È stato finalmente pubblicato l’atteso white paper V2 di COTI, con il quale il network si propone di avviarsi con sempre maggiore decisione sulla strada della privacy. Si tratta di un evento di rilievo, proprio alla luce del fatto che la riservatezza è uno dei pilastri su cui si reggono le criptovalute.

In particolare, il documento va a segnare un significativo scatto in avanti per quanto riguarda il conseguimento di livelli molto elevati da un punto di vista prestazionale, senza dover sacrificare nulla in termini di privacy.

Il white paper V2 di COTI si propone di rafforzare la privacy su Ethereum

COTI Network è uno dei principali protocolli di scalabilità Layer-2 su Ethereum, un ambito che ha visto l’arrivo di un gran numero di progetti nel corso degli ultimi anni. Per cercare di segnare una differenziazione nei confronti della concorrenza, il suo team di sviluppatori ha deciso di pubblicare un white paper, denominandolo V2.

L’intento esplicitato dal documento è quello di dare luogo ad una vera e propria rivoluzione per quanto riguarda la riservatezza interna all’ecosistema Web3. Per conseguirla sono indicate le funzionalità contrassegnate da robuste dosi di innovazione chiamate a mixare efficienza in termini di prestazioni e il maggior livello di privacy possibile.

Tra le innovazioni più importanti proposte all’interno del documento, occorre soprattutto menzionare il protocollo Garbling. Riesce infatti ad assicurare miglioramenti di rilievo in termini di velocità di calcolo, efficienza nel processo di archiviazione e latenza, ove confrontato con le soluzioni esistenti. Per capirne meglio la portata occorre ricordare che garantisce una crescita sino a mille volte dell’attuale potenza computazionale, unendola ad una compressione sino a 250 volte dei requisiti di archiviazione.

E, ancora, COTI presenta gcEVM, un’estensione della Ethereum Virtual Machine (EVM) che è stata sviluppata all’interno di Soda Labs. La sua adozione va ad aggiungere livelli sempre più forti di privacy, assicurando calcoli sicuri su dati sottoposti a crittografia.

Considerata l’attenzione quasi morbosa di molti utenti per la propria riservatezza, proprio gcEVM sembra in grado di portare una concorrenza di rilievo alle cosiddette privacy coin.

COTI: cos’è e cosa si propone

COTI è un ecosistema di secondo livello che si propone di fornire una valida soluzione alle sfide della finanza, centralizzata e decentralizzata. A renderla tale è la progettazione tesa ad assicurare pagamenti veloci, convenienti e sicuri sulla sua piattaforma

Per riuscire nel proposito di partenza, la rete ha deciso di adottare un nuovo tipo di protocollo basato sulla tecnologia DAG (Directed Acyclic Graph), il quale condivide molti punti con quella blockchain. A partire dalla presenza di un libro mastro distribuito, un meccanismo di consenso e una rete P2P.

La caratteristica che ne fa qualcosa di effettivamente diverso dalle altre soluzioni layer 2 è, però, il modo di condurre in porto le transazioni. Nel caso di COTI, infatti, la convalida delle operazioni non avviene in maniera sequenziale, ovvero una dietro l’altra, ma in parallelo. In tal modo, anche se si verifica un rallentamento nella convalida di una transazione, le altre possono correre in maniera spedita verso l’esito sperato dagli utenti.

Proprio questo modus operandi si traduce in un processo di convalida delle transazioni molto più veloce, con un aumento esponenziale della scalabilità, senza che ne derivino problemi in termini di sicurezza.

La reazione del mercato

Dopo la pubblicazione del white paper, COTI ha lasciato sul terreno circa il 7% del suo valore. Si tratta però di un dato non certo conseguente ad una mancanza di attenzione da parte del mercato, quanto di un comportamento prevedibile alla luce della brusca frenata dello stesso conseguente alla gelata abbattutasi sulla quotazione di Bitcoin.

Per capire meglio quale influsso potrebbe avere V2 sulle future fortune del progetto occorrerà attendere il ristabilimento delle normali condizioni sul mercato. Occorre comunque sottolineare che solitamente il rafforzamento dei livelli di privacy è visto con una certa diffidenza dagli investitori. Una diffidenza resa tale dal sospetto che operazioni di questo genere suscitano presso le autorità di sorveglianza.