverse). Questa è sicuramente una parte emozionante, poi c’è la ricerca. Andare nello spazio sarà appannaggio solo dei professionisti, ma le persone potranno andarci per turismo o per lavoro.”

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