Era il lontano 1930 quando un giovane scienziato ed occultista di nome Jack Parsons sognava di arrivare con un razzo sulla Luna. Nel 1969, un giovane Neil Armstrong riuscì in questa impresa durante la missione Apollo 11, insieme agli astronauti Buzz Aldrin e Michael Collins.
Ad oltre 50 anni di distanza da questo evento, la NASA è stata incaricata di presentare un piano per la realizzazione dell’LCT, ovvero il tempo coordinato lunare per la gestione delle nuove missioni nello spazio.
Nasa, in arrivo un fuso orario universale per la Luna e i corpi celesti: le motivazioni
Una commissione speciale per Nasa, proveniente dalla Casa Bianca. Secondo Reuters, che ha lanciato la notizia in esclusiva, l’agenzia spaziale lavorerà insieme ad un dipartimento del governo degli Stati Uniti per creare un piano entro la fine del 2026.
L’obiettivo finale è arrivare ad un tempo lunare coordinato adatto a tutte le missioni spaziali mondiali. Secondo un osservatore presente sulla Luna, la percezione è che orologio sulla Terra perda in media 58,7 microsecondi per ogni giorno terrestre.
Nasa: presto nuove missioni su Luna e Marte
Nell’ambito del programma Artemis, la NASA invierà nei prossimi anni nuovi astronauti sulla luna e su Marte. Sono decine le aziende, i veicoli spaziali e i paesi coinvolti nel progetto.
L’arrivo di un fuso orario lunare è per evitare discrepanze nel tempo che potrebbero portare a potenziali errori nella mappatura o problemi in orbita intorno alla luna.
Sulla Terra, la maggior parte degli orologi e dei fusi orari si basano sull’ora universale coordinata, o UTC. Questo standard riconosciuto a livello internazionale si basa su una vasta rete globale di orologi atomici collocati in diverse località del mondo. Misurano i cambiamenti nello stato degli atomi e generano una media che alla fine costituisce un tempo preciso.
“La leadership degli Stati Uniti nella definizione di uno standard adeguato – uno che raggiunge l’accuratezza e la resilienza necessarie per operare nell’ambiente lunare impegnativo – andrà a beneficio di tutte le nazioni spaziali”