Grigor Dimitrov ci ha provato, ma pensare di poter battere Jannik Sinner in questo momento è complicato. Il tennista italiano sta vivendo un momento magico e sta facendo sognare tutta l’Italia. Con il trionfo a Miami ha conquistato il secondo posto nel ranking mondiale e ora non si pone limiti e continua a guardare al futuro con fiducia. 22 anni e quel sorriso da bravo ragazzo, uno poco avvezzo ai festeggiamenti e che non ama stare sotto i riflettori, giovane e forte e con una storia intensa ancora da scrivere. Un predestinato che ora ha il destino solo nelle sue mani, un fenomeno straordinario. Per commentare la vittoria a Miami di Sinner, Nicola Pietrangeli è intervenuto in esclusiva a Tag24. 

Miami, vince Sinner: Pietrangeli commenta a Tag24

Jannik Sinner conquista anche Miami e continua a far sognare tutti gli appassionati di tennis. Contro Dimitrov porta a casa il trofeo in 2 set grazie a un match senza storia. Non si pone limiti e continua a lavorare a testa bassa. Archiviato l’impegno negli Stati Uniti, ora dovrà farsi trovare pronto anche sulla terra battuta. Prima Montecarlo, poi Madrid, è l’uomo da battere e ora lo sanno tutti. Con la semifinale di Indian Wells e il trionfo di Miami, ha raggiunto il secondo gradino del ranking mondiale, una posizione che mai nessun italiano, prima di lui, aveva conquistato, e adesso punta al più alto. Al primo posto c’è sempre Djokovic, distante 1015 punti. Un traguardo raggiungibile per un talento straordinario. Per commentare la vittoria del torneo Atp 1000 di Miami e il futuro di Sinner, Nicola Pietrangeli, ex tennista straordinario, è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Sinner vince anche a Miami e fa impazzire di gioia tutti gli italiani. Se lo aspettava?

“Sono bravi tutti a parlare dopo e a dire che lo avevano detto, ma io ho i testimoni che possono confermare che avevo già previsto non solo la finale, ma soprattutto la semifinale contro Medvedev. In questo momento contro Sinner non c’è partita ed è praticamente imbattibile. L’immagine di Medvedev che parla con il coach è esplicativa. Io in questo momento mi metto nei panni di un avversario che deve affrontare Sinner, è un po’ come qualche anno fa quando i tennisti dovevano affrontare Nadal sulla terra battuta. L’idea è chiara, giochi, puoi fare una bella partita, ma non vinci. In questo momento Jannik è una macchina da guerra”.

La forza di Sinner si vede nella paura degli avversari ad affrontarlo?

“Assolutamente sì, è proprio quello che sto dicendo. Questo è uno sport individuale e far paura all’avversario è determinante. Sono convinto che tutti in questo momento si domandino come fare per poter vincere. Basta guardarlo quando gioca, lui non fa una piega”.

Questa crescita così veloce era preventivabile?

Bbella domanda! Penso che questo era l’augurio che gli si poteva fare, ma tra il dire e il fare ce ne passa. Che lui avesse talento e che potesse diventare così forte non si poteva mettere in conto, ma non in tempi così rapidi. In genere i giocatori europei prima dei 24 o 25 anni stentano e faticano ad affermarsi. Non è abitudine che ha 21 o 22 anni si possa diventare così forti”.

Lo snodo di questo torneo è stata la semifinale contro Medvedev?

“Beh, ha superato quell’ostacolo e poi era tutto in discesa. Dimitrov è anche un buon giocatore, ma è arrivato in finale grazie a un lampo. Senza levargli alcun merito, quella con Medvedev è stata la vera finale. Ripeto però quello che ho già detto prima, secondo me anche se ci fosse stato Djokovic non sarebbe cambiato nulla e se ne avrebbe vinto lo stesso. In questo momento è padre la sicurezza che ha questo ragazzo che può fare qualsiasi cosa”.

Adesso l’obiettivo è proprio quello di scalzare Djokovic dalla prima posizione del ranking del mondo?

“Quelli sono numeri prodotti da un computer, ma Sinner in questo momento è già il numero uno del mondo. Novak ha un migliaio di punti in più, ma questo è quello che dice la classifica, non quello che vediamo in campo”.

I prossimi impegni lo porteranno sulla terra battuta. Praticamente ora ci si aspetta che vinca sempre?

“Dipende solo da lui. In questo momento è talmente forte che se gli spari alle gambe forse vinci un set”.

Non solo Sinner, a Miami c’è stata una buona risposta anche da parte degli altri ragazzi italiani. Le speranze sul futuro sono positivi anche per questo?

“Io spero che Berrettini possa tornare al livello il prima possibile perché è un altro ragazzo che può fare molto bene. Quel che è certo che in questo momento l’Italia è al primo posto al livello mondiale come squadra e non solo perché abbiamo vinto la Coppa Davis. Non siamo più una delle tante, ma la squadra da battere. Siamo i favoriti non solo nel singolo, ma anche nel doppio. C’è stato un piccolo stop da parte delle ragazze, ma adesso sono in ripresa anche loro. Cosa vogliamo di più? Avremmo bisogno solo di uno stadio che possa contenere 20mila persone”.