Quando si fa trading di criptovalute, occorre mettere in conto alcune variabili che potrebbero erodere il guadagno delle operazioni approntate. Una di queste è lo slippage, troppo spesso sottovalutato dagli interessati, con conseguenze che possono essere anche di larga portata.

Prima di ignorarlo, però, occorrerebbe capire che non si tratta di un mero tecnicismo, ma di un dato di fatto reale, tale da poter incidere in maniera notevole sul risultato finale del nostro commercio crypto. Andiamo quindi a cercare di precisarne al meglio i contorni.

Slippage: cos’è, perché è importante e cosa lo provoca

Slippage si può letteralmente tradurre con “slittamento”, un termine che spiega bene cosa avvenga quando si inizia una compravendita di criptovalute. Se impiegato nel contesto del trading di criptovalute va in pratica a indicare la discrepanza tra ciò che un trader si aspetta e ciò che in realtà avviene nel corso dell’operazione di conversione (swap). Ovvero l’importo di denaro che si può perdere o guadagnare a causa delle fluttuazioni di mercato che possono verificarsi nel corso dell’esecuzione di un qualsiasi ordine.

Lo slippage è un evento abituale nel corso dell’esecuzione di un ordine e le sue cause possono essere diverse. Di solito a provocarlo sono due cause:

  • l’elevata volatilità del mercato, il quale porta il prezzo di un token ad elevarsi o abbassarsi in un arco temporale ristretto, costringendo l’exchange a ricalcolare il tutto;
  • un basso livello di liquidità, magari derivante dal fatto che un ordine precedente abbia impegnato gran parte della liquidità disponibile. La minore disponibilità di una risorsa, a parità di domanda, comporta un aumento dei prezzi, con il sistema che ricalcola il tutto per poi conferma l’ordine alla luce del nuovo valore.

A queste due cause principali, se ne aggiungono poi altre di minor rilievo. Tra di esse vanno incluse, in particolare, problemi tecnici come quelli derivanti da una connessione instabile, dimensioni troppo grandi degli ordini ed errori umani.

Come si può calcolare lo slippage

Lo slippage, quindi, rappresenta la differenza fra il prezzo preventivato e quello effettivo di una determinata operazione. Solitamente viene espresso in percentuale, ma in alcuni casi, la stessa è accompagnata da una visualizzazione sotto forma di valore numerico assoluto.

Molte piattaforme di scambio accludono una funzionalità che lo calcola per gli utenti. Spesso, però, il dato viene esplicitato solo al termine dell’operazione. Mentre per il trader sarebbe importante saperlo prima di concludere la transazione, per avere un’idea effettiva della sua convenienza.

Si può comunque fare il calcolo senza eccessivi problemi, poiché la formula da applicare, caso per caso, è molto semplice: slippage = prezzo attuale di mercato – prezzo dell’operazione eseguita. Si può anche procedere in maniera alternativa, ovvero dividendo la differenza tra il prezzo attuale di mercato e il prezzo dell’operazione eseguita per il prezzo attuale di mercato.

È possibile ridurlo nel corso di un’operazione?

Abbiamo quindi visto come lo slippage rappresenti un fattore da considerare con molta attenzione, durante le operazioni di trading, soprattutto di criptovalute. Non farlo può aprire la strada a pessime sorprese.

La domanda che ci si dovrebbe porre, a questo punto, è la seguente: esistono metodi in grado di ridurne l’incidenza su una determinata transazione? La risposta è affermativa: esistono piccoli accorgimenti, tali da non richiedere grandi competenze tecniche ma che possono in effetti produrre un forte abbattimento del dato finale.

Il primo di essi è un attento monitoraggio del mercato. In tal modo si può appurare quando lo stesso è più liquido e meno volatile, prefigurando il momento giusto per piazzare l’ordine.

In secondo luogo, si può fare ricorso agli order limits, indicando il prezzo minimo e quello massimo al quale si desidera l’esecuzione dell’operazione. Sino a quando le condizioni indicate non si verificano, l’ordine non viene eseguito. In pratica, occorre che il prezzo dell’asset sia inserito in un range tale da rendere conveniente l’espletamento della transazione.

Infine, si può pensare a virare su un exchange decentralizzato (DEX). Questo tipo di piattaforme, infatti, non prevede la presenza di intermediari, che potrebbero manipolare i prezzi a proprio vantaggio. Inoltre si appoggiano all’Automated Market Maker (AMM), un modello di trading che consente lo scambio senza la presenza di un ordine tradizionale. Gli AMM sono veri e propri fornitori di liquidità e stabiliscono il prezzo degli asset tenendo conto dell’equilibrio tra domanda e offerta.