Chiedere risposte urgenti sul futuro dell’automotive italiano. Questo l’obiettivo del tavolo convocato oggi al Ministero delle Impese e del Made in Italy (Mimit) che ha visto il ministro Adolfo Urso e la Fiom confrontarsi sulle azioni da intraprendere nei confronti di Stellantis. Una discussione dalla quale è emersa la necessità – ma anche la difficoltà – di riuscire a ottenere una svolta nella strategia industriale da parte del colosso del settore automobilistico.

Dal tavolo con la Fiom il ministro Urso tuona verso Stellantis: “Governo ha già dato, ora tocca all’azienda”

Il braccio di ferro tra governo e Stellantis continua.

L’obiettivo dell’esecutivo resta sempre lo stesso: salvaguardare la produzione dei veicoli nel nostro Paese, fino all’obiettivo del milione di vetture realizzate negli stabilimenti nazionali. Da sempre, questa è la condizione imprescindibile per il ministro Urso, che ha già minacciato Stellantis della possibilità di trovare altri interlocutori, nel caso la multinazionale non confermasse gli impegni assunti.

Il ministro delle Impese e del Made in Italy è tornato a farlo oggi, ribadendo come l’esecutivo abbia fatto la sua parte e che ora spetti all’azienda muoversi per fornire le risposte che gli sono state richieste.

“Il governo ha già dato, ha messo in campo una politica per l’auto, come cambiare la politica europea sul settore auto, ha realizzato un piano di incentivi per l’innovazione e realizzato un piano di incentivi per l’auto. Ora tocca all’azienda adattare il suo piano industriale, finanziario rispetto a quello che il sistema Italia si aspetta, non il governo ma il sistema Italia”.

La Fiom: “Serve trattativa vera, Stellantis assuma impegno vincolante”

L’obiettivo del governo trova la sponda dei sindacati, che vedono a rischio centinaia di posti di lavoro a causa della graduale riduzione degli investimenti da parte di Stellantis.

Il tavolo di oggi, spiega una nota congiunta di Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil, e di Pino Gesmundo, segretario nazionale della Cgil, aveva proprio lo scopo di giungere a una trattativa con l’azienda sul piano delle garanzie produttive e occupazionali. Garanzie che, però, non sono arrivate.

“Con i nuovi esuberi annunciati in questi giorni, circa 500, e gli oltre 700 in trasferta, stiamo accompagnando un processo di dismissione industriale perché non si stanno prevedendo investimenti in produzione, in nuovi modelli e nella rigenerazione dell’occupazione […] Il punto è porre dei vincoli e arrivare ad un’intesa che serva a dare risposte concrete alle lavoratrici e ai lavoratori. L’intera discussione su l’automotive iniziata al Mimit lo scorso 6 dicembre, deve prevedere un impegno vincolante da parte di Stellantis”.

La mancanza di risposte sullo stabilimento di Melfi è uno ‘schiaffo in faccia al futuro dei lavoratori del comparto, già in grande difficoltà dopo tutti questi mesi di incertezza.

La nota si conclude con l’augurio che il tavolo di domani e di giovedì, che avranno al centro, rispettivamente, il futuro degli stabilimenti di Mirafiori e Atessa, dia le risposte che sono mancate oggi. Con la certezza, tuttavia, di una mobilitazione già fissata per incanalare la rabbia e il malcontento dei lavoratori del settore, con l’appuntamento al 12 aprile a Torino per uno sciopero unitario rivolto all’intero comparto.