Stevie Wonder si schiera contro l’intelligenza artificiale. Una battaglia forse inattesa nei tempi e nei modi ma, per molti versi, inevitabile. Perché la musica rischia di essere stravolta da questa innovazione tecnologica e il settore non ci sta. E così, dopo gli scioperi degli sceneggiatori di Hollywood, tocca all’industria musicale ad esprimere il proprio malcontento sul possibile futuro in arrivo. Lo storico cantante di “I just call to say I love you”, canzone portante del film di culto “La signora in rosso”, ha scritto una lettera aperta poi condivisa con tutti i suoi colleghi. Ecco cosa ne è venuto fuori.
Stevie Wonder contro l’Intelligenza Articificiale, i contenuti della protesta
Sono stati più di 250 gli artisti del mondo della musica che hanno firmato la lettera aperta indirizzata alle aziende tecnologiche, agli sviluppatori e alle piattaforme di streaming contro l’AI generativa che utilizza il loro lavoro senza autorizzazione. Tra questi spiccano nomi di rilievo internazionale tra cui:
- Billie Eilish
- Nicki Minaj
- Elvis Costello
- R.E.M.
- Mumford & Sons
- Katy Perry
- Norah Jones
- Ja Rule
- Jason Isbell
- Pearl Jam
Quel che si nota subito è che in questa protesta contro l’uso dell’Itelligenza Artificiale nelle canzoni siano presenti quasi tutti i generi musicali. Sono tutti membri dell’Artist Rights Alliance, che è l’organizzazione che difende i diritti degli artisti nell’era digitale. Tutti nomi i quali riconoscono che l’intelligenza artificiale, se utilizzata in modo corretto, possa favorire la creatività ma anche che è necessario regolamentare il settore quanto prima per evitare che arrivino disastri.
La lettera dei musicisti contro l’AI
Capeggiati da Stevie Wonder e col supporto di vere e proprie icone delle nuove leve come Billie Eilish e Katy Perry, gli artisti hanno pubblicato queste testuali parole:
“Sfortunatamente alcune delle aziende più grandi e potenti stanno utilizzando senza permesso il nostro lavoro per addestrare modelli di intelligenza artificiale. Questi sforzi mirano direttamente a sostituire il lavoro degli artisti umani con enormi quantità di suoni e immagini creati dall’intelligenza artificiale che diluiscono sostanzialmente le royalties pagate agli artisti. Per molti musicisti, artisti e cantautori che cercano solo di sbarcare il lunario, questo sarebbe catastrofico”.
Le reazioni
Sui social il fatto che Stevie Wonder si sia apertamente schierato contro l’Intelligenza Artificiale non è passato inosservato. Molti concordano con uno degli ideatori di “We are the wolrd”:
- “Folle penare che l’arte sia dei computer, salvatevi e salvateci”
- “Matrix è stato un bel film, che non si vada oltre”
- “Allora diamo tutto in mano ai codici e noi restiamo a casa sul divano”
Non son mancate, però, voci di chi l’ha vista diversamente:
- “Credo sia assurdo non accogliere la nuova tecnologia nell’arte”
- “Stessa storia quando arrivarono i computer nelle sale di registrazioni e siamo tutti vivi”
Intanto l’opinione della maggioranza è piuttosto chiara. Nel periodo grigio in cui non si capisce chi fa cose è bene delineare dei confini netti tra l’apporto unico e creativo degli artisti e quello meccanico della macchina.