Approda a Montecitorio la mozione di sfiducia nei confronti della ministra del Turismo, Daniela Santanchè, già in Senato l’estate scorsa aveva presentato la sua difesa per le vicende giudiziarie legate alla società Visibilia. A questo si aggiunge la presunta truffa all’Inps sulla Cig Covid.

Santanché, la ministra assente. Pavanello (M5s): “Si nasconde”

La discussione sulla mozione di sfiducia contro Daniela Santanché che non si è presentata in Aula, inizia con il dito puntato da parte della deputata pentastellata Emma Pavanello che proprio sull’assenza della ministra del turismo afferma:

“Evidentemente la maggioranza ha preferito tenerla nascosta e ne prendiamo atto. Siamo arrivati oggi a quattro procedimenti in cui risulta a vario titolo la ministra Santanché risulta coinvolta, per il momento solo sfiorata da accuse di concorso in bancarotta e riciclaggio, mentre personalmente indagata per falso in bilancio e truffa ai danni dell’Inps”.

Poi la deputata fa notare alla maggioranza che prima stava all’opposizione “Avete chiesto le dimissioni per ministri come Bonafede, Tridico e lo stesso Conte che non avevano accuse così pesanti”.

Pino Bicchielli (Noi Moderati): “Un processo mediatico”

In difesa della Ministra interviene Bicchielli di Noi Moderati che sottolinea:

“Questo è uno Stato di Diritto e qui non si fanno i processi mediatici, non è questo il luogo dove fare un dibattito su Daniela Santanché imprenditrice”.


Poi ribatte contro le opposizioni definite ‘frammentate’ e unite solo nel cercare di mettere in crisi il Governo.

Arturo Scotto (Pd): “La ministra non si è nemmeno degnata di venire in Aula”

Anche il deputato del Partito democratico, Arturo Scotto, punta il dito contro l’assenza della Ministra:

“Non c’è una grande presenza e nemmeno tanta attenzione da parte del governo in questo momento, una ministra che si è prodigata contro i poveri cristi e su un tema che tratta impresa e stato e nemmeno si è degnata di venire in aula”

Con l’affondo direttamente su Daniela Santanché:

“Che imprenditore è uno che a ogni difficoltà si rivolge allo Stato”, chiede Scotto che poi ribadisce:

“La meritocrazia solo contro i più fragili, con i potenti non la applicate mai. Questo parlamento ha approvato all’unanimità di potenziare i controlli contro la cassa covid 120mila euro. Siete moralisti con i precari. Ci sono sempre due pesi e due misure, josefa idem si dimise per non aver pagato l’imu, la sua accusa invece è gravissima”.

E infine dice: “La destra sta perdendo al faccia per una truffa ai danni dello Stato”.

Appendino (M5s): “È una questione politica con la P maiuscola”

“Invece di parlare di disoccupazione parliamo di una ministra che non si dimette nonostante il conflitto di interesse”, esordisce l’ex Sindaco di Torino, Chiara Appendino che sottolinea:

“Qui la vicenda non è giudiziaria, ma è politica con la P maiuscola. Ha utilizzato i fondi covid, invece di dare il buon esempio come sosteneva Giorgia Meloni. Quella meloni non esiste più, quella che protegge la casta, quella che del popolo se ne infischia”.

E infine l’affondo contro tutto il Governo:

“Vi sentite al di sopra del popolo, fermate i treni, ma dove vivete”.

Siracusano: “Accuse irricevibili”

La risposta arriva dalla sottosegretaria al Consiglio dei Ministri, Matilde Siracusano:

“Questi toni non fanno onore a questo parlamento, la tanto invocata separazione dei poteri dovrebbe valere sempre, anticipare un processo non è la funzione di questo luogo”.

E chiosa rispedendo le accuse al mittente, sostenendo che le “Accuse sono irricevibili”.