Una lezione di stile. Di dati, numeri, di analisi e di come si fanno e si dovrebbero fare le cose. Il Sindaco di Terni Stefano Bandecchi esce allo scoperto sulle polemiche che sono nate in questi giorni sulla sicurezza della città, una querelle che va avanti da tanto tempo, con l’opposizione, e non solo, che spinge per trovare argomenti sui quali cerca di trovare appigli per contrastare il lavoro della giunta, ma su questo, Fratelli d’Italia e cosi, ma anche il Prefetto che chiama in causa il Primo cittadino e i suoi collaboratori, non è che faccia una grande figura. Tutt’altro.
Terni, il Sindaco Bandecchi e la lezione di stile: “Quando si fa una guerra bisogna mettersi contro un avversario che si è sicuri di battere…”
E così, il Sindaco Stefano Bandecchi mette tutti davanti al fatto compiuto e anche con una certa eleganza spiega non solo il suo punto di vista ma tutto quello che è stato fatto negli ultimi nove mesi, ma soprattutto sul tema della sicurezza che tanto preoccupa l’opposizione e il Prefetto, colui che, prima di ogni altro, dovrebbe occuparsi della sicurezza di una città, organizzando i suoi uomini, dai dirigenti agli stessi agenti.
“Ho letto che il Prefetto di Terni ha detto che il comune è in ritardo su alcuni dati che gli dovevano essere forniti – osserva il sindaco di Terni -. Questa è una cosa non vera perché il comune di Terni non ha mai avuto richieste precise sui dati che avrebbe dovuto fornire. I dati che abbiamo dato sono quelli che si conoscono. Come sa perfettamente il Prefetto, e come sanno anche in Questura, noi non ci occupiamo direttamente di sicurezza. I dati che ci sono stati chiesti erano quelli della ricerca fatta dall’università Niccolò Cusano. La ricerca è ancora in atto. Abbiamo fornito tutti i contatti del team di Unicusano e di chi sta conducendo la ricerca“
E su questo Stefano Bandecchi prosegue e insiste, dando anche dei dati: “La ricerca non riguarda direttamente il Comune. Palazzo Spada usufruisce semplicemente del servizio pagato dall’università Niccolò Cusano in relazione ai vigilanti. Una presenza, quella delle guardie giurate, che pure ha fatto molto discutere. Questi vigilanti non li ha pagati né il comune né lo Stato italiano. Li ha pagati l’università Niccolò Cusano. Quindi tutto ‘grasso che cola’. Ma evidentemente non abbiamo e non hanno saputo usarli. Dato che la prefettura non ha voluto integrare questi vigilanti con le altre forze di sicurezza. Ma adesso siamo al paradosso: e ci viene detto che era meglio spendere soldi nelle telecamere“.
Sugli investimenti che il Comune ha fatto sulla tecnologia fa capire che è stato investito un euro sui servizi di sorveglianza a tutela del patrimonio comunale, dove invece per motivi legati alla ricerca l’Università Niccolò Cusano è intervenuta, ricordando che il Comune, ha investito e programmato un nuovo servizio di videosorveglianza di ultima generazione.
E Stefano Bandecchi ne ha anche per il Prefetto che “ha sottolineato che sarebbero state meglio le telecamere dei vigilanti”, e su questo il Sindaco sottolinea: “Mi dispiace che la prefettura non ne sia informata. Ma il comune ha speso i soldi proprio per le telecamere. Io ho i dati precisi, che credo abbia anche la prefettura. Da quando ci siamo insediati, negli ultimi 9 mesi, sono state installate esattamente 22 nuove telecamere di ultima generazione. Si tratta di apparati dotati di tecnologie digitali di riconoscimento targhe e riconoscimento facciale. E 32 nuove telecamere arriveranno con lo schema del concorso pubblico“.
Il Sindaco Bandecchi dà anche una pizzicata sull’iter burocratico per l’installazione delle nuove telecamere, una situazione che lui ha trovato e che invece vorrebbe velocizzare. “Queste gare richiedono mille anni, sennò le telecamere le avrei già messe – continua nel suo intervento fiume -. Siamo abbastanza attenzionati dalla prefettura, da tutti i giornali, dalla politica locale: si sappia che per le nuove 32 telecamere c’è il bando in atto. E a breve, esperite tutte le pratiche cervellotiche di questo tipo di procedure, avremo 54 telecamere, 22 già installate e 32 nuove. Per questo non comprendo il ‘rimbrottino’ che ci viene rivolto, visto che per le telecamere i soldi li abbiamo spesi“.
Stefano Bandecchi non si ferma anzi va avanti e non ha freni, soprattutto sull’organizzazione dei sistemi di sicurezza per la città a livello nazionale e locale, richiamando l’attenzione di chi lo attacca: “Se l’organico della Polizia di Stato, dei Carabinieri e delle altre forze di pubblica sicurezza è ridotto e insufficiente la responsabilità è del Viminale e della Prefettura. non certo del Comune. Il sindaco, non ha nulla a che vedere con la dotazione organica delle forze dell’ordine. Di una cosa sono certo: se mi occupassi di sicurezza a Terni non succederebbe niente. Terni sarebbe una città stra-blindata perché sicuramente non potrebbero entrare criminali di ogni genere“.
Il Sindaco Stefano Bandecchi, infine, risponde alle frasi del prefetto Giovanni Bruno sulla sicurezza e a come il Comune dovrebbe intervenire: “Se la prefettura vuole demandare a me il tema sicurezza sono disponibile. Io vi posso assicurare che Terni diventerebbe la città più sicura d’Italia, perché so che cos’è la sicurezza, so come si pagano gli uomini e so quante persone servono. D’altronde, se lo Stato italiano non manda poliziotti o carabinieri a sufficienza non è colpa mia. Quando bisogna fare una guerra bisogna mettersi contro un avversario che si è sicuri di poter battere….“.