Terminate le festività di Pasqua i rendimenti dei BTp scenderanno? Quali sono le previsioni degli esperti tenendo conto anche del possibile allentamento monetario? Facciamo chiarezza.

Il mercato obbligazionario è più vivo e vitale che mai: il primo trimestre del corrente anno si è concluso con rendimenti costanti. Da differenti settimane c’è tantissima incertezza sui mercati finanziari dal momento che perdurano i conflitti bellici e le incertezze macroeconomiche globali.

Le proiezioni degli esperti parlano di un allentamento monetario nell’Eurozona, che dovrebbe arrivare con molta probabilità all’inizio della stagione estiva. La Presidente della BCE ha chiarito che si dovrà attendere i nuovi dati sull’inflazione ed i dati macroeconomici prima di iniziare a tagliare i tassi di interesse. L’inflazione è diminuita, ma occorrerà attendere prima di implementare la riduzione del costo del denaro.

Per comprendere se i rendimenti dei BTp scenderanno dopo le festività di Pasqua bisognerà analizzare i dati macroeconomici e quelli relativi al trend inflazionistico.

Investire in BTp: i rendimenti scenderanno dopo le festività di Pasqua?

Per capire se i rendimenti dei BTp e dei titoli di stato scenderanno subito dopo le festività di Pasqua è necessario prendere in considerazione i dati relativi all’inflazione. Analizzando il trend inflazionistico, i prezzi al consumo lo scorso mese hanno subito un incremento dell’1,3 punti percentuali su base annua.

Anche l’inflazione di fondo ha subito un’accelerazione dal 2,3 al 2,4 percento. Tali dati pubblicati prima della chiusura per le feste di Pasqua ci consentono di comprendere che i rendimenti dei BTp e dei titoli statali scenderanno. La Banca Centrale Europea seguirà la Banca Nazionale Svizzera e taglierà i tassi di interesse: ciò avrà ripercussioni positive sulle rate dei mutui prima casa.

Bisognerà ancora pazientare ed avere prudenza prima che la BCE possa implementare il taglio dei tassi di interesse. La riduzione dei saggi di interesse implica un minore livello di rischiosità per un paese con un elevato livello di indebitamento pubblico nazionale. Ciò potrebbe ridurre il premio che si attende dai mercati proprio per comprare titoli statali emessi dal Tesoro italiano. Facendo una comparazione, i titoli decennali spagnoli offrono l’0,5 percento in meno di quelli italiani, mentre i bond greci offrono lo 0,4 percento in meno di quelli tricolore.

Investire in BTp: questo bond offre una cedola pari a 6,5 punti percentuali

C’è un bond che scade nel 2027 ed offre una cedola davvero appetibile pari a 6.5 punti percentuali. Questo titolo obbligazionario consente di proteggere il capitale investito dal trend inflazionistico. In previsione dell’attesissimo taglio dei tassi di interesse, i rendimenti dei titoli obbligazionari sono scesi.

Il Ministero dell’Economia ha iniziato a tagliare le cedole, per questo è difficile reperire sul mercato obbligazionario titoli che offrono tassi compresi tra i sei ed i sette punti percentuali. C’è un BTp che scade nel 2027 che offre una maxi cedola pari a 6,5 punti percentuali: si tratta del bond che ha l’ISIN: IT0001174611.

Si tratta di un titolo emesso nel lontano 1997 con una durata pari a 30 anni. Questo titolo obbligazionario che vanta una durata trentennale consente di diversificare il portafoglio degli obbligazionisti e di minimizzare i rischi. Il prezzo di offerta fu alla pari e oggi il prezzo è pari a 111. Su base annuale l’investimento rende 4,7 punti percentuali al lordo, ovvero poco di più del 4% al netto del prelievo fiscale.

Tenendo conto del trend inflazionistico, il rendimento netto di questo BTp trentennale con scadenza prevista per il 2027 risulterebbe inferiore al 2,3 percento. Il rendimento sarebbe di gran lunga positivo. Questo titolo obbligazionario garantisce un rendimento netto superiore al trend inflazionistico.

Nel caso in cui l’obbligazionista avesse deciso di rivendere il bond all’inizio del terzo quadrimestre dell’anno 2019, avrebbe beneficiato di un rendimento lordo pari a oltre 8,2 punti percentuali, ovvero al 5,6% al netto del prelievo fiscale e tenendo conto dell’inflazione.